"Colombo fu strumento del nazionalismo spagnolo aggressivo contro tutti i popoli che ha oppresso e che continua ad opprimere... diede inizio al genocidio contro le popolazioni indigene americane da parte dei colonizzatori”.
E’ con queste argomentazioni che alcuni consiglieri comunali di Barcellona eletti nelle liste della Cup, partito della sinistra anticapitalista e indipendentista catalana, hanno chiesto la rimozione della statua dedicata all’esploratore genovese che campeggia alla fine della Rambla, il viale che taglia in due il centro antico della capitale del Principato.
I tre consiglieri delle Candidature d’Unità Popolare hanno chiesto non solo l’urgente rimozione del celebre monumento, ma anche che il prossimo consiglio comunale annulli la celebrazione della festa nazionale – e nazionalista – spagnola del 12 ottobre. Quel giorno, in occasione dell’anniversario della cosiddetta ‘scoperta dell’America’, il nazionalismo spagnolo celebra il giorno della ‘hispanidad’. La festa, spesso definita anche ‘giorno della razza’ (ovviamente spagnola) e retaggio dell’ideologia imperialista e colonialista della destra di Madrid, viene da sempre contestata dalle nazionalità oppresse dello Stato Spagnolo ed è stata cancellata negli ultimi decenni da diversi governi sudamericani, in particolare da quando in Venezuela, Bolivia ed Ecuador si sono affermati regimi progressisti che hanno esaltato e il carattere plurinazionale di quei paesi rivalutando l’elemento indigeno precedentemente censurato.
Di fatto la sinistra indipendentista catalana propone al comune di Barcellona, retto da una coalizione di centrosinistra guidata dalla sindaca Ada Colau, di fare come hanno fatto i governi sudamericani, cancellando due importanti simboli dell’imperialismo spagnolo in un territorio che rivendica con forza la propria indipendenza. Per la Cup, così come per vari movimenti indipendentisti e di sinistra, il giorno della hispanidad altro non è che una inaccettabile esaltazione del genocidio al quale l’Impero Spagnolo, poi il regime franchista e tuttora il Regno di Spagna hanno sottoposto e sottopongono diverse popolazioni nella penisola e in America Latina. Inoltre la Cup chiede la rimozione della bandiera spagnola da tutti gli edifici pubblici di Barcellona e la sua sostituzione con alcuni dei vessilli che simboleggiano la resistenza degli indigeni americani alla Conquista.
All’interno di questa battaglia politica e culturale i tre consiglieri della sinistra indipendentista catalana hanno inserito anche la richiesta di rimozione dalla via Laietana del monumento dedicato al marchese di Comillas, Antonio Lòpez, banchiere della metà dell’Ottocento coinvolto nella tratta degli schiavi nei Caraibi ma considerato un ‘filantropo’ da alcuni ambienti. Al suo posto, chiedono i consiglieri indipendentisti, occorrerebbe innalzare un monumento che ricordi le sofferenze e le angherie subite dagli schiavi.
Nella mozione presentata dal gruppo municipale della Cup vi è anche la richiesta di rimozione della statua dedicata nella sede comunale al marchese Juan Antonio Samaranch, Presidente del Comitato Olimpico Internazionale dal 1980 al 2001: Samaranch fu infatti un gerarca della Falange – il partito fascista al potere durante la dittatura – e buon amico del caudillo Francisco Franco, oltre che del partito di estrema destra Concordia Catalana. La Cup chiede anche che il Museo Olimpico di Barcellona non sia più dedicato al discusso personaggio.
L’offensiva politica e simbolica della Cup tenta di inserirsi nella road map della sindaca Ada Colau, esponente della coalizione Barcelona en Comù, che ha già deciso di ribattezzare alcuni edifici pubblici e punti della città. Se fino ad ora il salone del consiglio comunale era soprannominato ‘Reina Regente’ dal prossimo venerdì verrà intitolato, con i voti di tutti i partiti – tranne Ciudadanos e PP – a Carles Pi i Sunyer, sindaco repubblicano di Barcellona dal 1934 al 1937. Inoltre la giunta comunale ha eliminato anche il nome della piazza precedentemente intitolata al re spagnolo Juan Carlos I, ribattezzandola Cinc d’Oros, denominazione che aveva già un secolo fa. Nel progetto della sindaca anche la ridenominazione di varie vie e piazze attualmente dedicate a esponenti della monarchia spagnola, come la Avenida Príncipe de Asturias, il Molo Príncipe de España, la via Alfonso XII, il Paseo Isabel II e il Paseo Juan de Borbón, nel quartiere di Barceloneta.
Difficilmente però Ada Colau e la sua giunta si spingeranno oltre, accettando le richieste della sinistra indipendentista.
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