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19/04/2017

Monopoli mediatici e fake news. Due volti della stessa guerra

Un sito finanziato – tra gli altri – dalla famigerata Ned (Nationl Endowment for Democracy), la “fondazione statunitense” che ha sostenuto tutte le organizzazioni anticomuniste e filo Usa nel mondo, ha attaccato Contropiano e Lantidiplomatico per alcuni articoli sulla situazione in Ucraina. Fin qui niente di strano, ci mancherebbe, anzi ci preoccuperemmo del contrario. La questione rilevante sono la modalità, le motivazioni e gli autori.

Il sito ucraino, con una sua filiale in Italia, si definisce pomposamente Stopfake. Siamo dunque ben dentro la nuova perimetrazione maccartista che con il pretesto di criminalizzare e colpire le notizie false o esagerate, sta operando concretamente per imbrigliare lo spazio che è riuscito a rompere il monopolio sui mass media tradizionali (giornali e televisioni) solidamente nelle mani degli “amici”.

L’attività di de/bunking, cioè quella tesa a smantellare le notizie o le foto taroccate, usate sulla rete impropriamente per manipolare la realtà, ha come tutte le cause una patina nobile. Ma sono le mani e le intenzioni di chi intende ripulire il web a fare la differenza.

L’obiettivo dichiarato non è quello di promuovere la libertà di informazione ma quello di ingabbiarla dentro i format che compaiono contemporaneamente e in modo omogeneo su televisioni, agenzie, giornali creando un “effetto verità” manipolato e manipolante. Lo abbiamo sperimentato sull’Ucraina, sulla Siria, sulla Libia e prima ancora sulla Jugoslavia o l’Iraq.

Si tratta di un apparato mediatico (apparati ideologici di stato, li avrebbe definiti Althusser) che precede e affianca i bombardieri, le portaerei, i missili e talvolta gli scarponi sul campo degli eserciti statunitense ed europei.

L’avvento del web e il fatto che le nuove generazioni non ricavino più le loro informazioni da giornali e televisioni ma dalla rete, ha fatto saltare questo meccanismo costringendo le agenzie imperialiste a correre ai ripari. Dunque tutto quello che si sottrae al monopolio dei media mainstream deve essere demonizzato in nome di una informazione corretta, del tutto subalterna però alle versioni delle classi dominanti. E' una sorta di psicostoria orwelliana nell'epoca del web.

Il sito ucraino-italiano Stopfake, si dichiara sito non governativo, e in effetti non può essere ritenuto un sito del governo ucraino, quanto di altri governi che usano da anni, e con estrema spregiudicatezza, le organizzazioni non governative per praticare il “regime change” e instaurare nuovi governi lì dove quelli esistenti non coincidono con gli interessi dell’imperialismo statunitense o europeo. Il sito poi è ancora più di destra rispetto al contraddittorio governo di Kiev.

L’accusa mossa al nostro giornale e all'Antiplomatico è quella di veicolare in Italia il punto di vista delle autorità russe. Non vale neanche la pena di smentirli, colpisce solo il dato che ormai la russofobia sta sostituendo – del tutto impropriamente e istericamente a nostro avviso – il vecchio e solito anticomunismo, fin dentro le cronache quotidiane.

Gli articoli segnalati dal sito sono quelli del nostro collaboratore Fabrizio Poggi che da tempo monitora con grande attenzione quanto accade in Ucraina, nell’Europa dell’Est e in Russia. Più sotto troverete la replica di Fabrizio Poggi ai mediakiller di Stopfake.

Per completezza di informazione, trovate qui un video della conferenza stampa (praticamente deserta) organizzata da un deputato del Pd in Parlamento con due esponenti di questo sito.

Come redazione riteniamo che l’informazione sia un fattore integrato degli scenari di guerra, ben oltre i meccanismi di propaganda e contropropaganda fisiologici. Ci siamo vaccinati dentro le manipolazioni mediatiche nelle guerre di questi ultimi venticinque anni, ricavandone lezioni preziose. Affrontiamo il nostro lavoro quotidiano di informazione consapevoli di essere di parte. Come diceva Stefano Chiarini non esiste un giornalismo imparziale, può esistere un giornalismo onesto. E’ intorno a questo che occorre costruire coscienza sociale, anticorpi, approcci dirimenti, esperienze.

