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11/11/2022

Il governo Meloni annaspa sui naufraghi

Ci sarebbe da essere contenti di aver capito i problemi che questo governo avrebbe incontrato se avesse provato a fare quel che le forze che lo compongono avevano variamente promesso in campagna elettorale. Ma dobbiamo ammettere che la velocità con cui accumula figuracce sul piano interno e internazionale è veramente sorprendente.

La polemica con la Francia sui profughi prima bloccati, poi “selezionati” e infine fatti scendere tutti a terra, a Catania, fa infatti dubitare che i “nuovi padroni” di Palazzo Chigi siano nel pieno possesso delle proprie facoltà.

Di fronte allo spettacolo ignobile nel porto siciliano, giovedì la Francia ha annunciato che avrebbe accolto nel porto di Tolone la nave Ocean Viking, della ong SOS Mediterranée, con a bordo 234 persone migranti, cui il governo di Giorgia Meloni aveva impedito l’attracco in Italia.

I Salvini et similia aveva subito gridato alla vittoria (“è finita la pacchia”, o qualcosa di simile), salvo dover incassare subito dopo un colpo da ko: “La Francia sospende l’insieme delle redistribuzioni dei 3500 rifugiati a beneficio dell’Italia e chiama tutti gli altri partecipanti al meccanismo europeo, soprattutto la Germania, a fare altrettanto“.

Così il ministro dell’Interno francese, Darmanin, dopo aver annunciato l’intenzione di non procedere alla prevista rilocalizzazione dei rifugiati dall’Italia entro il 2023, ha esortato gli altri Paesi partecipanti al meccanismo a fare lo stesso.

In pratica, una chiamata a tutta l’Unione Europea, che ovviamente ha subito risposto. Nel soccorso ai naufraghi, secondo i trattati, il criterio prevalente è territoriale, comprese le acque territoriali, e non quello della bandiera battuta dalle navi (una delle tante “invenzioni creative” che questo governo ha sciorinato nelle interviste).

«I cittadini di Paesi terzi presenti sul territorio, incluse le acque territoriali – ha puntualizzato una portavoce della Commissione Ue – possono fare domanda di asilo e, in quel caso, è richiesto agli Stati membri di dare effettivo accesso alle procedure d’asilo. Abbiamo un chiaro quadro giuridico in vigore».

Neanche la Francia è un paese particolarmente “accogliente”, anzi, e le scene alla frontiera di Ventimiglia o nell’alta Val Susa hanno fatto negli anni il giro del mondo. Proprio in queste ore, a conferma della “linea dura”, Parigi sta schierando altri 500 poliziotti al confine con l’Italia, per impedire che vengano fatti passare immigrati “di straforo”, fuori dagli accordi internazionali.

È qui che il governo Meloni ha pestato l’ennesima mina (o qualcosa di più puzzolente) per pura volontà di farsi facile propaganda sulla pelle di pochi disperati raccolti in mezzo al mare.

Tra i paesi dell’Unione Europea, infatti, esistono già numerosi accordi che regolano sia “il contrasto all’immigrazione clandestina” che i mezzi militari con cui questo obiettivo viene perseguito.

Frontex è di fatto l’agenzia che unifica l’azione delle Guardie costiere nazionali, pianifica i rimpatri forzati di quanti – comunque entrati in territorio europeo – non “meritano” l’accoglienza o la qualifica di “rifugiato politico”, nonché la redistribuzione dei profughi tra i vari paesi membri.

Un meccanismo infernale, spesso assolutamente disumano, ma comunque frutto delle trattative tra i diversi Stati e dunque imperativo per ognuno di essi. Italia compresa.

Ricordiamo anche che dal momento dell’insediamento del governo Meloni sono stati raccolte in mare poco più di 9.000 persone. Quasi tutte dalle navi militari del Frontex, e appena poco più di 800 dalle quattro navi Ong su cui si è concentrata l’offensiva mediatica della destra al governo.

Il che è già “curioso”, diciamo così... Sono tutti “immigrati”, no? E tutti salvati dal naufragio. A prescindere dal fatto che i salvataggi siano stati effettuati da navi militari oppure delle Ong, oppure ancora da navi commerciali o pescherecci di passaggio (le leggi internazionali, e soprattutto la “legge del mare” obbliga chiunque a salvare chiunque sia in difficoltà), i salvati vanno trattati secondo le stesse regole stabilite dagli accordi europei che l’Italia ha sottoscritto.

Perché dunque sparare in prima pagina la pagliuzza del “carico residuale” delle navi umanitarie e fare silenzio assoluto sulla trave di Frontex?

Per un banale calcolo elettoralistico, anche se si è appena votato. Qualcuno – e non solo Salvini – pensa che blaterare di “immigranti clandestini” sia utile a far passare sotto traccia provvedimenti economici in piena continuità con il governo Draghi e tutti quelli che li hanno preceduti (alla faccia della “discontinuità”).

È un po’ quello che avevamo visto già prima del voto. Un governo “euro-atlantico” come tutti gli altri sulle questioni fondamentali (guerra e sanzioni contro la Russia, rispetto assoluto del PNRR e dei vincoli europei), ma “fieramente nazionalista” sulle questioni ritenute minori perché “non costose”, come i diritti civili e, appunto, i migranti.

La stolidità clamorosa dei nuovi governanti però si vede proprio da questa illusione di “sovranità limitata”: anche queste “questioncelle” sono infatti già ampiamente regolate da trattati in vigore da anni. E dunque infrangerli comporta un prezzo politico, più o meno alto.

Sarebbe comprensibile – e nel breve periodo costosissimo – “rompere i trattati” sulle questioni centrali per la vita delle classi popolari (quelli che regolano le politiche di bilancio e fiscali, la spesa pubblica e le “riforme” dettate da Bruxelles, ecc.), ma per farlo occorre avere una strategia e obiettivi davvero alternativi. Ossia che disegnino un altro “sistema”, in aperto contrasto con il neoliberismo euro-atlantico, per cambiare modo di vivere e produrre.

Ma a che serve maramaldeggiare su qualche centinaio di naufraghi se non a farsi trovare col cerino in mano da tutta la presunta “comunità” (europea) di cui ci si è dichiarati il giorno prima “fieri di appartenere”?

Vediamo il risultato di questo scontro con la Francia (per ora): Parigi accoglie i 234 naufraghi a bordo della Ocean Viking, anche se fuori dalle procedure dell’accordo Frontex. Ma rifiuta di prendere i prossimi 3.500, provenienti dall’Italia, che andavano redistribuiti secondo quell’accordo.

E soprattutto chiama tutta l’Unione Europea a fare altrettanto.

Un grande affare, veramente!

Come vedete, ci siamo astenuti da ogni considerazione morale e politica di alto profilo. Ci siamo limitati a “calcolare” vantaggi e svantaggi delle mosse del governo Meloni sul terreno che aveva scelto.

Trovando inevitabilmente conferma di quella sentenza storica definitiva: i reazionari sono degli imbecilli che alzano una pietra al cielo per farsela ricadere sui piedi...

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