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11/03/2025

Italia - Altri miliardi per gli inutili F-35

Il Parlamento a breve dovrà discutere e autorizzare l’acquisto di altri 25 caccia F-35 della statunitense Lockheed Martin sui quali però è emerso un dettaglio non certo irrilevante reso noto dai servizi di intelligence francesi, soprattutto in questi tempi di relazioni imprevedibili con gli Stati Uniti.

“Molti esperti e osservatori hanno scoperto oggi che degli F-35 che quasi tutte le nazioni europee hanno acquisito, molti aspetti restano sotto stretto controllo statunitense, riducendo quindi la capacità operativa di impiegarli in contesti non condivisi con Washington”, riporta ieri il sito specializzato Analisi Difesa, precisando che “Gli USA mantengono il controllo sul software, la logistica, la manutenzione fino alla possibilità di limitare l’uso operativo dei velivoli”.

Non solo viene da chiedersi perché continuare a spendere soldi per un caccia statunitense il cui controllo software rimane nelle mani USA e quindi, come nel caso di Starlink, continuerebbero a essere gli Stati Uniti a decidere se quegli aerei possono decollare o meno, ma ci sono anche altri interrogativi che le classi dirigenti in Italia continuano a omettere e che invece meritano di essere conosciute.

Ad esempio sui moltissimi denari spesi per gli aerei militari, le decisioni in questi anni dei governi italiani – tutti ma proprio tutti – sono apparse schizofreniche o, se volete, un po’ “democristiane”, nel senso che ne compriamo un po’ di qua e un po’ di là e ci teniamo buoni tutti. Ma i risultati sul piano operativo di questo metodo di acquisto non sono affatto eccellenti.

È Peacelink a ricordarci come questa “schizofrenia democristiana” ha agito materialmente anche nel 2024.

A luglio 2024, il governo ha infatti stanziato 7,4 miliardi di euro per l’acquisto di 24 nuovi caccia Eurofighter, aggiornati per missioni di bombardamento. L’Eurofighter è il cosiddetto ‘caccia europeo’. Viene prodotto da Leonardo, Bae Systems ed Airbus.

A settembre 2024 con l’acquisto di 25 caccia F-35, il governo Meloni incrementa un già controverso programma, portando la spesa totale per questi velivoli a 7 miliardi di euro. Questa decisione si aggiunge agli impegni già presi per altri 90 F-35 prodotti dalla statunitense Lockheed e parzialmente assemblati a Cameri, in provincia di Novara. Ma il software, l’elemento decisivo in queste armi iper-tecnologiche, rimane nelle mani degli Stati Uniti. Funzioneranno, insomma, solo se loro ce lo permetteranno da Washington…

Infine, a novembre 2024 è stato varato il prototipo del caccia Tempest (GCAP). Il Tempest è prodotto da un consorzio formato da Ge Uk, Gkn, Collins Aerospace, Martin Baker, Qinetiq, Bombardier e Thales Uk, alle quali si è unita anche la svedese Saab.

Con un investimento di 7,5 miliardi di euro, il Parlamento italiano ha approvato lo sviluppo del prototipo del caccia di sesta generazione Tempest nell’ambito del programma GCAP (Global Combat Air Programme). Sul futuro di questo progetto mancano però parecchie certezze. Nel dibattito parlamentare la stima dei costi ipotizzata è giunta anche a 8,8 miliardi di euro.

“In totale, nelle ultime due stagioni del 2024 si registra un impegno di 21,9 miliardi di euro per progetti bellici nel solo campo aeronautico e nel solo campo di questo genere di sistemi d’arma” – scrive Peacelink“Si tratta di cifre impressionanti che evidenziano una preoccupante escalation nella spesa militare del governo italiano che incontrano non solo scarsa resistenza nell’opposizione ma anche una cerca compiacenza”.

Ma accollare questo pasticciaccio al solo governo Meloni sarebbe ingiusto. È doveroso ricordare che anche per Conte sarà impossibile nascondere le decisioni assunte quando stava a Palazzo Chigi.

Nell’autunno del 2019, infatti, fu il premier del governo – allora “giallorosè” – a dare il via libera all’acquisto di 27 F-35, assecondando il piano pluriennale della Difesa che sta per ultimarsi (arrivando a 125 F-35), con l’acquisto degli altri 25 aerei su cui deve decidere a breve il Parlamento. E anche allora non ci furono grosse opposizioni, né nella maggioranza né nell’opposizione.

Come al solito le spese militari mettono d’accordo tutti confermando solide convergenze bipartisan. Lo verificheremo a breve nel dibattito parlamentare che dovrà autorizzare l’acquisto di questi altri F-35.

Il Corriere della Sera ci segnala però degli ulteriori appuntamenti che attendono il Parlamento su snodi significativi nel contesto di questo clima di riarmo e di guerra in cui siamo ormai immersi.

Il 18 marzo a Palazzo Madama, davanti alle Commissioni riunite, si terrà l’audizione di Draghi, autore del Rapporto sulla Competitività per l’Europa che è praticamente il manifesto politico/economico delle ambizioni imperialiste europee cui si è ispirata la Von der Leyen.

Nello stesso giorno la Meloni riferisce alle Camere in vista del vertice del Consiglio Europeo che dovrà ratificare e attuare le decisioni prese cinque giorni fa in materia di riarmo europeo.

Infine, il 19 marzo a Montecitorio ci sarà l’attesa audizione di John Elkann, il presidente di Stellantis. Come noto, nella discussione sul futuro di Stellantis in Italia stanno emergendo anche ipotesi di riconversione di alcuni settori produttivi dal civile al militare, contenuti in un documento “riservato” di Palazzo Chigi e dei ministeri interessati, incluso quello della Difesa.

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