La notizia dell’assassinio di Hashi Omar Hassan è appena stata data e già si capisce che i nostri mass-media ci raccontano le solite frescacce “italiote”.
Hashi, condannato con false testimonianze per l’omicidio di Ilaria Alpi e liberato dopo due decenni di carcerazione ingiusta è stato assassinato in stile mafioso-italico, con una bomba sotto il sedile della sua auto.
Il suo ex avvocato afferma una vera frescaccia, ovvero che sono stati i jihadisti che lo volevano ricattare per i soldi avuti in risarcimento, ma questo è palesemente falso e serve solo a sviare la ricerca dei mandanti, che stanno in Italia, come forse anche gli esecutori, perché in un paese come la Somalia non ci si arrovella a mettere bombe dentro le auto, si va per lo spiccio con una raffica di Kalashnikov e via.
Assassinare Hashi Hassan in questo modo truculento significa semplicemente che chi lo voleva morto non voleva sbagliare il “bersaglio” e allo stesso tempo evitare che in qualche modo si identifichino i mandanti (magari con la cattura di eventuali killer locali che in seguito potrebbero confessare chi erano i mandanti).
Lo stile dell’omicidio è perciò chiaramente “italiano” e questo ci dice che in Italia c’è ancora qualcuno molto preoccupato che vengano fuori i retroscena dell’omicidio di Ilaria Alpi: aveva saputo qualcosa Hassan adesso che viveva in Somalia?
L’omicidio della giornalista e del cameramen che con lei fu ucciso, questo è accertato, fu a seguito di una indagine su un traffico di rifiuti tossici dall’Italia e forse anche di armi, se i ricordi non mi tradiscono.
Le indagini, con molta poca cura, come i processi, furono manipolati e nessuno in Italia, a partire da politica e magistratura si è mai preoccupato di capire cosa esattamente ci fosse dietro e come tutta la faccenda, allora come oggi, puzzasse di servizi segreti italici.
In Italia c’è chi ancora trama e trema per l’omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, e ora anche di Hashi Omar Hassan.
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