Si chiama Anura Kumara Dissanayake (Akd), è il candidato presidente della coalizione National Peolple’s Power (Npp) guidata dalla formazione marxista-leninista Janatha Vimukthi Peramuna (Jvp) e fonti dal paese affermano che tra stasera e domani mattina, ore italiane, sarà nominato Presidente della Repubblica democratica socialista dello Sri Lanka.
Sabato infatti si sono svolte le elezioni presidenziali. Il Npp, secondo le proiezioni dei risultati ancora parziali dello spoglio, ha raccolto 5,6 milioni di voti, distanziando di 1,3 milioni il secondo candidato Sajith Premadasa della colazione centrista (fermo dunque a 4,3 milioni di preferenze), raggiungendo circa il 49% dei voti assoluti. Terzo e più distanziato il candidato e presidente uscente Ranil Wickremasinghe.
Nel caso in cui nessuno dei partiti o coalizioni in lizza raggiunga il 50% più uno dei voti necessari per salire al governo, il sistema in vigore nell’isola non prevede un ballottaggio, ma il conteggio delle seconde e terze preferenze per decretare il vincitore “relativo”, ossia il primo che raggiunge il quorum, a cui concedere il mandato tra i primi due candidati più votati.
Le differenze tra il primo e secondo candidato rende pressoché impossibile un ribaltone, riferiscono dall’isola, per cui l’investitura per Anura Kumara Dissanayake “è solo una questione di tempo”.
Nonostante la difficilissima campagna elettorale, il Npp sembra dunque aver portato a termine la sua missione. Dato ormai da mesi ormai in testa nei sondaggi, il pericolo di un colpo di Stato e della messa al bando del Jvp, con conseguente scioglimento della coalizione, era un’ipotesi mai del tutto sopita, considerata anche la storia non tanto recente del paese.
Ma questa volta il radicamento forte e a tratti trasversale dell’organizzazione tra la popolazione, colpita duramente da anni di austerità e dal default economico del 2022, ha sfiancato le ambizioni antidemocratiche della destra neoliberista, reazionaria e filocoloniale del paese, impossibilitata dinanzi alla continua mobilitazione di massa messa in campo dal Jvp.
Del Npp infatti fanno parte le numerose associazioni (sindacali, civiche, politiche ecc.) che curano gli interessi dei contadini e dei religiosi, dei militari e dei poliziotti, delle donne e delle giovani generazioni, queste ultime due particolarmente attive nella mobilitazione e nella proposta per una alternativa di sistema per il paese.
Proprio nel giugno nel 2024, si era tenuta al Teatro Garbatella di Roma la Conferenza delle donne del National People ‘s Power dello Sri Lanka, in tour per mezza Europa, dove si cominciava ad assaporare la possibilità di un cambio radicale nella vita sociale, culturale e politica dello Sri Lanka.
L’ufficialità di questo cambio non passerà di certo con la sola vittoria elettorale da parte della coalizione di sinistra guidata dai comunisti del Jvp.
Ma cominciare a intervenire sulle strutture di potere che garantiscono rendite coloniali e di posizione alla corrotta classe politica srilankese, ancorata a doppio filo allo sgocciolamento di quel che resta del Commonwealth britannico, è sicuramente un primo passo importante.
Per cominciare questo decisivo quanto difficile percorso, non resta che attendere la nomina ufficiale di Anura Kumara Dissanayake alla guida dell’isola.
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