La tre giorni dell’Usb a San Vito Chietino organizzata in un camping e in collaborazione con il vicino centro sociale Zona 22, ha visto la rappresentazione materiale e se volete potenziale di un sindacato di classe lungimirante e pronto a battersi a tutto campo. I lavoratori e le lavoratrici giunte al meeting (con tanto di pargoli al seguito, i quali hanno ben gradito che una volta tanto le attività dei loro genitori avvenissero in un clima assai diverso da quello di riunioni e stanze chiuse) per due giorni si sono confrontati sui temi principali che incombono sull’agenda sindacale e politica del paese. Una prima tavola rotonda nel pomeriggio di venerdì con Giorgio Cremaschi, Maurizio Scarpa, Pierpaolo Leonardi, Guido Lutrario, Luciano Vasapollo e un delegato dei ferrovieri francesi della Cgt, ha fatto il punto su quale sindacato vada costruito per affrontare le sfide che derivano dalla crisi, dalla destrutturazione industriale e sociale, e dall’attacco frontale ai diritti e alle agibilità sindacali dei lavoratori. Come si ricompone il fronte di classe che anni di ristrutturazioni e misure selvagge hanno disgregato? Il ferroviere francese ha spiegato ad esempio la difficoltà nel coniugare i blocchi dei lavoratori delle fabbriche e dei servizi con le “Nuit Debut” messe in piedi dai giovani francesi contro l’infame Loi Travail. “Un sindacato di classe in qualche modo deve saper diventare un sindacato di popolo” ha affermato Cremaschi. La visione confederale e dunque generale di un sindacato come Usb, è stata sottolineata da Leonardi che ha messo in evidenza l’attenzione con cui si punti alla ricomposizione sul piano del conflitto e dell’organizzazione per chi ha un lavoro ancora stabile e chi invece fa i conti con la precarietà, la disoccupazione o con il problema dell’abitazione e dei servizi.
Nel pomeriggio di venerdì si sono svolti più incontri, dedicati soprattutto alle scadenze dell’autunno – dallo sciopero generale al referendum controcostituzionale voluto da Renzi.
Mentre al centro sociale Zona 22 ci si confrontava con gli attivisti sociali e sindacali di diverse città sul come ampliare il carattere sociale dello sciopero generale, investendo nella mobilitazione anche i settori non direttamente organizzabili nei luoghi di lavoro, in un altro spazio si confrontavano gli operai e i delegati del gruppo Fiat alle prese con un clima da caserma nelle fabbriche dominate dal modello Marchionne.
Successivamente, in una sorta di assemblea conclusiva, ci si è confrontati sul referendum costituzionale che il governo ha messo in cantiere tra novembre e dicembre. A spiegare le ragioni di una battaglia generale – e dunque politica – che non può che vedere impegnato anche il sindacato sono intervenuti Riccardo De Vito (Magistratura Democratica e membro del Comitato nazionale per il NO al referendum), Fabrizio Tommaselli, Daniela Mencarelli, Abubakar Somahouro (Usb) e Carlo Guglielmi (Forum Diritti Lavoro). L’allarme suonato da De Vito, magistrato impegnato difendere la Costituzione, è stato alto e circostanziato. E’ stato proprio Tommaselli a chiarire che lo sciopero generale (sulla data l’orientamento è quello del 21 ottobre) sarà questa volta uno sciopero “politico” che affiancherà alle vertenze aperte sul lavoro e lo stato sociale anche il NO chiaro e tondo al referendum costituzionale – o meglio controcostituzionale – del governo. Un sindacato chiamato dunque a misurarsi anche con la dimensione politica, una tesi questa ribadita anche da Daniela Mencarelli e da Somahouro, proprio perché le brutali modifiche costituzionali coincidono e affiancano con ferocia gli attacchi al diritto del lavoro e dei lavoratori. Su questo aspetto ha insistito molto, giocando efficacemente anche con le parole, il giurista Carlo Guglielmi. Insomma la battaglia per il NO al referendum sarà ben dentro le assemblee dei lavoratori che prepareranno lo sciopero generale di ottobre. Su questo Tommaselli ha fatto riferimento anche all’orientamento emerso nella recente riunione nazionale convocata da Eurostop, ma con una platea di partecipazione assai più ampia, che è quella di far convergere a ridosso dello sciopero generale anche una manifestazione nazionale contro il governo e per il No al referendum, insomma una “due giorni” di mobilitazione sul modello delle giornate di lotta del 18/19 ottobre di tre anni fa che hanno rappresentato il punto più alto e efficace di ricomposizione del conflitto sociale e politico nel paese degli ultimi anni.
Infine, la serata ci è conclusa con la presentazione del libro “Mai senza rete” curato dalla Rete Iside e dedicato alla sicurezza e alla salute sul lavoro. Il libro contiene tredici racconti di scrittori italiani che narrano storie di persone in carne ed ossa, lavoratrici e lavoratori, morti sul lavoro e sui quali spesso diventa anche difficile trovare le parole per denunciare quanto avviene nella guerra quotidiana contro chi lavora e lavorando ci lascia la pelle. Tre dei tredici racconti sono stati letti durante l'incontro da un giovane attore romano e da uno degli autori, Alessandro Pera. Al termine, lo spazio sociale Zona 22 ha ospitato il concerto con Assalti Frontali.
L’impressione ricavata gironzolando nello spazio di questo primo e inedito meeting estivo dell’Usb, tra discussioni di qualità e tuffi in mare o in piscina, tra scadenze di lotta da costruire e fritture di pesce, tra momenti di confronto, ragazzini in libertà e chiacchierate notturne sulle verande dei bungalow, è quella di un sindacato vero, in crescita ma consapevole della posta in gioco e dei limiti da superare. Un sindacato “controcorrente” lo hanno definito in molti ma che ovunque riesce a mettere radici lo fa con una visione generale del conflitto sociale, una visione lunga e non congiunturale. Un sindacato che fa vertenza ma che organizza anche l’amatriciana solidale con i terremotati alla quale partecipano migliaia di persone, che organizza i lavoratori ma guarda anche ai proletari dei territori e delle periferie urbane, che mette in campo piattaforme sociali ma non si sottrae alle sfide imposte dalla politica. Una impostazione che spiega anche l’abbassamento dell’età media degli attivisti e dei delegati con tantissimi giovani che cominciano a “fare sindacato” con modalità inedite. Così come spiega l'arrivo di tanti delegati e lavoratori dalla Cgil in rotta con un sindacato che da molto tempo ha rinunciato ad essere un sindacato conflittuale. Vista così l’Usb sta diventando effettivamente qualcosa di più di un semplice sindacato dei lavoratori, diventa una risorsa per la lotta per l’emancipazione generale degli sfruttati, che abbiano un contratto o meno.
"Autunno, annunciato dalle piogge di settembre torrenziali e piangenti" scriveva il poeta Giuseppe Cardarelli. Ma le piogge di questo settembre annunciano un autunno di lotta che potrebbe mandare a casa uno dei governi più odiosi e feroci prodotti da questi ventiquattro anni di governi conformati o subalterni all'Unione Europea delle banche e delle mutlinazionali. Hanno massacrato i diritti sociali peggiorando la vita di milioni di persone, ed ora vogliono spazzare via anche la Costituzione. Il NO al referendum indica lo spazio possibile per i conflitti sindacali e sociali ma soprattutto per la difesa e l'estensione della democrazia nel nostro paese. Una bella sfida da giocare fino in fondo, in ogni luogo.
Fonte
Nessun commento:
Posta un commento