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06/03/2023

Continuarono a prendere lucciole per lanterne

Qua e là mi capita di leggere commenti entusiastici sulla manifestazione di ieri a Firenze. A parte il fatto che, oltre alla “nuova” Elly Schlein, in prima fila, c’erano diversi personaggi che hanno governato fino a ieri, che non nomino solo per risparmiarvi il vomito e che non hanno fatto nulla che fosse davvero diverso, nella sostanza, da ciò che sta facendo il governo attuale su alcuni temi fondamentali.

E quali sono questi temi? Per cominciare, la guerra, che stiamo alimentando da un anno a suon di miliardi rubati al welfare;

i diritti dei lavoratori (ne muoiono 4 al giorno e se lottano vengono immancabilmente colpiti da una durissima repressione poliziesco-giudizaria);

la morsa del carovita e la dilagante povertà che ormai colpisce anche chi ha un lavoro sempre più precario con salari da fame;

e ancora, i migranti che venivano e vengono lasciati crepare in mare, come è avvenuto a Cutro oppure, continuano ad essere rinchiusi nei centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr) ove restano trattenuti ad infinitum in condizioni detentive disumane;

c’è il sacrosanto diritto alla salute mentre ci stanno sottraendo pezzi sempre più grandi di sanità pubblica per consegnarli alle grandi compagnie assicurative, le stesse che hanno assunto, ormai, il pieno controllo di partiti e sindacati;

c’è il continuo saccheggio del territorio per fare le grandi opere inutili che servono solo ad ingrassare i grandi gruppi (coop comprese) ed alimentano il solito giro di subappalti spesso in mano alle mafie;

ci sono le periferie abbandonate a sé stesse in cui non si va più nemmeno a votare; c’è un’emergenza abitativa enorme con migliaia di sfratti esecutivi e nessun piano di edilizia popolare in vista;

c’è un territorio fragile martoriato dai veleni da bonificare e che necessiterebbe di un piano di manutenzione straordinaria onde evitare che ogni temporale si trasformi in tragedia;

ci sono le città più inquinate d’Europa e nessun piano di mobilità alternativa e sostenibile;

infine, last but not least, i tanto decantati diritti umani e civili come, ad esempio, quelli dei detenuti che vivono, in Italia, una delle peggiori condizioni carcerarie del mondo.

Ed a proposito di questi ultimi, non una parola è stata spesa dagli “antifascisti” del week end su una vicenda che trasuda fascismo da tutte le parti come quella che sta vivendo (per quanto ancora?) il povero Alfredo Cospito, tombato al carcere duro come fosse stato un novello Totò Riina e su cui pende un ergastolo per aver messo una bomba carta (!) fuori dalla caserma per allievi carabinieri di Fossano (Cuneo) nel 2006 senza aver causato morti né feriti.

Alfredo, gandhiamente in sciopero della fame da quasi quattro mesi, si sta lasciando morire in seguito al rigetto della richiesta di revoca del regime 41 bis da parte della Cassazione.

Un orrore tale che, ieri l’altro, anche l’Alto Commissariato dell’ONU per i diritti umani ha chiesto allo Stato italiano informazioni sul detenuto Cospito e di assicurargli una detenzione “compatibile con gli art. 7. e 10 del Patto Internazionale per i Diritti Umani e Politici“.

In base all’art. 7, infatti, “nessuno può essere sottoposto alla tortura né a punizioni o trattamenti crudeli, disumani e degradanti“, mentre l’articolo 10 sancisce che “qualsiasi detenuto privato della propria libertà deve essere trattato con umanità e con il rispetto della dignità inerente alla persona umana” e che “il regime penitenziario deve comportare un trattamento dei detenuti che abbia per fine essenziale il loro ravvedimento e la loro riabilitazione sociale“.

D’altronde, anche l’ex PM Colombo, non più di due mesi fa, aveva affermato che «l’articolo 41 bis è incostituzionale, sia per come è strutturato, sia per come è applicato. La misura, che non a caso viene chiamata dai media carcere “duro”, si trova in contrasto con il dettato della Carta».

La “Carta”, ovvero, la tanto sbandierata (ma solo quando serve) Costituzione che all’articolo 13 punisce «ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a restrizioni di libertà», nonché all’articolo 27 vieta i «trattamenti contrari al senso di umanità».

È incostituzionale, oltre che profondamente disumano, tenere un detenuto 22 ore su 24 chiuso da solo in una cella; non consentirgli di ricevere libri; fargli subire una feroce e sistematica censura sulla corrispondenza con l’esterno; permettergli soltanto due ore di permanenza all’aperto con massimo altre 3 persone; consentirgli di incontrare i familiari e conviventi solo una volta al mese e per una sola ora; ricevere una sola telefonata al mese, e per soli 10 minuti, da parte di familiari o conviventi. Inutile girarci intorno: è tortura.

Nessuna delle anime belle che sfilavano ieri, in prima fila, a Firenze, in nome di un supposto e tutto da dimostrare “antifascismo”, avrebbe l’onestà intellettuale e morale, oltre che politica, di ammettere che Alfredo Cospito sta subendo questo trattamento ferocemente inumano non perché abbia compiuto delitti inenarrabili o perché sia in grado, voglia o possa, irrogare “ordini” dal carcere a chicchessia.

No. Alfredo Cospito sta subendo questa tortura soltanto per le sue idee, soltanto perché è un anarchico e perché non vuole rinunciare ad esserlo, fino in fondo. D’altronde basterebbe andare a leggere le tante sentenze uscite dai tribunali di ogni angolo del paese con cui sono stati inflitti appena una decina di anni di carcere “normale” a noti pluriomicidi per capire la stortura giudiziaria che sta uccidendo, giorno dopo giorno, Alfredo Cospito.

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