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24/10/2014

Ban Ki-moon: «Inchiesta sugli attacchi israeliani alle sedi Onu»

di Michele Giorgio

Ban Ki-moon lo aveva comunicato già nella visita della scorsa settimana a Gaza. Martedì è arrivato l’annuncio ufficiale del Segretario generale delle Nazioni unite alla riunione del Consiglio di Sicurezza. L’Onu prevede di istituire una commissione d’inchiesta che prenderà in esame gli attacchi compiuti dalle forze armate israeliane contro le sue strutture a Gaza, durante l’offensiva «Margine Protettivo» di luglio e agosto. L’indagine riguarderà l’uccisione di decine dei civili palestinesi che nei giorni del conflitto tra Israele e Hamas avevano trovato rifugio dai bombardamenti in edifici scolastici dell’Unrwa (Onu). Si indagherà anche sui ritrovamenti di razzi, di Hamas, in tre edifici scolastici sempre dell’Unrwa. «Ho intenzione di andare avanti con la costituzione di un consiglio indipendente di inchiesta per esaminare i casi più gravi (di attacchi israeliani, ndr), così come i casi in cui sono state trovate armi nei locali dell’Onu», ha comunicato Ban Ki-moon.

«Mi attendo anche l’inizio di un’indagine approfondita da parte delle forze israeliane sugli incidenti in cui strutture dell’Onu sono state colpite e molte persone innocenti sono state uccise», ha aggiunto. Israele ha messo in chiaro dopo il cessate il fuoco del 26 agosto che non collaborerà con alcuna inchiesta internazionale che prenderà in esame l’operato delle sue forze armate a Gaza e avrebbe avviato qualche indagine interna. La scorsa settimana il premier Netanyahu, criticando Ban Ki-moon che aveva parlato di distruzioni a Gaza «oltre ogni immaginazione», ha alzato la voce per denunciare una presunta restituzione ad Hamas, da parte di funzionari dell’Onu, dei razzi trovati nelle scuole.

«Margine Protettivo» ha causato quasi 2.200 morti tra i palestinesi, in buona parte civili, il ferimento di altri 11 mila e la distruzione di migliaia di abitazioni. Ancora oggi circa 100mila palestinesi sono sfollati e vivono in edifici abbandonati, in scuole, a casa di amici o parenti, spesso in tende issate sulle macerie delle loro case. Solo poche famiglie hanno ottenuto una casa mobile e con l’inverno che si avvicina la condizione degli sfollati si fa drammatica. Gli attacchi israeliani non hanno risparmiato neanche le scuole, incluse quelle dell’Onu. In tre casi, le scuole dell’Unrwa a Beit Hanoun, Jabaliya e Rafah, furono raggiunte da colpi di artiglieria e tiri di carro armato: decine i morti. Su questi casi e altri attacchi, l’Onu ora intende fare piena luce. Per Israele la colpa sarebbe solo dell’ala armata di Hamas che avrebbe sparato razzi da zone densamente popolate. Una tesi che non convince le Nazioni Unite (e non solo) che hanno già istituito una commissione d’indagine sulle violazioni dei diritti umani e crimini di guerra commessi a Gaza, guidata da William Schabas, un professore canadese di diritto internazionale che riferirà entro marzo 2015 al Consiglio dei Diritti Umani.

L’iniziativa annunciata da Ban Ki-moon giunge mentre l’Unione europea ha fissato – secondo un documento rivelato dal quotidiano Haaretz – le sue «linee rosse» verso le azioni di Israele in Cisgiordania. Tra qualche giorno il rappresentante dell’Ue, Lars Faaborg-Andersen, le comunicherà al ministero degli esteri israeliano. Riguardano le costruzioni di altre case nelle colonie israeliane a Givat Hamatos e nell’area E1, tra Maale Adumim e Gerusalemme; quelle nella colonia di Har Homa; i piani per la deportazione di 12.000 beduini nella Valle del Giordano; e lo status quo della Spianata delle Moschee a Gerusalemme minacciato dai blitz degli estremisti religiosi israeliani. Da parte sua il governo Netanyahu ha negato di voler permettere agli ebrei di entrare sul luogo santo islamico.

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