Non si può certo rimproverare a Lia Quartapelle una mancanza di coerenza.
Nelle elezioni di marzo 2013, viene eletta alla Camera dei deputati. Da quell’anno fa parte della Direzione del Partito Democratico.
Nella XVII legislatura (2013-2018) è membro della Commissione Esteri. Nel 2015 accompagna Matteo Renzi alla “Conferenza per il finanziamento dello sviluppo di Addis Abeba”.
Grazie a una sua proposta di legge approvata all’unanimità, la Brigata Ebraica ha ricevuto la medaglia d’oro al valor militare per la Resistenza.
A marzo 2021, diventa responsabile esteri e portavoce internazionale e del Partito Democratico nella segreteria di Enrico Letta, tra i fautori più accesi dello scontro militare con la Russia e l’invio di armi all’Ucraina.
Nella XIX legislatura (quella attuale), diventa vice-presidente della Commissione parlamentare esteri, e coordina gli intergruppi parlamentari di lavoro United Ukraine-Italia, Cooperazione Internazionale, e “Amici del Popolo Bielorusso”. In questa veste conduce la prima delegazione parlamentare italiana in visita in Ucraina, con cui visita la cattedrale di Odessa poco dopo il bombardamento del 22 luglio 2023.
Tuttavia, nella sua decennale carriera politica, sempre ai vertici della politica estera del PD, non hai mai speso una parola sul massacro della Casa dei Sindacati ad Odessa del 2 maggio 2014. Una strage terribile ad opera di sostenitori del governo golpista guidati da squadre di neonazisti ucraini che ufficialmente provocò 48 vittime ma che, secondo stime non ufficiali, potrebbero essere state anche 150, cui vanno aggiunti diversi centinaia di feriti scampati per poco all’eccidio. Le autorità ucraine non effettuarono alcuna indagine approfondita come accertato da un rapporto delle Nazioni Unite. In 10 anni, la Quartapelle non ha mai chiesto conto di ciò alle autorità ucraine.
A marzo del 2024 è tra i promotori del manifesto “Dal 7 ottobre alla pace” con Giuliano Amato, Gennaro Migliore e Ivan Scalfarotto, promosso da ‘Sinistra per Israele‘ sulla crisi in Medio Oriente. Una iniziativa totalmente incentrata sui fatti del “7 Ottobre”, sul “terrorismo di Hamas” e sulla rimozione della drammatica condizione in cui è costretto il popolo palestinese da 76 anni a questa parte. Ovviamente, non una parola sul genocidio in atto a Gaza e – men che meno – sulle politiche israeliane “espansive” in Cisgiordania come sui terrificanti bombardamenti in Libano degli ultimi giorni.
Da sempre ultra-atlantista, pasdaran della guerra totale alla Russia e sinofoba estrema, la ex renziana Quartapelle, ora è personaggio di punta dell’area interna al PD dei “riformisti” guidati da Alessandro Alfieri che si ritrovano sulle posizioni di Paolo Gentiloni e di Lorenzo Guerini.
I due (uno commissario europeo all’economia uscente, l’altro presidente del Copasir), insieme a Giorgio Gori, Filippo Sensi e Pina Picierno, hanno fatto sapere di essere nettamente contrari alla (pilatesca) linea del “pacifismo pragmatico” promossa dalla segreteria Schlein. E di non aver affatto gradito l’astensione (mica il voto contrario) al Parlamento europeo di giovedì scorso sull’autorizzazione all’uso delle armi in territorio russo per Zelenski.
Tutti insieme appassionatamente hanno annunciato una “dura battaglia sui social” contro l’attuale segreteria.
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