Per quanto riguarda il fronte nigerino, questo è il ritratto del presidente Mamadou Issoufou, tracciato dal nostro apprezzato collaboratore a Niamey. Più chiaro di così, si muore...
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In tutti questi anni c’è qualcosa che si è andato perdendo. Quel qualcosa che costituisce l’ossatura di ogni civile convivenza e che garantisce l’onestà dei patti e dei contratti tra paesi e cittadini. Quel qualcosa si chiama VERGOGNA.
L’avete persa in Italia e l’hanno persa nel Niger grazie all’attuale Presidente della Repubblica. Lui, un cinico venditore di menzogne accompagnato dall’abituale accozzaglia di complici.
Mamadou Issoufou è stato all’opposizione per vent’anni, socialista e massone per sentito dire, ingegnere assunto dalla ditta Areva dell’uranio e soprattutto amico di François Hollande, come lui traditore della patria. E’ stato eletto la prima volta nel 2011 grazie ad un accordo coi militari al potere, e rieletto l’anno scorso nella frode più meschina. L’unico avversario è stato mantenuto in prigione durante tutta la campagna elettorale. I suoi comizi in giro erano come una campagna militare: sembrava che la guerra stesse arrivando da un momento all’altro, tanti erano i militari e le armi per proteggerlo dal suo popolo.
In tutti questi anni non ha fatto altro che viaggiare all’estero. Non casualmente è stato affettuosamente chiamato ‘Rimbo’, nome di una delle più note compagnie di trasporti. Ha ridotto il Niger alla mendicanza politico-umanitaria. Grazie a mafie complici e giri sospetti di cocaina e denaro ha potuto garantirsi il potere. Sono spariti milioni di euro dalle casse dello stato e l’intero paese è sul lastrico.
Lui, dell’Internazionale Socialista, che incontra Hollande e poi passa in Italia a raccogliere milioni e felicitazioni per il lavoro compiuto. Senza vergogna parla adesso dei migranti e delle loro vite perse nel mare, dopo aver constatato che portano soldi. Dei migranti non ha mai fatto menzione, eppure è originario di una zona che, nel Niger, è stata da sempre la più toccata dal fenomeno. Arriva con la prima dama (in realtà ce n’è una seconda), meno appariscente di quella che lo ha seguito nel viaggio. Lui e gli altri sono dei ladri matricolati della dignità del popolo nigerino, penultimo nella graduatoria dello sviluppo umano. Vergogna, si smantella la scuola pubblica e si muore all’ospedale nazionale. Nel frattempo crescono le scuole private (dove si trovano anche i suoi figli) e le cliniche gestite dagli stessi dottori che all’ospedale fanno sciopero. Non parliamo dell’economia, dell’agricoltura, della luce e dell’acqua. Averle è un privilegio.
Quanto a lui, il reddito dichiarato nel 2011 era di 805 mila euro e quattro anni dopo quello dichiarato è di 1 milione e 453 mila euro, quasi il doppio. Neppure male per un cittadino che si vanta di rappresentare il paese più povero al mondo. Il Niger, paradiso perduto e trovato per francesi (militari e uranio), americani (droni, militari e altro), cinesi (petrolio), tedeschi (militari), italiani (migranti), e poi le Nazioni Unite, l’OIM, Oxfam, Care, CRS, Cafod, Caritas e l’interminabile fila dei benefattori dell’umanità indigente permanente.
Quello dei migranti, assieme a quello delle frontiere è (per ora) l’ultimo business del Presidente. Si vendono bene sul mercato della sicurezza e, dopo aver creato le condizioni per negoziare da pari a pari con l’Europa, sono funzionali al ruolo cerniera e (finta) barriera ai migranti. Passano e passeranno, se non di giorno sarà di notte, e non basteranno griglie (Ceuta e Melilla), accordi dis-umanitari (con la Turchia) e gli ultimi con la Libia (già sconfessati) o la sabbia (il Sahel), per fermare la storia.
La doppia assenza è quella della VERGOGNA di cui l’Italia dei ‘Gentiloni’ e di Sant’Egidio che, separatamente, hanno ricevuto, vantandosene, il Presidente Issoufou. Come non sapessimo, come non conoscessimo quanto accade prima, durante e dopo gli accordi; come fossimo nati ieri, come nulla fosse, si eliminano vite, diritti, dignità e soprattutto il nostro futuro. Piovono milioni di euro sul presidente e la scorta che lo accompagna, i primi dieci entro giugno e poi a dicembre, seguiranno gli altri, a dio piacendo, a maggio e se tutto va bene a dicembre. Il totale ammonterà a 50 milioni di euro.
I migranti sono il capitale ‘sociale’ che il Niger esporta e che lo rende appetibile alle italiche viltà. Immagino che il Presidente non sia passato dal papa (forse l’incontro con Sant’Egidio era un modo per aggirare l’ostacolo) per essere politicamente corretto e soprattutto evitare rischi maggiori.
Qui, dopo i fatto di Charlie Hebdo, le chiese bruciate e i morti, e il Presidente che si dichiara ‘Charlie’, non conveniva incontrare il papa; bastano i soldi, il Quirinale e Sant’Egidio, che forse traccerà altri corridoi umanitari magari dal Niger. E intanto non cambia la politica, la mentalità, l’ipocrisia e il sistema globale di esclusione.
Manca la VERGOGNA come condizione essenziale, quella che George Orwell di ‘1984’ chiama ‘decenza’, spazzata via dagli anni di tradimento dell’italica storia di migrazioni e di una colonizzazione che avrebbe infine lasciato tracce indelebili nell’immaginario simbolico ancorché censurate per anni.
Fin troppo evidente. Hanno deciso di installare un’ambasciata a Niamey, e del tutto casualmente di questi tempi. In fondo non siamo né stupidi né straccioni, come ci veniva ricordato a proposito delle colonie. Siamo semplicemente CINICI. E la Chiesa, se tutt’ora esiste, è silente; e i profeti sono stati messi a tacere o si trovano in esilio. Ci si limita a convegni e documenti, diritti umani da rispettare, dalla nascita all’età matura, passando per le migrazioni, definite da un noto documento ecclesiale sulle migrazioni ‘segno dei tempi’.
Abbiamo permesso, accompagnato e subito quanto accaduto. L’iniqua legge Bossi-Fini, gli anni a cincischiare tra ‘accoglienze’ e ‘ospitalità’ schierandosi spesso e volentieri coi leghisti. Abbiamo permesso fosse tradita la Politica, quella che mette al centro la dignità, la responsabilità e i valori fondanti della Costituzione. I segni dei tempi sono anche i ‘tempi dei segni’ e finora non abbiamo saputo o voluto leggerli. Nel preambolo ad ogni carta costituzionale bisognerà inserire la condizione della VERGOGNA come articolo non negoziabile.
Niamey, aprile 017
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