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26/10/2014

La crisi delle imprese? Colpa delle banche...

E' una contraddizione interna al capitale, lo sappiamo. Ma è lo stesso interessante. Mentre il governo prova ancora a raccontare la favola per cui è colpa dell'art. 18 e dei (residui) diritti dei lavoratori se l'economia è ferma, gli investimenti non partono, le imprese faticano, ecc... ecco che gli imprenditori veri - quelli piccoli e piccolissimi, artigiani compresi - dicono che invece è anche colpa delle banche. E non poco. 89 miliardi di prestiti in meno, in pochissimi anni, signifca aver strozzato sul letto d'ospedale decine di migliaia di imprese, con un proporzionale numero di dipendenti spediti per strada.
A meno di non voler accusare anche questi di essere "comunisti nostalgici", ecco i dati forniti dalla Cgia di Mestre (Cgia: confederazione degli artigiani, non Cgil, Usb o Cobas!). 

***** 

Credit crunch: dal 2011 i prestiti bancari alle imprese sono diminuiti di 89 miliardi di euro.


Dall’agosto del 2011 allo stesso mese di quest’anno, i prestiti bancari alle imprese italiane sono diminuiti di 89 miliardi di euro (- 8,9 per cento).

Nella storia recente del nostro Paese – fa sapere Giuseppe Bortolussi segretario della CGIA non si era mai verificata una contrazione del credito alle imprese così vigorosa. E dopo i risultati emersi dallo stress test voluto dalla Bce, la situazione potrebbe addirittura peggiorare”.

Infatti, delle 25 “bocciature” certificate dalla Banca centrale europea, ben nove riguardano altrettanti istituti di credito italiani. Nessun altro Paese in Ue ha registrato uno score peggiore del nostro. Se sette banche si sono già ricapitalizzate in questi ultimi mesi, altre due, come Mps e Carige, dovranno farlo nei prossimi mesi.

E’ evidente – prosegue Bortolussi – che a pagare il conto sono state e saranno soprattutto le imprese. Come è già successo in questi ultimi anni, l’aumento della patrimonializzazione degli istituti di credito ha comportato  una forte riduzione degli affidamenti a danno soprattutto delle piccole e piccolissime imprese che, da sempre, sono sottocapitalizzate e a corto di liquidità. Con il pericolo che molte attività scivolino verso la rete tesa dagli usurai”.
Anche se negli ultimi anni il numero delle denunce effettuate alle Forze di polizia e all’Autorità giudiziaria rimane ancora molto contenuto e non presenta variazioni di rilievo, esiste il ragionevole sospetto che la forte contrazione dei prestiti registrata in questi ultimi anni nei confronti delle famiglie e soprattutto delle imprese abbia incentivato molti di questi soggetti a ricorrere a forme illegali di approvvigionamento del credito. 

Ritornando ai dati, la CGIA fa notare che oltre alla forte riduzione dei credito in questi ultimi anni abbiamo assistito anche ad una corrispondente impennata delle sofferenze in capo alle imprese. Dal 2011 al 2014 sono cresciute di 63,1 miliardi di euro (+ 83,6 per cento). Ad agosto di quest’anno le sofferenze ammontavano a 138,6 miliardi di euro. 
La responsabilità della stretta creditizia che stiamo vivendo in questo momento – conclude Bortolussi – non è ovviamente da addebitare solo alle banche. Purtroppo, molte imprese sfiancate dalla crisi e sempre più in difficoltà non sono riuscite a restituire i prestiti bancari ricevuti e ciò ha bloccato il mercato del credito. Un problema che il Governo deve assolutamente affrontare, aprendo un tavolo di confronto tra l’Associazione bancaria e i rappresentanti delle categorie produttive”.

I prestiti alle imprese (*) e le relative sofferenze


Valori in milioni di euro; var. in milioni di euro e in % 
Dati a fine agosto
di ogni anno
PRESTITI
A IMPRESE
SOFFERENZE IN CAPO A IMPRESE
INCIDENZA SOFFERENZE IN CAPO A IMPRESE
(in % su prestiti)
2011
1.001.593,5
75.522,0
7,5%
2012
974.307,1
87.918,4
9,0%
2013
925.746,2
109.565,5
11,8%
2014
912.579,3
138.641,8
15,2%




Var. ass.
(2014-2011) in mln €
-89.014,2
+63.119,8

Var. % 2014/2011
-8,9%
+83,6%
+7,7%

Elaborazione Ufficio Studi CGIA su dati Banca d’Italia
(*) Società non finanziarie e famiglie produttrici.

Fonte

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