Ammazza, che rinnovamento! Il Veneto è passato armi e bagagli da Berlusconi (e la Lega) a Renzi, portandosi dietro qualche "piccolo" strascico. Corruzione ambientale generalizzata, incentrata soprattutto sui lavori del Mose, il contestato (dalla popolazione) sistema di dighe mobili che - immaginato per risolvere il problema dell'"acqua alta" - rischia di destabilizzare per sempre il complesso sistema della laguna veneziana.
Il sindaco del capoluogo Giorgio Orsoni, eletto nel 2010 nelle liste del cosiddetto centrosinistra, battendo nientepopodimeno che Renato Brunetta, è stato arrestato nell'inchiesta per corruzione, concussione e riciclaggio, della Procura di Venezia. L'indagine era partita mettendo sotto la lente l'attività di Giorgio Baita, ex amministratore delegato della Mantovani, in specifico per quanto riguarda gli appalti per il Mose.
Insieme a lui è finito dentro anche l'assessore regionale alle Infrastrutture, Renato Chisso, vero girovago della politica locale, nato nell'entourage di Gianni De Michelis e finito (nelle ultime elezioni) in Forza Italia.
Ma l'operazione nel suo complesso appare davvero estesa: sono finite in manette 35 persone, mentre gli indagati sarebbero un altro centinaio.
Ma il nome eccellente è quello di Giancarlo Galan, ex presidente della Regione, ex ministro berlusconiano, oggi senatore. Naturalmente non è stato arrestato, ma è stata presentata la richiesta di prammatica presso gli uffici del Senato.
In carcere anche il consigliere regionale del Pd, Giampiero Marchese, gli imprenditori Franco Morbiolo e Roberto Meneguzzo, nonché il generale in pensione Emilio Spaziante. Un quadretto quasi idilliaco, che dimostra come "il sistema" corruttivo non lasci fuori praticamente nessuno che conti qualcosa. Una mazzetta a te, una a me, una a lui che così sta zitto. Ammazza, che rinnovamento!
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