La replica di Fabrizio Poggi

C'è un sito web – di cui non indichiamo il nome per non fargli réclame gratuita, ma facilmente individuabile – che afferma di porre tra i propri obiettivi quello di Lottare (con la L maiuscola) “contro i fake riguardanti gli eventi in Ucraina”. Le ultime pallottole spuntate di quella Lotta le ha esplose contro L'Antidiplomatico e Contropiano, accusato il primo di essere “il megafono del Movimento 5 stelle per la propaganda di Putin in Italia” e il secondo di costituire un “progetto Comunista online in cui spesso si leggono le più interessanti panzanate complottiste in circolazione”.

E' il caso di spender solo due parole sui due colpi a polveri bagnate fatti detonare dai Lottatori (che non fanno mistero di ricevere “il sostegno finanziario al progetto” da parte di “Fondo internazionale “Vidrodzhennya”, “National Endowment for Democracy”, il Ministero degli Esteri ceco e l’Ambasciata Britannica in Ucraina, The Sigrid Rausing Trust”).

Per quanto riguarda L'Antiplomatico e la presunta fake sull'arsenale chimico ucraino è appena il caso di notare come tra i carichi di armi al porto ucraino di Mariupol, l'intelligence della DNR ipotizzi la presenza anche di armi chimiche dirette in Medio Oriente e il presunto smascheramento della fake si basi sulla qualifica di “terrorista” che il sito in questione attribuisce al comandante di corpo delle milizie della DNR Eduard Basurin, “reo” di aver divulgato l'informazione. Una qualifica, quella addossata a Basurin, che del resto è attribuita a tutti comandanti delle milizie delle Repubbliche popolari del Donbass, soprattutto a quelli assassinati dai sabotatori inviati da Kiev. Tale sito non si disturba a negare il fatto, ad esempio, che in più occasioni le ferite riscontrate su civili del Donbass in seguito ai bombardamenti ucraini recassero segni di proiettili al cloro: se usate contro “i separatisti”, le armi chimiche sono ammesse!

Per quanto riguarda Contropiano e il monumento inaugurato a Kiev alla poetessa Olena Teliha, i Lottatori “omettono” il semplice particolare del rientro in Ucraina dalla Polonia della “eroina” proprio nel 1941, in coincidenza con l'arrivo dei nazisti; “dimenticano” la sua appartenenza all'OUN, l'organizzazione dei neonazisti ucraini; “scordano” le lodi da quella elevate sulla rivista “Novoe ukrainskoe slovo” al nuovo capo della Germania, Adolf Hitler. E' sufficiente per essi ripetere gli sproloqui dell'ex primo ministro ucraino Arsenij Jatsenjuk, a proposito dell'invasione, nel 1941, “di Germania e Ucraina da parte dell'Urss”...

D'altronde, è sufficiente scorrere qualche perla di tale sito per rendersi conto della matrice “oggettiva” dei suoi intenti.

Per parte nostra, vorremmo limitarci a chiedere, non ai Lottatori, ma ai democratici, agli antifascisti, se considerino fake la strage della casa dei sindacati di Odessa del 2 maggio 2014, gli oltre cento bambini (insieme alle migliaia di adulti civili) morti sotto le artiglierie e i razzi ucraini nelle città del Donbass, i bambini ucraini ospitati nelle colonie estive organizzate dal battaglione Azov per insegnar loro a tenere in mano un fucile, le grida di esultanza che si levano alla Rada ucraina ogni qualvolta un terrorista abbatte un aereo (civile o militare) russo o uccide un rappresentante diplomatico russo. Vorremmo chiedere se sia una fake l'istituzione a festa nazionale, decisa da Petro Porošenko, della data di nascita di Stepan Bandera, capo riconosciuto dei collaborazionisti filonazisti ucraini; tra parentesi, anche lui, come Olena Teliha, conobbe le prigioni naziste, ma, a differenza di quella, ne uscì vivo: le SS non amavano i collaborazionisti OUN troppo indipendenti. Vorremmo chiedere se sia una fake che nell'Ucraina golpista del post febbraio 2014 (guarda caso, il sito in questione è attivo “dal marzo 2014”, cioè dai giorni immediatamente successivi al golpe majdanista) non solo si siano uccisi ex deputati dell'opposizione, ma si continuino ad arrestare e si tengano segregati esponenti comunisti, si sia messo fuorilegge il partito comunista e si dichiari proibita (nel colmo della stupidità non solo politica, ma semplicemente intellettuale) l'ideologia comunista...

Alla domanda di rito in situazioni simili “Chi vi paga?”, essi stessi rispondono apertamente. Che altro aggiungere?

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