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26/10/2016

La bestia dentro me

Lei scrive:
Ciao Eretica! Non sai quanta ansia mi sale nello scriverti questo messaggio. Non sarò breve, mai scritto bene, mai avuto dono della sintesi. Vorrei riportare qui la mia storia tuttavia in forma anonima perché mi sento disturbata dal giudizio a riguardo. La affido a te perché nonostante non ti conosca e a volte non ti capisca mi sento rafforzata nell’animo forte dei tuoi post e nel tuo modo così lontano dal mio nel saper portare avanti guerre difficili con tutta questa determinazione priva di violenza. Sono nata nella fortuna. Sono stata cresciuta all’insegna della conoscenza scientifica e dell’amore per l’arte. Mi hanno tirata su ad apertura mentale e dialogo, mi hanno spinta a comprendere il mio valore e quello altrui, lontana da ogni sessismo, fascismo, razzismo, antisemitismo. Nonostante quest’idilliaco inizio sono una di quelli che porta “la bestia” dentro.

Ti scrivo per raccontarti della “bestia”. Scrivo a tutti perché mi sembra che ultimamente questa pagina venga biasimata per la sua ricerca di contenuti sessisti in certe forme “d’arte” (perdonate le virgolette ma ne volevo sottolineare il sarcasmo) d’autore e popolare. Scrivo per le recenti osservazioni sulla canzone di emis killa, sulla pagina gli uomini sono le nuove donne e i vari post sotto i quali vedo scrivere “state esagerando, l’arte non si tocca, una risata ci sta, che palle, mi piacete ma.. e via dicendo”. Scrivo perché in queste lucide(?) arringhe che proponete e nelle analisi che qui vengono fatte vi dimenticate sempre di noi, delle “bestie”.

Sono una di quelli che per qualche motivo nel dolore altrui alza la testa, fiuta qualcosa, sente la bestia muoversi nella pancia, e per quel che posso mi faccio quindi portavoce della categoria. È iniziato tutto quando ero piccolina. Amavo molto gli animali ma per qualche motivo non riuscivo a non fargli del male. Qualche strattonata, qualche strizzata, qualche dispetto sempre di troppo. C’erano momenti in cui vi giuro mi si capovolgeva lo stomaco se non tiravo un calcetto ad un cagnolino o non tiravo ben forte la coda ad un gatto. Scaramucce si che con l’età si son placate. Non si è placata la violenza. Sono cresciuta e sono diventata una di quelle stronze capace di farti sentire una merda per qualunque cosa: i tuoi voti di merda, la tua ignoranza campagnola, la tua pancia grassa, i tuoi brufoli, le tue pene d’amore, le tue amicizie false.

Bullismo l’hanno chiamato e me ne hanno “curata” mi è stato detto. Io la chiamo la bestia. Qualcuno ha cercato di pensare che io fossi stupida e per questo non mi rendevo conto, la verità è ben peggiore, la verità è che quelli come me ci godono delle vostre sofferenze, del vostro dolore, sanno benissimo cosa vi cava il cuore e quando una ragazzina a scuola si taglia le vene perché le hai tolto l’anima e il preside ti convoca con genitori e compagnia non provi rimorso per la ragazzina, hai solo paura della punizione che ti daranno. Voi vi dimenticate sempre questo. Vi dimenticate che ci sono persone che la bestia ce l’hanno dentro. Vi dimenticate che queste bestie si nutrono di ogni appiglio per uscire, sessismo, razzismo, bullismo, non importa.

Ho ascoltato la canzone, fatta male a mio parere, del giovane emis e quelle note non sono arte e non sono nemmeno denuncia, quella musica produce esaltazione e la mia bestia ne esultava. Quando le bestie si trovano in gruppo su questi social e leggono quelle pagine misogine e/o razziste non ridono, si gasano ed esultano. Ballano su quelle canzoni fatte male e poi se riescono linciano. Perché le nostre bestie sono deboli, e le vostre risate ingenue su contenuti deplorevoli ci danno la forza di essere gli stronzi bastardi assetati di dolore che siamo. Quando pensate che una battuta non faccia niente, che una canzone sia solo tale e non possa causare nulla ricordatevi di noi delle bestie, e domandatevi se anche in fondo a voi una piccola bestia non stia esultando.

Ogni prestesto è buono per le bestie di uscire e NESSUNA BATTUTA DISCRIMINATORIA, NESSUNA CANZONE SESSISTA, NESSUNA PAROLA RAZZISTA RIMANE INDIFFERENTE ALLE BESTIE. Ogni volta che discriminate anche nella più innocente risata un gruppo di persone, per il sesso, per l’etnia, la religione, l’orientamento sessuale, create dei gradini per cui le nostre deboli e piccole bestie riescono a salire dalle nostre pance fino alla testa alle mani e al cuore. Io credo che il lavoro di questa pagina nell’analisi dei fatti quotidiani e delle immagini e simbologie che ci circondano sia egregio. Io vi ringrazio, perché siete tra quelli che davvero mi aiutano a quietare la bestia, a capire, a comprendere che c’è altro che la può saziare di ben più costruttivo e appagante. Vi lascio con tre canzoni “La confessione” di Enrico Ruggeri per coloro che pensano che non ci sia differenza tra una canzone di denuncia in prima persona e una di incitamento alla violenza. “Il gigante e la bambina” di Dalla per il popolo di facebook. “Blasfemo” di De Andrè per eretica

Saluti da una piccola bestia
Fonte

Mi ha fatto pensare a un sacco di roba questa... come chiamarla... confessione (? Boh...).
Tra le prime La banalità del male.

Meglio lasciare spazio al citato De André

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