L’approvazione alla Camera del DdL 1660 fa fare un passo avanti ulteriore all’istituzione di uno Stato di Polizia, con l’obiettivo esplicito di togliere spazio e legittimità a tutte le azioni di lotta, di protesta, di dissenso e di disobbedienza.
Questo, infatti, fornisce formidabili strumenti agli apparati repressivi e svuota pericolosamente le armi di autodifesa del mondo del lavoro e degli sfruttati.
La strategia è chiara: espungere dall’alfabeto politico il conflitto e l’idea stessa di solidarietà, trasformando l’esplosione delle questioni sociali in problemi di ordine pubblico.
Non è un caso che questo avvenga all’interno di uno scenario di guerra e all’interno di una crisi sociale senza precedenti.
A una economia di guerra si affianca ora una guerra interna che, con questo provvedimento, il governo si appresta a inasprire nei confronti di chiunque provi a difendere le proprie condizioni materiali di vita.
USB intende opporsi a questo piano scellerato: stando dentro le mobilitazioni già in preparazione, attrezzando il suo quadro attivo a non accettare questo gravissimo arretramento, ponendo con forza l’esigenza di una risposta politica che coinvolga i settori sociali, ma anche quanti non possono non vedere in questo provvedimento uno dei pezzi della regressione degli istituti della democrazia borghese verso misure da regime poliziesco.
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