Martedì, presso il Palazzo Miraflores di Caracas, è avvenuto un incontro storico tra i presidenti Nicolás Maduro e Gustavo Petro. Da quando in Venezuela è al governo l’esperimento bolivariano – prima con Chavez ed ora con Maduro – gli Usa hanno sempre utilizzato la Colombia come testa di ponte per la destabilizzazione del Venezuela. Ma il vento adesso è completamente cambiato e la mappa politica della “Nuestra America” si va modificando profondamente.
I Presidenti e le delegazioni ufficiali di Venezuela e Colombia hanno firmato una dichiarazione congiunta che si concentra sulle questioni di interesse bilaterale per il rafforzamento delle relazioni commerciali ed economiche, per la sicurezza delle frontiere, nonché per il cambiamento climatico, la protezione dell’Amazzonia e altre questioni strategiche che riguardano entrambe le nazioni.
L’agenda bilaterale comprende anche il rientro del Venezuela nella Comunità andina delle Nazioni (CAN), che il Presidente Maduro ha definito “una buona notizia per il Sudamerica”. Ha inoltre spiegato che sarà richiesta la re-incorporazione del Paese nella Commissione interamericana per i diritti umani (CIDH), che consentirà di “compiere passi verso la riconciliazione del sistema interamericano dei diritti”.
“Sono stato molto ricettivo e lo sarò anche nelle prossime settimane in relazione alla questione sollevata dal Presidente Gustavo Petro“, ha dichiarato Maduro.
Il Presidente colombiano Gustavo Petro, durante la sua dichiarazione ai media, ha spiegato che il colloquio con il suo omologo venezuelano è servito ad affrontare problemi vicini e mondiali.
Ha sottolineato come Venezuela e Colombia sono nazioni che non dovrebbero lottare separatamente contro i problemi che condividono, perché “siamo lo stesso popolo. Siamo mescolati dalla stessa storia e dalle stesse radici“.
In questo contesto, ha accolto con favore il fatto che dopo sei anni i presidenti dei due Paesi si incontrino di nuovo.
Nell’incontro è stato sottolineato che di fronte all’avanzata del fascismo, una vera integrazione dei popoli dell’America Latina deve essere generata “nei fatti, nelle azioni“.
Petro ha sottolineato che per rafforzare le relazioni tra Venezuela e Colombia bisogna iniziare a riorganizzare la frontiera “che è in mano alla mafia“.
A tale proposito, ha specificato che è necessario ricostruire e “riesaminare il fallimento” delle strategie contro il narcotraffico, che “ha lasciato una cifra di 110.000 morti all’anno… per una sostanza che non viene prodotta in nessun angolo dell’America“.
Ha spiegato che l’obiettivo è che “la frontiera riacquisti il suo vigore commerciale“, motivo per cui è stato messo sul tavolo un incontro tra imprenditori colombiani e venezuelani “affinché essi stessi possano costruire legami” e farsi carico del ripristino delle operazioni di frontiera.
Ha inoltre sottolineato come i contadini che vivono lungo il confine possono, attraverso le loro attività, riattivare gli scambi commerciali.
Per quanto riguarda le questioni ambientali, il capo di Stato venezuelano ha spiegato che è stato evidenziato il recupero dell’Amazzonia e il rafforzamento del Trattato sull’Amazzonia. A sua volta, l’unificazione di una posizione comune come America Latina e Caraibi alla Conferenza delle Parti (COP), la cui 27ª edizione si terrà in Egitto, al fine di avanzare proposte sulla questione del cambiamento climatico.
Infine, ha sottolineato che alcuni risultati sono attesi entro la fine del 2022 e che “a partire dal 2023 adotteremo misure per integrare e rafforzare le relazioni tra i nostri popoli, i nostri governi e i nostri due Paesi“.
Maduro ha inoltre annunciato che i due paesi porteranno una politica comune alla COP 27 in Egitto, che servirà a generare proposte per ripristinare l’equilibrio ambientale e avvertire del pericolo che il cambiamento climatico rappresenta per la specie umana.
“Se si perde l’equilibrio, la razza umana scompare… un processo che dobbiamo fermare e che ha a che fare con un sistema economico, come quello del petrolio e del carbone“, ha sottolineato Petro.
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