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22/11/2016

“Noi siamo accozzaglia”

Se ci pensate bene, i termini che adotta Matteo Renzi per insultare i suoi avversari politici, sono quelli tipici di un ricco borghese, per come vede lui la plebe. Lui, il civile modernizzatore delle istituzioni del paese, gli altri l'accozzaglia, un po' come dire la volgare plebe, gli straccioni, i barbari, una massa non bene qualificabile che mette insieme rozzi personaggi delle più diverse ideologie e appartenenze.

Forse al conducator di Rignano sfugge che nel bene come nel male questa pluralità, destra o sinistra che sia, è indicativa dell'intero paese. Mentre lui dovrebbe interrogarsi seriamente su quali interessi stia portando avanti.

Lui non va con l'accozzaglia, lui va con i Marchionne, va ai galà alla Casa Bianca, ma solo a quelli. Di popolo se ne vede poco. Diciamo punto nulla?

Si è comprato qualche papavero universitario preso in prestito alla materia costituzionale, si è acquistato un bel po' di mezzi busti, giornalisti la cui penna è sempre in vendita, ha occupato le televisioni, ha mandato con i soldi dei contribuenti la sua propaganda agli italiani all'estero, impedendo questa possibilità ai comitati del NO che non hanno potuto avere gli indirizzi, le sue prefetture hanno impedito alle forze del NO di manifestare come sarebbe di loro costituzionale diritto in svariate parti di Italia, la sua polizia ha comminato bastonate a tutta gallara contro chi protestava contro questi abusi di regime, ha pagato 50 euro i manifestanti portati con il pullman alla manifestazione in piazza del popolo a Roma, ha fatto taroccare con Photoshop le foto delle sue iniziative, ma del popolo... nessuna traccia.

Questa è la ragione della probabile e imminente sconfitta del si. Aspetteremo le quaglie che torneranno a fare il salto all'indietro, il salto della convenienza, buttando via il fez "democratico". E magari torneranno pure a farsi andar bene Bersani.

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