Le forze di Hezbollah sono tornate ad attaccare Israele come rappresaglia per le esplosioni e i raid dei giorni scorsi, che hanno provocato decine di morti.
La Israel Broadcasting Corporation ha riferito che circa 120 razzi sono stati lanciati dal Libano durante la notte contro il nord di Israele, la maggior parte sarebbero stati intercettati ma alcuni hanno colpito in particolare l’area di Haifa. Sei israeliani risultano feriti.
La radio dell’Esercito e l’emittente Kan hanno confermato che Hezbollah ha per la prima volta preso di mira dall’inizio della guerra la base militare israeliana di Ramat David vicino ad Haifa, che il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant aveva visitato mercoledì scorso, nel pieno delle esplosioni in Libano di cercapersone e walkie talkie, annunciando “una nuova fase della guerra”.
Hezbollah ha affermato di aver preso di mira anche una struttura della Rafael Advanced Defense Systems, un importante industria militare nell’area della baia di Haifa, utilizzando razzi Fadi-1 e Fadi-2. Secondo la rete libanese Al Mayadeen, è stata la prima volta che sono stati usato questo tipo di razzi.
Il lancio di razzi contro il nord di Israele “è la prima risposta ai massacri e alle ripetute aggressioni” dei giorni scorsi, quando decine di persone sono state uccise o ferite in Libano dalle esplosioni di cercapersone e walkie talkie e nei raid a Beirut ha rivendicato Hezbollah, spiegando di aver colpito anche una base militare e un aeroporto vicino Haifa.
Un attacco con droni contro Israele è stato rivendicato dalla Resistenza Islamica che riunisce una serie di gruppi iracheni, mentre le Forze armate israeliane hanno fatto sapere di avere intercettato “diversi oggetti aerei sospetti” provenienti dall’Iraq.
La riunione del gabinetto di sicurezza israeliano prevista questa mattina è stata rinviata e a mezzogiorno quando si riunirà l’intero governo. Lo riferisce il Jerusalem Post.
“Con l’attacco alle nuove periferie meridionali, aumentano le indicazioni che il primo ministro israeliano Netanayahu sta spingendo Israele in una guerra aperta in Libano” – scrive oggi Al Jazeera – “l’escalation in corso e i ripetuti raid su Beirut, l’assassinio dei leader di Hezbollah, i bombardamenti e gli attentati con i cercapersone e le radio, il trasferimento dello sforzo militare da sud a nord vanno in questa direzione”.
Secondo alcuni analisti consultati dal network quatariota Netanyahu e un ampio segmento di israeliani vedono questa come l’occasione giusta per sbarazzarsi della minaccia di Hezbollah. La società israeliana, secondo Netanyahu, è diventata in qualche modo ricettiva alle pesanti perdite, così come alla lunga guerra o alla cattura di soldati che potrebbero verificarsi nella guerra con Hezbollah. Netanyahu vede l’attuale guerra di logoramento, che potrebbe durare per i mesi a venire, più pericolosa e costosa per Israele di una guerra diretta con Hezbollah.
La Israel Broadcasting Corporation ha riferito che circa 120 razzi sono stati lanciati dal Libano durante la notte contro il nord di Israele, la maggior parte sarebbero stati intercettati ma alcuni hanno colpito in particolare l’area di Haifa. Sei israeliani risultano feriti.
La radio dell’Esercito e l’emittente Kan hanno confermato che Hezbollah ha per la prima volta preso di mira dall’inizio della guerra la base militare israeliana di Ramat David vicino ad Haifa, che il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant aveva visitato mercoledì scorso, nel pieno delle esplosioni in Libano di cercapersone e walkie talkie, annunciando “una nuova fase della guerra”.
Hezbollah ha affermato di aver preso di mira anche una struttura della Rafael Advanced Defense Systems, un importante industria militare nell’area della baia di Haifa, utilizzando razzi Fadi-1 e Fadi-2. Secondo la rete libanese Al Mayadeen, è stata la prima volta che sono stati usato questo tipo di razzi.
Il lancio di razzi contro il nord di Israele “è la prima risposta ai massacri e alle ripetute aggressioni” dei giorni scorsi, quando decine di persone sono state uccise o ferite in Libano dalle esplosioni di cercapersone e walkie talkie e nei raid a Beirut ha rivendicato Hezbollah, spiegando di aver colpito anche una base militare e un aeroporto vicino Haifa.
Un attacco con droni contro Israele è stato rivendicato dalla Resistenza Islamica che riunisce una serie di gruppi iracheni, mentre le Forze armate israeliane hanno fatto sapere di avere intercettato “diversi oggetti aerei sospetti” provenienti dall’Iraq.
La riunione del gabinetto di sicurezza israeliano prevista questa mattina è stata rinviata e a mezzogiorno quando si riunirà l’intero governo. Lo riferisce il Jerusalem Post.
“Con l’attacco alle nuove periferie meridionali, aumentano le indicazioni che il primo ministro israeliano Netanayahu sta spingendo Israele in una guerra aperta in Libano” – scrive oggi Al Jazeera – “l’escalation in corso e i ripetuti raid su Beirut, l’assassinio dei leader di Hezbollah, i bombardamenti e gli attentati con i cercapersone e le radio, il trasferimento dello sforzo militare da sud a nord vanno in questa direzione”.
Secondo alcuni analisti consultati dal network quatariota Netanyahu e un ampio segmento di israeliani vedono questa come l’occasione giusta per sbarazzarsi della minaccia di Hezbollah. La società israeliana, secondo Netanyahu, è diventata in qualche modo ricettiva alle pesanti perdite, così come alla lunga guerra o alla cattura di soldati che potrebbero verificarsi nella guerra con Hezbollah. Netanyahu vede l’attuale guerra di logoramento, che potrebbe durare per i mesi a venire, più pericolosa e costosa per Israele di una guerra diretta con Hezbollah.
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La delegazione italiana presente in questi giorni in Libano per celebrare l’anniversario delle stragi di Sabra e Chatila nei campi profughi palestinesi è rientrata in Italia.
Oggi pomeriggio a Roma al Festival Falastin in corso ai giardini del Verano (ore 17:00) faranno un resoconto della situazione che hanno vissuto in questi giorni di ripetuti attacchi a Beirut e nel paese.
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