Gran brutto periodo per l’assessore al welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera. All’inizio della pandemia si parlava di lui come futuro candidato per la destra a sindaco di Milano, oggi, dopo pochi mesi, è praticamente sotto tutela come assessore.
Infatti, il presidente della Regione, Attilio Fontana, ha deciso di nominare un comitato di “saggi” che avrà il compito di esaminare quanto in Lombardia non ha funzionato durante la pandemia, proponendo gli adattamenti ritenuti necessari.
Tale comitato riferirà le sue proposte direttamente al presidente Fontana, con un chiaro scavalcamento delle competenze di Gallera. Di tale comitato di “saggi” fanno parte, quasi ovviamente, diverse personalità di orientamento compatibile con le scelte praticate dalle destre sulla sanità negli ultimi decenni: Gianluca Vago, ex rettore della Statale di Milano e attualmente professore ordinario di Anatomia patologica sempre alla Statale, Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto Mario Negri, Gianluigi Spata, presidente dell’Ordine dei medici della Lombardia, Alberto Mantovani, direttore scientifico dell’Irccs Humanitas e Rosanna Tarricone, professore associato in Economia delle pubbliche amministrazioni all’Università Bocconi (tanto perché un bocconiano o una bocconiana non devono mancare mai).
Non c’è quindi da aspettarsi molto da questo comitato di “saggi” quanto amici, se non qualche osservazione marginale a amichevole che consenta alla giunta di tentare di ripulire la propria immagine indelebilmente macchiata dalla strage verificati in Lombardia.
Tuttavia, è chiaro che all’interno della giunta lombarda le acque sono agitate, di fronte alle richieste di commissariamento, alla quantità di denunce presentate alla Magistratura e alle manifestazioni che ogni giorno riempiono il piazzale antistante il palazzo della Regione.
Una situazione difficile da reggere, nella quale alla fine, forse, far cadere qualche testa per salvare il “sistema” può essere una scelta accettabile.
Che dire del futuro del traballante Gallera, quello che diceva in televisione, per spiegare l’indice di contagio, che ci “ci vuole che incontri contemporaneamente due positivi per contagiarmi” e che ha fatto gli elogi delle cliniche private che hanno ospitato nelle loro “lussuose” camere pazienti “ordinari”?
Probabilmente non ha molto da preoccuparsi, visto che i padroni della sanità lombarda sanno come compensare gli amici e adesso hanno anche imparato come farlo senza procurargli anni di prigione, come con Formigoni.
È di ieri la notizia che Roberto Maroni, ex presidente della Regione Lombardia, ispiratore della legge regionale 23/2015 che fa enormi regali al privato, è stato nominato nel consiglio d’amministrazione del gruppo San Donato, proprietario di una quantità di “eccellenze” private nella sanità del Nord Italia.
Del gruppo è presidente, per la cronaca, l’ex ministro Angelino Alfano.
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