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02/06/2014

Palestina - Netanyahu ha già deciso le ritorsioni contro governo Fatah-Hamas

Il governo Netanyahu, riunito in seduta di emergenza la scorsa notte, ha già deciso le misure che adotterà dopo l’annuncio, previsto oggi, del nuovo esecutivo palestinese frutto dell’accordo di riconciliazione tra il partito laico Fatah e il movimento islamico Hamas siglato lo scorso 23 aprile. La stampa riferisce che saranno interrotti tutti i contatti con l’Autorità nazionale del presidente Mahmud Abbas, ad eccezione, naturalmente, del coordinamento di sicurezza, l’unico aspetto che davvero interessa a Israele. Inoltre sarà limitato il trasferimento dei fondi palestinesi raccolti con tasse e dazi doganali per il transito delle merci e per altre attività commerciali ed economiche da e per i Territori occupati.

Già ieri Netanyahu aveva ordinato lo stop di tre futuri ministri che da Gaza intendevano andare in Cisgiordania in occasione dell’annuncio del nuovo governo. Più di tutto ha invitato la comunità internazionale a non riconoscere il nuovo governo. ”Si basa sul sostegno di Hamas che è una organizzazione terroristica”, ha ammonito il premier.

Un messaggio rivolto anche agli alleati americani che se da un lato appoggiano la linea di Israele – “la risposta israeliana (alla riconciliazione Fatah-Hamas, ndr) è stata appropriata”, ha commentato qualche giorno fa il segretario di stato John Kerry – dall’altro non hanno ancora preso una decisione finale sul nuovo esecutivo palestinese che sarà tecnico e che nelle posizioni che contano avrà  personalità vicine a Mahmud Abbas, a cominciare dal premier Rami Hamdallah.

Ieri Kerry ha avuto un lungo colloquio telefonico con il presidente palestinese che dovrebbe incontrare domani in Giordania. Il capo della diplomazia americana si è detto “inquieto” per l’appoggio di Hamas al nuovo esecutivo. Da parte sua Abbas ha ripetuto che il nuovo governo riconoscerà Israele e gli accordi già firmati. Allo stesso tempo ha annunciato anche che i palestinesi non rimarranno a guardare di fronte alle misure punitive di Netanyahu, lasciando intendere che si rivolgeranno alle corti internazionali per denunciare l’occupazione israeliana.

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