Il governo statunitense sta provando a far saltare la trattativa per l’acquisizione da parte del fondo cinese China’s Fujian Grand Chip Investment Fund (FGC) dell’azienda tecnologica tedesca Aixtron, l’eventuale esito positivo della quale – secondo Washington – potrebbe mettere a repentaglio la sicurezza nazionale Usa.
Dell’intervento a gamba tesa di Washington si era vociferato nei giorni scorsi, ma ora la notizia è ufficiale. È stata infatti la stessa produttrice di semiconduttori Aixtron a far sapere che la Commissione sugli investimenti stranieri negli Stati Uniti (CFIUS, che si occupa dei potenziali rischi alla sicurezza nazionale) le ha comunicato che chiederà al presidente Usa di utilizzare i suoi poteri per provare a bloccare la cessione ai cinesi, fortemente voluta dai vertici dell’azienda ma alla quale nei giorni scorsi il vice cancelliere e leader del Partito socialdemocratico tedesco (Spd) Sigmar Gabriel aveva improvvisamente ritirato il sostegno governativo. Nello stesso comunicato con il quale ha svelato cosa ci fosse dietro a quello stop imprevisto, Aixtron ha fatto sapere di non volere seguire le indicazioni che arriveranno dagli Usa.
Generalmente la CFIUS (che dipende dal Ministero del tesoro Usa) non blocca direttamente queste transazioni internazionali, ma agisce facendo pressione sugli studi di consulenza e sui legali che sovrintendono a queste complesse trattative. A quel punto sono le aziende coinvolte ad abbandonare la trattativa.
Il 24 ottobre scorso, Gabriel aveva ritirato l’approvazione governativa – già concessa l’8 settembre – all’acquisto (per 670 milioni di euro) di Aixtron da parte del fondo FGC in base a “informazioni finora sconosciute legate alla sicurezza”.
Il mese scorso il giornale tedesco Handelsblatt aveva rivelato che l’intelligence statunitense aveva fatto pressione sul governo di Berlino per bloccare la cessione di Aixtron ai cinesi, perché grazie ad essa Pechino potrebbe avere accesso a sofisticate tecnologie per uso militare.
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