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29/06/2020

Il “presidente” del Kosovo accusato di crimini di guerra. Uno spettro per le cancellerie occidentali


Il presidente del Kosovo Hashim Thaci è stato accusato di crimini di guerra e contro l’umanità dalla Corte speciale dell’Aja (la Kosovo Special Chambers).

Thaci, con altri nove comandanti dell’Uck, tra cui Kadri Veseli, ex speaker del Parlamento e leader del partito democratico (Pdk), sono accusati di oltre 100 omicidi, soprattutto di cittadini serbi e rom. L’inchiesta su questi crimini era cominciata sei anni fa.

Le accuse della Corte formulate in aprile e non ancora formalizzate, sono state rese pubbliche nei giorni scorsi dallo Special Prosecutor’s Office (Spo).

Tra le vittime ci sarebbero serbi e rom, ma anche oppositori politici albanesi. I dirigenti del Kosovo e dell’Uck sono inoltre accusati di torture, persecuzioni e sparizioni forzate.

Un giudice del tribunale incaricato di indagare sui crimini commessi dall’Esercito di Liberazione del Kosovo (Uck) durante la guerra avvenuta tra il gennaio 1998 e il dicembre 1999 (con i bombardamenti e le menzogne della Nato come fattore decisivo dei suoi esiti) dovrà decidere entro i prossimi sei mesi se confermare le accuse, procedendo con un rinvio a giudizio e l’apertura di un processo.

Secondo l’Ufficio del Procuratore, Thaci e Veseli avrebbero ostacolato il lavoro di indagine della Corte Speciale. “Con queste azioni – si legge nel comunicato reso noto dalla Corte – Thaci e Veseli hanno messo i loro interessi personali davanti alle vittime dei loro crimini, dello stato di diritto e di tutto il popolo del Kosovo”.

Non è la prima volta che il presidente del Kosovo viene accusato di crimini di guerra e altri reati. Sospettato di aver gestito un traffico d’armi, droga e perfino di organi umani attraverso l’Europa dell’Est, Thaci finì nel mirino del Consiglio d’Europa nel 2010 e prima ancora in quello dell’ex procuratrice capo del Tribunale penale internazionale per l’ex Jugoslavia (TPIJ), Carla Dal Ponte. Ma all’epoca le accuse contro di lui non ebbero alcun seguito giudiziario. Al contrario dell’accanimento della stessa Corte contro i dirigenti serbi, tra cui Slobodan Milosevic, condannato e “morto” nel carcere dell’Aja nel 2006.

La notizia dell’incriminazione di Thaci ha provocato un terremoto politico nei Balcani ma non solo. Thaci, infatti era atteso a Washington dal presidente Donald Trump per un delicato incontro con il presidente della Serbia Vucic, nell’ambito del negoziato di pace che l’amministrazione Usa avrebbe voluto come fiore all’occhiello.

Thaci, già in viaggio per la capitale degli Stati Uniti, è dovuto rientrare precipitosamente a Pristina e finora non ha commentato le accuse.

Il Kosovo si è dichiarato indipendente ed è stato riconosciuto come tale nel 2008 da molti Stati (tra cui l’Italia), ma paesi come Spagna, Serbia e Russia non lo hanno riconosciuto. Per molti osservatori il Kosovo è di fatto un narco-stato piazzato in Europa. Per altri è solo il territorio che si estende intorno alla base militare statunitense di Camp Bondsteel sorta subito dopo l’aggressione Nato alla Serbia nel 1999, per altri ancora è una sorta di califfato islamico nei Balcani visto che nei suoi aeroporti transitano molti dei mercenari e dei miliziani dell’Isis diretti o rientranti da Siria e Iraq.

Il Kosovo è sicuramente il risultato della deliberata aggressione della Nato alla ex Jugoslavia e della disgregazione di quel paese. Di recente un film su questa vicenda era diventato oggetto di polemica internazionale. Uno scheletro in più negli armadi delle cancellerie europee, incluse quelle dell’Italia.

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