Per fortuna l’Unione Europea non è (ancora) uno Stato e il Parlamento di Strasburgo non è un parlamento vero (ossia titolare del potere legislativo, come in qualsiasi “democrazia liberale”). Altrimenti da oggi sarebbe (e saremmo, ahinoi) in guerra con la Russia e a meno di un millimetro dalla guerra nucleare.
Solo 131 europarlamentari hanno ragionato freddamente, con motivazioni e valori anche molto diversi, e hanno votato contro una mozione in egual misura guerrafondaia e idiota. Altri 63 hanno scelto la via più timida dell’astensione, ma ben 425 hanno obbedito al richiamo della foresta e si sono resi servi di un avventurismo che sarebbe stato senza ritorno, se non fosse appunto un esercizio di retorica privo di effetti immediatamente pratici.
La risoluzione proposta dalla “maggioranza Ursula” (Popolari, Socialisti, Liberali, ma anche molti dei diversi “Verdi” nazionali) non si limita infatti a ribadire il “sostegno economico, politico e militare all’Ucraina”, ma (art. 8) si spinge ad invitare «gli Stati membri a revocare immediatamente le restrizioni all’uso dei sistemi d’arma occidentali forniti all’Ucraina contro legittimi obiettivi militari sul territorio russo, in quanto ciò ostacola la capacità dell’Ucraina di esercitare pienamente il suo diritto all’autodifesa ai sensi del diritto internazionale pubblico e lascia l’Ucraina esposta ad attacchi contro la sua popolazione e le sue infrastrutture».
Una formula irresponsabile ed anche vigliacca, perché omette di nominare la vera sostanza della risoluzione.
Il problema, infatti, non è “autorizzare l’Ucraina” a sparare sul territorio russo con le armi fornite dall’Occidente. Questo già avviene dall’inizio della guerra, e dunque non avrebbe senso ripeterlo e addirittura chiedere un voto parlamentare.
Il punto vero è autorizzare i propri militari, quelli della Nato, a guidare in prima persona i missili a lungo raggio – già forniti o da fornire a Kiev – utilizzando tutti i sistemi (dall’elettronica ai satelliti) di cui l’Ucraina notoriamente non dispone.
Come abbiamo provato a spiegare con qualche dettaglio in più, “per far sì che un missile JASSM-ER possa essere pienamente operativo – ovvero stare in volo in attesa di ricevere le informazioni decisive per raggiungere un bersaglio scelto magari all’ultimo momento ‘da terra’ (dai ‘guidatori’ assistiti dai data link), ci vuole personale Nato con accesso ai sistemi dell’Alleanza”.
Ed è lapalissiano che se militari Nato si mettono a sparare missili contro la Russia, o chiunque altro, la risposta non potrà che riguardare tutta la Nato e quindi in primo luogo l’Europa guidata da questa masnada di imbecilli irresponsabili, che giocano col fuoco illudendosi che a scottarsi sarà qualcun altro.
Possono sembrare “parole forti” (imbecilli irresponsabili), ma trovate voi quelle più adatte, se ce ne sono. È già imbarazzante che “giornalisti professionisti” non si prendano la briga di informarsi almeno un poco – come abbiamo fatto noi – sul tipo di armi di cui si chiede “l’autorizzazione all’utilizzo”. Ma che dei “deputati” benissimo pagati (da noi, peraltro) schiaccino un bottone senza neanche studiare un attimo a cosa servano e come funzionino le “autorizzazioni” che stanno votando è qualcosa che nessuna parola, per quanto offensiva, può descrivere adeguatamente.
Il resto è paccottiglia di qualità ancora più infima. Parliamo degli arzigogolati distinguo con cui diversi gruppi parlamentari, o singoli deputati, hanno votato o si sono astenuti su singoli punti di questa risoluzione.
Per restare solo ai rappresentanti italiani, il PD ha votato a favore insieme ai fascisti di Fratelli d’Italia e ai berlusconiani di Tajani (che nelle interviste dice invece che l’Italia non è in guerra con la Russia e quindi non autorizza l’uso delle proprie armi in territorio di Mosca). I Cinquestelle hanno votato contro, e anche la Lega (per motivi che risalgono al Metropole...). Ma soltanto sull’articolo 8 (quello relativo all’“autorizzazione”, citato prima).
Pasticci con le parole, insomma, per provare a nascondere una responsabilità che sarebbe enorme se non fosse al momento priva di effetti.
Ma è chiaro che degli effetti ci saranno comunque, perché questo voto crea un clima politico sempre più sbilanciato a favore della guerra, anche se sono ancora i singoli stati a poter prendere oppure no iniziative militari.
Per ora sono gli Stati Uniti – i veri padroni della e nella Nato – ad esitare. I missili più pericolosi sono di fabbricazione USA, e così anche il complesso dei sistemi per guidarli. Dunque gli altri membri della NATO possono pronunciare tutte le parole che vogliono, votare qualsiasi risoluzione, ma il dito sul grilletto è della Casa Bianca.
Cui pare sia arrivato un messaggio molto chiaro da parte della Russia, per i normali e silenziosi canali di “emergenza nucleare”: stavolta non si scherza, se ci venite a bombardare voi direttamente allora vi tiriamo il meglio che abbiamo, a partire dai missili ipersonici Avangard, non intercettabili per via della velocità a cui viaggiano (tra i 21 e i 32mila chilometri l’ora). Ovviamente con testate altamente “dissuasive”.
È l’argomento che pare abbia convinto anche il fomentatissimo pseudo-laburista britannico Starmer – che era già partito per dare “l’autorizzazione finale” – nel breve ma intenso colloquio avuto con Joe Biden: il primo missile sarebbe stato su Londra.
Insomma, la guerra definitiva, in cui nessuno può vincere e stabilire la propria egemonia sul mondo. Per la buona ragione che non esisterebbe un mondo da egemonizzare.
Di questo avvertimento ha parlato diffusamente Scott Ritter, ex ufficiale dell’intelligence dei marines statunitensi, nel corso dell’intervista condotta da George Galloway, ex parlamentare laburista inglese (di sinistra, eletto per ben sette legislature consecutive). Ma chi li sta a sentire, se c’è solo da obbedire?
Buon ascolto...
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