di Michele Paris
Quando Barack
Obama vinse per la prima volta le elezioni presidenziali nel 2008 venne
celebrato come il candidato del cambiamento, dopo otto anni di un
amministrazione Bush dominata dai falchi “neo-con” e dai poteri forti
americani. Oggi, una serie di e-mail rese pubbliche grazie a WikiLeaks rivelano
come il nuovo gabinetto Democratico che si apprestava a insediarsi alla
Casa Bianca fu quasi interamente selezionato ai vertici dell’industria
finanziaria statunitense.
La rivelazione è scaturita da un
messaggio inviato un mese prima del voto del novembre del 2008
dall’allora top manager di Citigroup, Michael Froman, a John Podesta,
attualmente capo della campagna per la Casa Bianca di Hillary Clinton e
in quel momento responsabile del processo di transizione alla presidenza
degli Stati Uniti per il candidato Obama.
In questa e-mail,
Froman sottopone a Podesta una lista di possibili candidati alla guida
dei vari Dipartimenti (ministeri) in quella che sembrava una sempre più
probabile amministrazione Obama. Ad un primo allegato con la lista dei
“suggerimenti” per l’assegnazione degli incarichi da parte del futuro
presidente, Froman aggiungeva altri due elenchi con i nomi di candidati
di sesso femminile e appartenenti a minoranze etniche, anch’essi da
nominare a posizioni nel nuovo governo, esaurendo in questo modo la
portata “progressista” del primo presidente di colore della storia
americana.
Dal 2013 Michael Froman è il Rappresentante per il
Commercio dell’amministrazione Obama; presiede cioè alla politica
commerciale di Washington e ha l’incarico di negoziare i trattati
commerciali con gli altri paesi. Durante l’amministrazione Clinton,
Froman aveva ricoperto varie posizioni al Dipartimento del Tesoro sotto
la guida di Robert Rubin, il principale responsabile dell’ondata di
provvedimenti che portarono alla deregolamentazione del settore
finanziario.
Nel 2001, Froman seguì lo stesso Rubin a Citigroup
per incassare i compensi per i servizi resi a Wall Street durante gli
anni passati al governo. Secondo quanto riportato dalla stampa
americana, Froman ricevette da Citigroup compensi per 4,7 milioni di
dollari solo tra il gennaio 2008 e lo stesso mese dell’anno successivo,
quando venne scelto da Obama come consigliere per gli “affari economici
internazionali”.
Dei nomi fatti da Froman in base alle
“raccomandazioni di varie fonti”, cioè dei vertici di Citigroup e
probabilmente di altri colossi finanziari, un buon numero finì
effettivamente per far parte dell’amministrazione Obama.
Tra
i “nominati” nella lista di Froman avrebbero assunto incarichi di
governo: Roberto Gates (Difesa), già capo del Pentagono con Bush, Eric
Holder (Giustizia), Janet Napolitano (Sicurezza Interna), Rahm Emanuel
(Capo di Gabinetto), Peter Orszag (Bilancio), Arne Duncan (Istruzione),
Eric Shinseki (Reduci), Kathleen Sebelius (Sanità), Susan Rice
(Ambasciatrice ONU) e Melody Barnes (Consiglio per la Politica Interna).
Altri
ancora sarebbero subentrati negli anni successivi alle prime scelte di
Obama, come John Kerry (Dipartimento di Stato), Penny Pritzker
(Commercio), Austan Golsbee (Consigliere per l’Economia), oppure furono
dirottati a dipartimenti diversi da quelli consigliati da Citigroup,
come Ken Salazar (Interni).
Per il dicastero-chiave del Tesoro,
Froman faceva tre nomi: Robert Rubin e due suoi discepoli, Lawrence
Summers, già segretario al Tesoro con Clinton tra il 1999 e il 2001, e
Timothy Geithner, governatore della Federal Reserve di New York. Com’è
noto, fu quest’ultimo ad assumere l’incarico dopo che nei mesi
precedenti l’insediamento aveva svolto un ruolo cruciale nel salvataggio
di Wall Street assieme al segretario al Tesoro di Bush, Henry Paulson.
Summers, da parte sua, sarebbe invece diventato il capo dei Consiglieri
Economici di Obama.
Il documento pubblicato da WikiLeaks nell’ambito
delle e-mail di John Podesta, che stanno mostrando il vero volto della
candidata alla presidenza Hillary Clinton, ha portato nuove prove su
quali sono gli effettivi centri del potere negli Stati Uniti dietro la
facciata di un processo apparentemente democratico.
Se
l’influenza dei grandi interessi finanziari sulla politica di Washington
sorprende ben poco, è interessante ricordare come le raccomandazioni
del dirigente di Citigroup fossero state fatte nel pieno della crisi del
2008, provocata proprio dalle stesse grandi banche di Wall Street
contro cui si scagliava la retorica di entrambi i principali partiti
americani.
Anzi, Citigroup fu il maggiore beneficiario dei fondi
messi a disposizione dal Congresso USA tramite il cosiddetto “Troubled
Asset Relief Program” (TARP). Degli oltre 700 miliardi di dollari
stanziati per Wall Street, la banca di Froman ne ricevette 45, in
aggiunta a 300 miliardi a garanzia dei propri titoli tossici legati ai
mutui “subprime”.
Proprio
Barack Obama svolse un ruolo determinante nel fare approvare il
cosiddetto “bailout” delle banche americane, comprensibilmente avversato
dalla popolazione e anche per questo inizialmente respinto dal
Congresso. L’allora candidato Democratico alla Casa Bianca si assunse la
responsabilità di sostenere pubblicamente il salvataggio pubblico dei
giganti Wall Street, i cui rappresentanti stavano appunto manovrando per
costruire la sua futura amministrazione.
Una futura
amministrazione Obama che, infatti, avrebbe proseguito con
l’implementazione del TARP, ma anche assicurato che nessuno dei grandi
banchieri americani finisse incriminato né che venisse fissato un tetto
ai compensi dei super-manager di quegli istituti salvati dal denaro dei
contribuenti.
La rivelazione della mail di Michael Froman e del
gabinetto creato grazie ai suggerimenti dei vertici di Citigroup è stata
riportata solo da una manciata di testate negli Stati Uniti, mentre è
stata ignorata dai principali giornali.
Il silenzio dei media che in larghissima misura sostengono Hillary
Clinton è d’altra parte prevedibile, poiché le stesse manovre del 2008
sono con ogni probabilità in atto anche oggi dietro le quinte a favore
della candidata preferita dai grandi interessi economici e finanziari
americani.
Fonte
Nessun commento:
Posta un commento