Per dire no all'annunciata annessione unilaterale israeliana di parti della Cisgiordania e della Valle del Giordano, ieri si sono svolte in Italia manifestazioni in diverse città. Netanyahu ha dichiarato l’annessione a cominciare dal 1 luglio – anche se procederà più lentamente del previsto – e da parte delle istituzioni internazionali si è assistito a reazioni molto blande di fronte ad una atto illegale che, in altri casi, ha fatto scattare sanzioni. Insomma di fronte a quella che un autorevole giurista internazionale come Richard Falk definisce come una “gepolitica da gangster”, appaiono del tutto irrilevanti le dovute misure per impedire che Israele metta i palestinesi e il mondo di fronte all’ennesimo atto compiuto.
Dalle originarie quattro città si è arrivati a diciotto, segno che la questione palestinese non è stata cancellata dall’attenzione e dalla solidarietà nell’agenda politica italiana.
A Roma, nonostante la concomitanza con altre manifestazioni tra cui quella dei curdi in piazza del Popolo e dei lavoratori dello spettacolo in piazza SS Apostoli, la manifestazione ha visto una riuscita partecipazione in piazza del Campidoglio.
Si è cercato di risolvere questa dispersione con uno scambio di interventi: un compagno palestinese è intervenuto alla manifestazione dei curdi e un compagni curdo è intervenuto alla manifestazione per la Palestina. Anche molti lavoratori e lavoratrici dello spettacolo, una volta finita la loro manifestazione hanno raggiunto piazza del Campidoglio.
Un atto di ingenuità politica della comunità palestinese ha creato ad un certo punto un problema nella gestione di una manifestazione riuscita. La decisione di far intervenire Massimo D’Alema in piazza non è stata gradita da molti manifestanti ed è partita una prevedibile contestazione.
È innegabile che D’Alema sia uno dei rarissimi esponenti politici italiani che ha spesso preso posizione per la Palestina, ma ha fatto anche altro, soprattutto quando ha avuto responsabilità di governo. È una personalità politica ingombrante che va bene per una conferenza stampa, un convegno, un dibattito pubblico, ma una manifestazione di piazza è un’altra cosa e forse sarebbe stato meglio evitare. C’è voluta l’autorevolezza di Moni Ovadia e Bassam Saleh per stemperare gli animi, ma una parte della piazza a quel punto se n’è andata.
Nella giornata di ieri presidi e sit in si sono tenuti anche a Bologna (molto partecipato), Milano, Firenze, Napoli e altre città grandi e piccole.
Le foto sulle manifestazioni nelle varie città
Fonte e foto delle manifestazioni
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