A meno di non voler accusare anche questi di essere "comunisti nostalgici", ecco i dati forniti dalla Cgia di Mestre (Cgia: confederazione degli artigiani, non Cgil, Usb o Cobas!).
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Credit crunch: dal 2011 i prestiti bancari alle imprese sono diminuiti di 89 miliardi di euro.
Dall’agosto
del 2011 allo stesso mese di quest’anno, i prestiti bancari alle
imprese italiane sono diminuiti di 89 miliardi di euro (- 8,9 per
cento).
“Nella
storia recente del nostro Paese – fa sapere Giuseppe Bortolussi
segretario della CGIA – non si era mai verificata una contrazione del
credito alle imprese così vigorosa. E dopo i risultati emersi dallo
stress test voluto dalla Bce, la situazione potrebbe addirittura
peggiorare”.
Infatti,
delle 25 “bocciature” certificate dalla Banca centrale europea, ben
nove riguardano altrettanti istituti di credito italiani. Nessun altro
Paese in Ue ha registrato uno score peggiore del nostro. Se sette banche
si sono già ricapitalizzate in questi ultimi mesi, altre due, come Mps e Carige, dovranno farlo nei prossimi mesi.
“E’
evidente – prosegue Bortolussi – che a pagare il conto sono state e
saranno soprattutto le imprese. Come è già successo in questi ultimi
anni, l’aumento della patrimonializzazione degli istituti di credito ha
comportato una forte riduzione degli affidamenti a danno soprattutto
delle piccole e piccolissime imprese che, da sempre, sono
sottocapitalizzate e a corto di liquidità. Con il pericolo che molte
attività scivolino verso la rete tesa dagli usurai”.
Anche
se negli ultimi anni il numero delle denunce effettuate alle Forze di
polizia e all’Autorità giudiziaria rimane ancora molto contenuto e non
presenta variazioni di rilievo, esiste il ragionevole sospetto che la
forte contrazione dei prestiti registrata in questi ultimi anni nei
confronti delle famiglie e soprattutto delle imprese abbia incentivato
molti di questi soggetti a ricorrere a forme illegali di
approvvigionamento del credito.
Ritornando
ai dati, la CGIA fa notare che oltre alla forte riduzione dei credito
in questi ultimi anni abbiamo assistito anche ad una corrispondente
impennata delle sofferenze in capo alle imprese. Dal 2011 al 2014 sono
cresciute di 63,1 miliardi di euro (+ 83,6 per cento). Ad agosto di
quest’anno le sofferenze ammontavano a 138,6 miliardi di euro.
“La
responsabilità della stretta creditizia che stiamo vivendo in questo
momento – conclude Bortolussi – non è ovviamente da addebitare solo alle
banche. Purtroppo, molte imprese sfiancate dalla crisi e sempre più in
difficoltà non sono riuscite a restituire i prestiti bancari ricevuti e
ciò ha bloccato il mercato del credito. Un problema che il Governo deve
assolutamente affrontare, aprendo un tavolo di confronto tra
l’Associazione bancaria e i rappresentanti delle categorie produttive”.I prestiti alle imprese (*) e le relative sofferenze
Valori in milioni di euro; var. in milioni di euro e in %
Dati a fine agosto
di ogni anno |
PRESTITI
A IMPRESE
|
SOFFERENZE IN CAPO A IMPRESE
|
INCIDENZA SOFFERENZE IN CAPO A IMPRESE
(in % su prestiti)
|
2011
|
1.001.593,5
|
75.522,0
|
7,5%
|
2012
|
974.307,1
|
87.918,4
|
9,0%
|
2013
|
925.746,2
|
109.565,5
|
11,8%
|
2014
|
912.579,3
|
138.641,8
|
15,2%
|
Var. ass.
(2014-2011) in mln € |
-89.014,2
|
+63.119,8
|
|
Var. % 2014/2011
|
-8,9%
|
+83,6%
|
+7,7%
|
Elaborazione Ufficio Studi CGIA su dati Banca d’Italia
(*) Società non finanziarie e famiglie produttrici.
Fonte
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