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10/06/2024

Elezioni europee. I primi dati danno in crescita la Meloni, il PD e Verdi e Sinistra

Con l’astensionismo più alto di sempre (questa volta ha votato meno del 50% degli elettori, il 49,6), le proiezioni sui dati reali restituiscono alla premier Meloni e al suo partito un dato superiore al 28 per cento, un po’ in più di quanto raccolto alle scorse elezioni politiche in termini percentuali ma non certo numerici, infatti i consensi sono scesi dai 7,3 milioni del 2022 a 6,7 di oggi, sono circa 600 mila voti in meno.

Si segnala la “steccata” per la Lega di Matteo Salvini che, nonostante le aspettative sulla candidatura del generale Roberto Vannacci, non riesce a diminuire la distanza con Fratelli d’Italia e perde la gara con Forza Italia raggiungendo solo l’8,5%.

Sull’altro versante la segretaria del Partito democratico Elly Schlein ha parlato di “un risultato straordinario: siamo il partito che cresce di più dalle politiche”. Il Pd raggiungendo il 24% – e guadagnando circa 250mila voti – ha indubbiamente ridotto la distanza da Fratelli d’Italia e da Giorgia Meloni ed ha “cannibalizzato” un bel po’ il M5S che scende al 10%.

Una operazione, questa, non riuscita con l’Alleanza Verdi Sinistra che ha visto un inaspettato boom di crescita dei propri voti arrivando ben oltre il quorum al 6,6%. “Per noi – ha commentato Nicola Fratoianni annunciando anche il successo di Ilaria Salis, che a questo punto andrà come europarlamentare a Strasburgo – è un risultato straordinario. Siamo stati la sorpresa, con un risultato superiore anche alle nostre attese”. Nel collegio Nord-Ovest Ilaria Salis ha ottenuto 122mila preferenze (64mila solo in Lombardia), in quello delle Isole 54mila, per un totale di 176mila preferenze.

Commenti soddisfatti dentro Potere al Popolo che aveva scelto di sostenere la candidatura di Ilaria Salis suscitando non poche discussioni, per la verità più all’esterno che all’interno.

Non supera il quorum la lista Pace Terra Dignità guidata da Michele Santoro, una proposta che ha marciato in salita sin dall’inizio, anche a causa dell’autocentrismo del suo leader, che però gli aveva assicurato una visibilità mediatica non registrata in altre occasioni.

Giustamente puniti dagli elettori e dal destino le opzioni di Calenda e Renzi/Bonino – Azione e Stati Uniti d’Europa. Quando sono state scrutinate due terzi delle sezioni, per entrambi i partiti la soglia del 4 per cento è apparso un miraggio. Forse per questo, a tarda notte non era ancora pervenuto alcun commento dei leader a totale geometria politica variabile. Una punizione sacrosanta.

Colpisce il fatto che nessuno abbia trovato il coraggio di commentare l’enorme astensionismo.

Nelle prossime ore ci saranno valutazioni più approfondite.

I dati sull’astensionismo nei vari paesi europei.


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