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22/04/2015

È il settantesimo della Liberazione: qualcuno se n’ è accorto?

Siamo ormai alla vigilia del 25 aprile e il clima non potrebbe essere più freddo: pochissimo spazio sui mass media, assenza totale nel dibattito politico, le uniche occasioni di studio o convegni sono degli Istituti per la Storia del Movimento di Liberazione (e ci mancherebbe..!) mentre gli ambienti universitari dedicano nettamente più attenzione al centenario della I guerra mondiale che a questo settantesimo. Tutto lascia intendere che l’unica manifestazione con partecipazione di massa sarà, come al solito, quella milanese e speriamo solo che possa risvegliarsi l’attenzione nelle altre città. Diciamocelo con franchezza: a parlare di questo tema parte una raffica di sbadigli. Come mai?

In primo luogo il tema della Resistenza è stato logorato dal ridondante celebrativismo di questi decenni che hanno imbalsamato la sua eredità morale e politica. E peggio ancora da quando il Pd se ne è appropriato per un uso strumentale di partito e con la compiacenza dell’Anpi (spiace dirlo).

Ma che credibilità può avere la celebrazione della Resistenza da parte di un partito che sta demolendo pezzo per pezzo la Costituzione nata dalla Resistenza (cosa sulla quale l’Anpi non osa fiatare naturalmente). Ma se il Pd è il responsabile principale di questa, come di ben altre nefandezze, anche gli altri pezzi della sinistra non sono stati capaci di uscire dal recinto della liturgia commemorativa, per fare dell’antifascismo un valore positivo (la democrazia sociale e libertaria) vivo ed operante. E, diciamocela tutta, ha nuociuto anche questa riduzione dell’antifascismo all’eterna partita a guardia e ladri con i fascisti che non contano più nulla e ormai sono solo un diversivo. Questo giochino ormai annoia anche una persona come me, che ha una biografia nella quale la battagli antifascista è stata un pezzo non piccolo e di non breve durata, figuratevi la stragrande maggioranza delle persone cui quel termine dice molto meno.

Infine ci voleva anche questa inopportunissima polemica fra sostenitori dei palestinesi e brigata ebraica. Sono un dichiarato sostenitore delle ragioni dei palestinesi, ma mi chiedo se sia proprio quello il contesto migliore per porre la questione, e, per di più, polemizzando con una Brigata Partigiana (anche se ormai solo un simbolo, dato che immagino non se sia vivo più nessun componente). E’ da almeno cinque anni che sostengo, anche su questo blog, quanto sia sbagliata questa contestazione, dove, semmai, il tentativo da fare sarebbe quello di aprire la comunità ebraica italiana alle ragioni dei palestinesi, e magari spingerla ad un ruolo di mediazione del conflitto. Il guaio è che temo che alcuni più che filo-palestinesi siano antisraeliani e, su questa strada, non si fa un buon servizio nemmeno ai palestinesi.

Comunque, anche questo contribuisce  a rendere più difficili le cose e immiserire questo settantesimo.

Peccato.

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