Già venerdì scorso, l'Istituto Venezuelano della Previdenza Sociale (IVSS) aveva chiarito i fatti che per due giorni hanno riempito con foto e articoli i giornali a livello internazionale. La foto era quella di sei neonati venezuelani posti in scatole di cartone invece che nelle culle. Il Corriere della Sera di sabato ha dedicato a questo una intera pagina curata da una sdegnata Dacia Maraini che forse avrebbe fatto meglio, avendo tutti gli strumenti necessari, ad informarsi di più.
In Venezuela intanto esplodevano reciproche accuse tra il governo e l'opposizione. L’IVSS ha ammesso che la fotografia è reale. L'istituzione ritiene "inaccettabile" l'evento che si è verificato e ha affermato che il pediatra di turno che ha preso la decisione di mettere i bambini in quelle condizioni all'interno del reparto di neonatologia verrà sanzionato.
"Il comportamento del Dr. responsabile per il collocamento dei bambini in scatole di cartone, è stato inconsulto e senza l’autorizzazione dalla direzione del Guzman Lander Hospital di Barcellona (stato di Anzoategui)," recita il testo ufficiale rilasciato sull’account Twitter del IVSS.
La foto aveva però già cominciato a circolare attraverso WhatsApp. I portavoce dell'opposizione hanno cominciato subito ad attaccare il governo e il direttore dell'ospedale Jose Zurbarán, che hanno replicato accusandoli di aver intrapreso un "attacco mediatico senza scrupoli".
La confusione è cresciuta quando, alcune ore dopo sono state diffuse dall’IVSS delle foto con tutti i bambini nelle culle del nido del reparto di neonatologia dell’ospedale di Barcellona.
L’Istituto Venezuelano di Sicurezza Sociale ha confermato che il fatto è avvenuto lo scorso 19 settembre, quando la neonatologia dell’ospedale era quasi a pieno regime con 48 nascite (il ministro Lorenzin sarebbe entusiasta, ndr). Il medico di turno ha lasciato i bambini in scatole di cartone contro i protocolli ospedalieri, anche se c’erano ben sette incubatrici libere.
L'istituzione venezuelana ha anche spiegato che la procedura normale in ospedale – qualora ci sia problemi di posto – è quello di permettere la collocazione del bambino con la madre. " E’ preoccupante ed è inconcepibile che la squadra di guardia la notte del 19 settembre non sia ricorsa a questa procedura" . Una volta che il personale infermieristico ha realizzato la situazione ha proceduto a "rimuovere immediatamente i bambini dalle scatole e metterli sulle culle e incubatori."
Infine una curiosità. Le due foto che seguono, provengono da un ospedale di Philadelfia (Stati Uniti) e uno finlandese. Certo c'è chi ha la fortuna di nascere in un posto invece che in un altro. La sfida del Venezuela è però fare in modo che chi viene posto in una scatola di cartone da bambino non sia condannato a viverci tutta la vita, magari in una bidonville. Se vi sembra poco.
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