Proprio le linee di produzione abbandonate dal 2009 sono al centro del progetto di rinascita del brand, lanciato su Kickstarter e arrivato a raccogliere, a poco meno di 10 giorni dalla chiusura, più dei fondi inizialmente stabiliti come obiettivo. FILM Ferrania, di Nicola Baldini e Marco Pagni, recupererà i macchinari della vecchia compagnia e li rimetterà in funzione in un nuovo stabilimento produttivo. Per ora i primi passi sono stati mossi all'interno dell’edificio che fu il centro ricerca e sviluppo di Ferrania (L.R.F.) e che contiene una versione in miniatura della linea di produzione della pellicola: la linea è però troppo piccola per poter produrre abbastanza pellicola e i costi risultano molto alti.
Il team non ha molto tempo per recuperare il resto delle linee produttive dai vecchi edifici, in quanto la demolizione di questi ultimi è stata anticipata alla fine di quest'anno. In particolare vanno salvati Trixie, impianto industriale per la produzione del triacetato, Walter, laboratoria di sintesi chimica per la realizzazione di sostanze fotosensibili, e Big Boy, l'impianto dove le emulsioni e il supporto in triacetato vengono messi insieme. Con le attrezzature attuali la nuova Ferrania ha intenzione di produrre un piccolo lotto di pellicola già a partire dalla fine di quest'anno, in attesa di mettere all'opera gli impianti più grandi.
Si tratta di una versione reingegnerizzata dello ScotchChrome, una pellicola 100 ASA invertibile colore per luce diurna originariamente sviluppata dalla società Imation e prodotta da Ferrania fino al 2003 e sarà messa a disposizione nei formati fotografici (135mm/36 pose e 120) e cinematografico (Super 8 e 16mm): il primo lotto verrà messo a disposizione esclusivamente a chi ha supportato la campagna di fund raising su Kickstarter.
Fonte
Ritorno al passato, tecnologico e personale. tanti se su quest'operazione a partire dal piano industriale dei novelli imprenditori e soprattutto le ricadute occupazionali, ma quelle serie, non alla Renzi o mini-job per intenderci-
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