Sono più di 8,6 milioni i casi di coronavirus nel mondo. I dati aggiornati della Johns Hopkins University parlano di 8.663.135 di contagi e 460.005 decessi. Gli Stati Uniti, con 2.220.961 di casi e 119.112 morti, sono il Paese più colpito dalla pandemia. Segue il Brasile, dove sono ormai più di 1 milione i contagi.
Secondo l’Oms "La pandemia sta accelerando. Più di 150.000 nuovi casi di Covid-19 sono stati segnalati ieri all’Oms, il numero più alto in un singolo giorno fino a ora", ad affermarlo è il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, in conferenza stampa a Ginevra.
Ma il numero dei decessi e quello dei guariti nella pandemia di Covid 19 è stato sottostimato. A sostenerlo è un nuovo studio sul coronavirus, realizzato in base a un modello matematico che ha preso in considerazione anche i ‘casi sommersi’. Lo stesso studio giunge però a conclusioni più ottimiste per il futuro: un’eventuale seconda ondata di contagi potrebbe essere efficacemente affrontata con l’uso di mascherine, igiene e il distanziamento senza la necessità di ricorrere a un nuovo lockdown.
Lo studio è stato pubblicato nei giorni scorsi su Covid Economics, una pubblicazione speciale del Centre for Economic Policy Research.
Questo ha analizzato due situazioni specifiche: la Lombardia e Londra. Gli esperti che lo hanno curato sono giunti alla conclusione di una sottostima dei numeri reali della pandemia considerando sia i dati ufficiali di contagi, guarigioni e decessi, sia i numeri, più difficili da stimare, dei casi non osservati (almeno il doppio di quelli censiti) e delle morti per Covid-19 non rilevate (il 35% in più del dato ufficiale in Lombardia, il 17% in più a Londra).
“Il modello epidemico che proponiamo è stimato in due regioni particolarmente colpite dal virus – spiegano gli autori dello studio Dario Palumbo e Salvatore Lattanzio dell’Università di Cambridge – tiene conto anche degli stati non osservati e delle politiche sulla mobilità e prevede l’evoluzione della malattia in base a diverse politiche. Mostriamo come mitigare la probabilità di contagio con misure ‘soft’, riducendola fino al 20/40% rispetto a uno scenario senza misure, abbia effetti positivi paragonabili a quelli di un prolungamento del lockdown”.
Per i due ricercatori, è evidente come le statistiche ufficiali abbiano sottostimato casi e decessi. Per questo, hanno elaborato un modello matematico che prevede quattro possibili stati delle persone rispetto all’epidemia (suscettibile, esposto, infetto e deceduto), ma introducendo per infetti, guariti e deceduti due tipologie: osservati e non osservati.
Alla fine del periodo su cui è stato testato il modello (9 aprile in Lombardia e 15 aprile per Londra), stimano che fossero stati contagiati il 5,7% dei lombardi e il 2% dei londinesi. Significa che i ‘non osservati’ sarebbero stati il doppio dei casi riportati dalle statistiche, che i guariti sarebbero stati tra le 20 e le 26 volte in più rispetto a quelli censiti e che il numero di decessi per Covid-19 sia stato sottovalutato del 35% in Lombardia e del 17% a Londra.
Grazie al modello, gli economisti hanno calcolato scenari di progressivo riavvio della mobilità, ipotizzando una ripresa della circolazione delle persone fino al 75% del livello pre-pandemia.
“Senza alcuna misura di contenimento, vediamo inevitabile un secondo picco dell’epidemia e una ripresa dei decessi – afferma Palumbo – tuttavia, agendo sulla probabilità di contagio il secondo picco diventa meno probabile. In particolare, riducendo tale probabilità del 40% in Lombardia e tra il 20 e il 30% a Londra, il bilancio delle vittime torna in linea con quello di un lockdown permanente”.
La rimozione delle restrizioni del lockdown, dimostra la ricerca, non implica una ripresa della curva epidemica in presenza di politiche attive che promuovono la riduzione della probabilità di infezione come distanziamento fisico, mascherine, migliore igiene e isolamento dei casi infetti.
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