Come scrivevo ieri probabilmente non sapremo mai esattamente cosa è
successo a Khan Sheikhoun l'altro ieri, perché ognuna delle parti in
causa difende la propria versione dei fatti e ottenere informazioni
obiettive sulla strage è assai complicato. Da questo punto di vista
beato chi si accontenta della versione preconfezionata dell'uno o
dell'altro dei contendenti...
Però sono bastate alcune
ore per smontare una parte della propaganda del fronte bellicista e
interventista con buona pace di tutti quelli che abboccano
acriticamente, senza farsi venire un dubbio, alla versione diffusa dal
cosiddetto Osservatorio per i Diritti Umani in Siria (un tizio che abita
alla periferia di Londra da 15 anni e che prende soldi da quei governi
occidentali che da sei anni cercano di rovesciare il regime di Damasco,
sai che obiettività!) immediatamente dopo l'eccidio.
Non
era passata neanche un'ora dai fatti che da Londra si sentenziava: il
gas usato era il Sarin, a sganciarlo sui civili sono stati i russi o i
lealisti siriani. Punto, fine.
Una versione subito
rilanciata dai megafoni delle petromonarchie del golfo persico (altri
nemici giurati della Siria e sponsor del terrorismo jihadista) come Al
Jazeera e Al Arabiya e che ovviamente ha bombardato l'opinione pubblica
italiana ed occidentale per permettere a Usa e Ue di rilanciare il
progetto di un intervento militare contro Damasco più volte sventato
negli scorsi anni.
Poi però un dubbio ha cominciato a
farsi strada: perché il regime di Assad avrebbe dovuto rivelare al mondo
di possedere ancora armi chimiche, teoricamente distrutte integralmente
nel 2014, per ammazzare poche decine di civili inermi mentre poteva
usarle per far fuori qualche migliaio di combattenti jihadisti
acquartierati ad Idlib?
Perché suicidarsi con una
strage completamente inutile dal punto di vista strategico e militare
proprio ora che le forze lealiste, grazie al sostegno dell'aviazione
russa e delle forze inviate da Hezbollah e dal Libano, hanno
riconquistato una grossa fetta del territorio siriano mettendo
all'angolo Stato Islamico ed al Qaeda e i relativi sponsor
internazionali?
Poi più di una fonte – nelle redazioni
dei quotidiani e delle tv occidentali, per fortuna, sopravvive ancora
qualche giornalista dotato di memoria e di spirito critico – ha
ricordato che in questi ultimi anni i cosiddetti 'ribelli' (per la
nostra stampa mainstream "ribelli" quando combattono contro Assad
massacrando la popolazione siriana ma ovviamente "terroristi" quando
massacrano la gente nelle nostre città...) hanno più volte usato armi
chimiche di diverso tipo contro i loro nemici, l'ultima volta contro le
milizie curde in Iraq poche settimane fa.
E poi,
ancora, uno stuolo di esperti, scienziati, medici ha cominciato ad
affermare, sulla base delle immagini diffuse dai cosiddetti 'caschi
bianchi' (detti anche "la protezione civile di al Qaeda") e dalle
testimonianze diffuse da alcuni testimoni e da alcuni soccorritori sul
posto, che ad aver ucciso quasi 100 persone a Khan Sheikhoun non era
stato il Sarin bensì il cloro o qualche altro agente chimico soffocante.
D'altronde se fosse stato usato qualche agente nervino simile al Sarin i
soccorritori intervenuti senza protezioni sarebbero morti a loro volta
nel giro di pochi minuti, il che non è accaduto, e il numero delle
vittime sarebbe stato infinitamente maggiore.
Se per
usare il Sarin sarebbe stato necessario l'uso di vettori come razzi o
missili in dotazione a eserciti ben organizzati – quindi i lealisti
siriani o i russi, accusa il coro dei sostenitori della versione diffusa
dall'Osservatorio, anche se in realtà molti esperti affermano che
basterebbe un mortaio alla portata dei jihadisti – il cloro o agenti
simili non richiedono mezzi particolarmente sofisticati.
Questo
vuol dire che finalmente abbiamo la verità su quanto è accaduto – cioè,
come sostiene la Russia, che un bombardamento dell'aviazione siriana ha
colpito un deposito di armi chimiche stoccato dai jihadisti in mezzo al
villaggio provocando le esalazioni e quindi la strage? No, la verità
probabilmente non emergerà mai in maniera netta e completa. Ma di
elementi per mettere in dubbio e smontare la versione ufficiale ce ne
sono una montagna.
Può sembrare molto cinico che si
debba discutere di questo invece di indignarsi per i morti o di
condannare "il nuovo Hitler" contro cui la crociata lanciata dal "mondo
civile e democratico" non sembra avere fine. E probabilmente lo è, ma
d'altronde il mondo occidentale dimentica di indignarsi per stragi assai
più efferate, soprattutto per quelle compiute dai nostri eserciti o da
quelli dei nostri alleati, governati da regimi spesso anche più
autoritari e sanguinari di quello siriano.
Il rischio è
che questa indignazione a orologeria, questa esecrazione telecomandata e
basata su informazioni fittizie e su versioni manipolate dei fatti
serva non a imporre democrazia e giustizia, a combattere la guerra e ad
evitare altre morti, ma a legittimare coloro che vorrebbero lavare il
sangue di Khan Sheikhoun con altro sangue, riattizzare una guerra che
stanno perdendo facendo appello ai sentimenti e alle emozioni
giustamente suscitate da quelle immagini dei bambini in agonia tanto
insistentemente diffuse dai nostri media. I volti dei bambini morti
sotto i bombardamenti dei caccia sauditi in Yemen o di quelli
statunitensi a Mosul, invece, non li vedrete mai...
"QUESTA ERA UNA SCUOLA PRIMA CHE L'OPPOSIZIONE ARMATA ANTI ASSAD LA TRASFORMASSE IN FORTINO: DENTRO I FUSTI AGENTI TOSSICI".
Lucia Goracci, tg3. Dicembre 2016
Video: https://www.youtube.com/watch?v=EBHmtcDIY9g
Carla del Ponte: "i ribelli siriani hanno usato armi chimiche"
https://www.youtube.com/watch?v=7KnbZcZbqtY
Fonte
Nessun commento:
Posta un commento