L’Ucraina sta affrontando una grave crisi demografica. Nel Paese infatti si registrano il più alto tasso di mortalità e il più basso tasso di natalità al mondo. È quanto riporta un recente rapporto del The World Factbook, sito statunitense che presenta studi quantitativi su vari aspetti della società.
I curatori del sito affermano di essere particolarmente letti dal governo statunitense. Nota curiosa, nella “home” un banner personalizzato rimanda direttamente al sito della Cia. Insomma, di certo non possono essere scambiati per “putiniani”...
Tornando alla notizia, i dati pubblicati rivelano che il tasso di mortalità dell’Ucraina ha raggiunto il 18,6 per 1.000 persone, il più alto a livello mondiale. Per fare un paragone, la Lituania, al secondo posto in questa classifica, ha un tasso di mortalità di 15,02 per 1.000 persone, seguita dalla Serbia con 14,9.
Il tasso di mortalità della Russia si attesta a 14 per 1.000 persone, mentre all’altro capo dello spettro, il Qatar ha il tasso di mortalità più basso con 1,4 per 1.000 persone. L’Italia è al 22° posto con 11,2 decessi ogni 1000 persone.
Dall’altra parte, anche il tasso di natalità dell’Ucraina è il più basso al mondo, con solo 6 nascite ogni 1.000 persone.
Questa situazione si è venuta deteriorando negli ultimi anni. Nella prima metà del 2024, l’Ucraina ha registrato 87.655 nascite, con un calo del 9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (che era anch’esso un anno di guerra).
Nello stesso periodo i decessi accertati sono stati 250.972, portando il rapporto tra perdite e nuovi arrivi a 3 contro 1, mentre era a 2 contro 1 nel biennio pre-pandemia.
Con poca sorpresa, evidenti sono le disparità regionali. Gli oblast orientali in prima linea sono quelli maggiormente colpiti, con quello di Kherson che ha registrato solo 221 nascite nella prima metà del 2024.
All’interno della generale decadenza economica e sociale conosciuta dall’Ucraina negli ultimi 30 anni, è interessante notare come a partire dall’Euromaidan, secondo i dati forniti dal Ministero della Salute, i tassi di natalità in Ucraina sono diminuiti di circa il 7% all’anno. La guerra quindi ha esacerbato una tendenza già ben presente nella società ucraina.
Questi dati demografici dipingono un quadro preoccupante per il futuro ucraino. Le ripercussioni sono ben visibili sull’economia e sui servizi sociali, già duramente colpiti dalle privatizzazioni avviate dopo la fine dell’Unione Sovietica.
La situazione è talmente grave che persino i più fieri fautori del sentimento antirusso, come l’ufficiale in riserva e oggi osservatore militare Tatarigami, è costretto ad ammettere che “il collasso del paese è una possibilità reale”.
La verità è che la guerra per procura combattuta “fino all’ultimo ucraino” contro la Russia, per conto della Nato, sta decimando lo stesso popolo gialloblu sin dal colpo di Stato del 2014.
Il sostegno alla cosiddetta “resistenza ucraina” espresso a più riprese dalla totalità dell’arco parlamentare italiano non è altro che il lasciapassare per il massacro in primis delle nuove generazioni ucraine, spedite in massa al fronte contro un nemico creato artificialmente da 30 anni di propaganda filoccidentale e contro cui oggi si segnalano migliaia di diserzioni tra le fila dell’esercito.
L’invio di armi, votato a più riprese dal governo Draghi prima e da quello Meloni poi, macchia di sangue le mani della classe politica italiana, così come avviene per il genocidio del popolo palestinese.
Lo stop dell’invio di armi al fronte e l’attivazione diplomatica per la fine del conflitto sarebbero le uniche iniziative in grado di contrastare realmente la guerra in corso.
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