26/10/2014
10mila casi di Ebola e già 5mila i morti. È una escalation
Superati i 10mila casi di Ebola dall’inizio dell’epidemia in Africa occidentale. I casi accertati sono 10.141 con 4.922 morti. Prima vittima del virus in Mali una bimba di 2 anni. Ha viaggiato in autobus a contatto con numerose persone. New York ordina la quarantena per i passeggeri da zone a rischio.
Un escalation in progressione di innocente memoria scolastica, aritmetica o geometrica? Il malato zero quanti sani potrà contagiare? Uno solo prima che la sua malattia venga accertata? Se parliamo di almeno dell’improbabile uno tra familiari e/o sanitari, esce fuori quello che a scuola ci avevano insegnato a chiamare il ‘fattore di scala’, uno stabilito per il nostro esempio. Diventa facile stabilire che 1 diventa 2, ma 2 produce 4, e 4 faranno 8, e poi 16, 32, e via verso l’ecatombe. Il problema è fermare il contagio, ridurre a zero il ‘fattore di scala’ e poi mettere in campo cure e l’atteso vaccino.
L’Organizzazione mondiale della sanità denuncia che sono stati superati i 10mila casi di Ebola dall’inizio dell’epidemia in Africa occidentale. Esattamente 10.141 quelli accertati, con 4.922 morti. Questo in appena otto mesi. Cifra molto superiore alle poche centinaia delle epidemie precedenti. Nel ‘fattore di scala’ di cui parlavamo prima, l’ottimistico ‘fattore uno, quei contagiati individuati e in terapia potrebbero aver già moltiplicato a 20 mila i prossimi casi. Come forse accaduto per la bimba di 2 anni, dal Gana ha viaggiato in autobus per più di mille chilometri per morire in Mali.
Curare i malati, ma isolare i contagi per fermare quella ‘progressione geometrica’ con un ‘fattore di scala’ che non si fermerebbe a un malato un altro contagiato e sarebbe sterminio. Anche per questo negli Stati Uniti i governatori di New York e del New Jersey hanno annunciato che i passeggeri in ingresso dagli aeroporti JFK e Newark, dopo contatti con malati di Ebola in Liberia, Guinea e Sierra Leone saranno messi in quarantena. Il governatore Cuomo ha chiarito che il provvedimento riguarda tutto il personale medico e paramedico di ritorno dai tre Paesi africani più colpiti da Ebola.
Anche Obama s’è mobilitato. “Dobbiamo lavorare insieme a livello federale, statale e locale. Perché il modo per fermare il virus, è contrastare l’ebola alla fonte, in Africa Occidentale”. Vigilanza massima assieme a rassicurazione. “Sette americani sono stati ricoverati per aver contratto il virus dell’ebola e sono tutti guariti”. Prevenzione a casa prima ancora della diagnosi. Gesto simbolico contro la paura ‘dell’untore’ e del frequentare luoghi e mezzi pubblici, proprio ieri, il presidente ha incontrato l’infermiera di Dallas, Nina Pham, guarita da Ebola, e l’ha salutata con un abbraccio.
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