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13/07/2024

Vertice Nato. Avanti con la guerra fredda. Il mondo torna indietro di quaranta anni

Facendo girare all’indietro la ruota della storia, gli Stati Uniti e la Germania intendono avviare una nuova corsa agli armamenti nucleari in Europa, così come avevano fatto nei primi anni Ottanta con l’installazione degli euromissili. Dal ritiro dei missili Pershing nel 1991, adesso vorrebbero stazionare dal 2026 sistemi d’arma missilistici statunitensi in Germania in grado di raggiungere la Russia.

Si tratta di missili da crociera “Tomahawk” con una gittata di ben oltre 2.000 chilometri, missili antiaerei SM-6 basati su unità navali e “armi ipersoniche attualmente in fase di sviluppo”.

Ad annunciarlo sono stati la Casa Bianca e il governo tedesco mercoledì sera a margine del vertice Nato a Washington. Le armi avrebbero una “gittata significativamente più lunga rispetto agli attuali sistemi terrestri in Europa”. Apparentemente, il Bundestag non è stato consultato prima di questa decisione e l’approvazione all’installazione degli euromissili nel XXI Secolo è arrivata sia dall’SPD (al governo) che dalla CDU/CSU (all’opposizione).

Fortemente contraria è invece la presidente della BSW Sahra Wagenknecht che ha definito il passo “altamente pericoloso”. Dietmar Bartsch della Linke lo ha definito “altamente problematico”, mentre il portavoce federale dell’AfD, Tino Chrupalla, ha detto che questo renderebbe “la Germania un bersaglio”.

Per quanto riguarda l’Italia, per ora solo il quotidiano La Repubblica, con una interpretazione più simile ai desideri del proprio direttore che a realtà fattuali, titola che anche l’Italia sarà coinvolta dall’installazione dei nuovi euromissili. In realtà, secondo una fonte specializzata come Rivista Italiana Difesa, almeno per ora, al vertice di Washington è stata firmata da Francia, Germania, Italia e Polonia solo l’iniziativa ELSA (European Long-Range Strike Approach), per lo sviluppo e la produzione di un nuovo missile a lungo raggio, che potrebbe anche essere il nuovo Land Cruise Missile costruito dal gruppo europeo MBDA.

Ma tenendo conto del grado di servilismo dei governi italiani di destra o centro-sinistra verso la Nato e gli USA, è difficile escludere a priori che i desideri de La Repubblica si trasformino ben presto in piani operativi per l’installazione di nuovi missili nucleari in Italia.

Nonostante un presidente i cui sintomi di rimbambimento si sono evidenziati anche in questa occasione (e il prossimo che non appare affatto rassicurante da questo punto di vista, ndr) gli Stati Uniti ritengono di dover ridisegnare per l’Europa lo scenario dei primi anni Ottanta del XX Secolo con l’escalation dello scontro con la Russia e l’installazione di missili nucleari in basi militari europee.

In secondo luogo con il vertice Nato di Washington diversi paesi europei hanno allineato i loro budget delle spese militari al 2% del Pil – in alcuni casi anche oltre – come richiesto dagli Stati Uniti.

Il quotidiano economico tedesco Handesblatt sottolinea come “Naturalmente, c’è anche un interesse personale dietro la pressione degli americani. Non sono benefattori, ma prima di tutto uomini d’affari. Per i produttori di armi statunitensi, un riarmo europeo è una benedizione, come dimostra il fatto che decine di amministratori delegati hanno annunciato la loro partecipazione al vertice della NATO”.

Il governo cinese ha intanto condannato duramente una dichiarazione contro la Repubblica Popolare Cinese adottata al recente vertice della NATO. La dichiarazione è “piena di pregiudizi, calunnie e provocazioni” e alimenta ulteriormente “le tensioni nella regione Asia-Pacifico” con le sue “osservazioni bellicose” che testimoniano una “mentalità da Guerra Fredda”, ha detto giovedì (ora locale) il portavoce del ministero degli Esteri Lin Jian, secondo l’agenzia cinese Xinhua.

Dal canto suo la Russia ha affermato che “Permettere alle forze armate ucraine di usare le armi fornite dall’Occidente per attaccare ovunque in Russia sarebbe una ”pericolosa escalation”. Lo ha dichiarato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, sottolineando che ”questi missili stanno già colpendo il nostro territorio”. E ”aumentare la distanza” degli attacchi equivale a ”una vera e propria provocazione” e una ”nuova pericolosissima escalation”.

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