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21/09/2016

Bloccati i magazzini GLS in tutta Italia, prende forma il NO sociale a Renzi e alla Ue

Ieri notte insieme a circa 150 lavoratori e compagni di tutta Roma abbiamo bloccato l’Hub romano della GLS. Contemporaneamente, nel resto d’Italia tutti gli altri centri di smistamento legati all’azienda assassina venivano picchettati e di fatto chiusi da uno sciopero raramente così efficace. La lotta sindacale, insomma, prosegue (ricordiamo che lo snodo di Piacenza, quello centrale della logistica italiana, è di fatto bloccato da settimane). Proprio le lotte nella logistica potrebbero diventare uno dei tasselli del NO sociale contro Renzi e la Ue al prossimo referendum. E’ una sfida che riuscirà solo se la questione verrà sottratta dal recinto sindacale in cui è ancora confinata. La morte di un lavoratore durante la lotta non è un “tragico incidente sul lavoro”, come incredibilmente anche a sinistra qualcuno vorrebbe ridurre la questione, ma è l’assassinio di un manifestante nell’esercizio dei suoi diritti sociali e politici. Un fatto che riguarda tutti e in primo luogo i militanti politici.

Ieri notte la vicenda è stata finalmente raccolta anche da pezzi di sinistra non pervenuti a Piacenza. E’ un primo importante passo verso la costruzione delle manifestazioni dell’autunno contro il governo Renzi. La battaglia del NO avrà, in questo senso, molti protagonisti, da sinistra a destra, passando per il M5S che probabilmente monopolizzerà la vicenda referendaria e costituirà il principale aggregatore di voti contro Renzi e la Ue. Ma se come sinistra vogliamo avere delle possibilità di incidere nella lotta contro il governo e nel NO al referendum, se vorremo avere margini di agibilità sociale e politica dopo l’eventuale (e per nulla scontata) vittoria dei NO, queste possibilità passeranno solo e unicamente dalle nostre capacità di marciare uniti nella battaglia del NO. Ieri notte, in questo senso, è stato un bel momento di condivisione e di unitarietà come mancava da molto tempo. Nelle nostre sacrosante differenze, dovremmo cogliere il dato della nostra impossibile autosufficienza nelle mobilitazioni del prossimo autunno. Da momenti di lotta come quello di ieri si può allora ripartire, se l’intelligenza sorreggerà il nostro percorso.

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