Due giorni di negoziati tra Kiev e Mosca dopo le difficili elezioni interne all’Ucraina e l’incubo di un gelido inverno sembra sfumato col saldo di vecchi debiti. Firmato l’accordo che assicura le forniture di gas a Kiev sino a marzo 2015 e un’aggiunta al contratto tra Naftogaz e Gazprom.
Dopo 6 mesi di negoziati nessuno rimarrà al freddo il prossimo inverno. Forse. L’accordo prevede forniture per 4 miliardi di metri cubi sino a fine marzo a un prezzo di 385 dollari per mille metri cubi. Con partita dei vecchi conti da saldare: il pagamento di 3,1 miliardi di dollari di debiti di Kiev in 2 tranche, la prima da 1,45 miliardi entro domani e la seconda da 1,65 entro fine anno. L’Ucraina garantisce i pagamenti grazie a un fondo Fmi da 3,1 mld di dollari per il pregresso, mentre le nuove forniture verranno garantite dai finanziamenti dei programmi di assistenza finanziaria Fmi-Ue.
Mentre la partita strategica sul gas si avviava alla soluzione, nuove tensione sui cieli europei dalle isterie baltiche. Allerta Nato ieri sullo sconfinamento dei caccia russi sui cieli europei, l’Alleanza atlantica resta vigile: dall’inizio del 2014, con l’aumentare della tensione in Ucraina, la Nato ha registrato un incremento significativo dell’attività dell’aviazione russa. Non c’è una nuova guerra fredda, sostengono alla Nato ma parlano di provocazioni russe. Mosca nega e ribalta le accuse. Per Russia Today i 26 caccia russi ‘sono rimasti tutti bene all’interno dello spazio aereo internazionale’.
Emblematico delle tensioni fuori misura, il caso dell’aereo lettone, uno degli Stati baltici più anti russi. Ieri la tensione sui cieli europei era stata alimentata proprio da un aereo civile lettone che l’aviazione militare britannica ha intercettato e fatto atterrare all’aeroporto londinese di Stansted dopo che aveva interrotto o perso le comunicazioni con la torre di controllo. Nell’audio si può ascoltare l’ultimatum impartito dai caccia della Raf al cargo. In Ucraina intanto si continua a sparare e a morire. Scontri a Donetsk: nelle ultime 24 ore di combattimento, uccisi 7 soldati e 2 civili.
Grandi tensioni e assieme grandi affari, e non solo per il gas. Si litiga o si fa finta di farlo tra Parigi e Mosca per la consegna della nave militare classe Mistral, costruita per la Russia e ora sottoposta ad ‘embargo’. Dopo l’annuncio dato dal vice premier russo Dmitry Rogozin sulla consegna della prima nave da guerra da parte di Parigi a Mosca, arriva la smentita del ministro delle Finanze francese Michel Sapin: “non ci sono al momento le condizioni per consegnare le unità a Mosca”. Prima la normalizzazione della situazione nel Donbass ucraino, dice, ma quei miliardi alla Francia servono.
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