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07/04/2017

Siria. “Elementi per mettere in dubbio la versione ufficiale ce ne sono una montagna”

Come scrivevo ieri probabilmente non sapremo mai esattamente cosa è successo a Khan Sheikhoun l'altro ieri, perché ognuna delle parti in causa difende la propria versione dei fatti e ottenere informazioni obiettive sulla strage è assai complicato. Da questo punto di vista beato chi si accontenta della versione preconfezionata dell'uno o dell'altro dei contendenti...

Però sono bastate alcune ore per smontare una parte della propaganda del fronte bellicista e interventista con buona pace di tutti quelli che abboccano acriticamente, senza farsi venire un dubbio, alla versione diffusa dal cosiddetto Osservatorio per i Diritti Umani in Siria (un tizio che abita alla periferia di Londra da 15 anni e che prende soldi da quei governi occidentali che da sei anni cercano di rovesciare il regime di Damasco, sai che obiettività!) immediatamente dopo l'eccidio.

Non era passata neanche un'ora dai fatti che da Londra si sentenziava: il gas usato era il Sarin, a sganciarlo sui civili sono stati i russi o i lealisti siriani. Punto, fine.

Una versione subito rilanciata dai megafoni delle petromonarchie del golfo persico (altri nemici giurati della Siria e sponsor del terrorismo jihadista) come Al Jazeera e Al Arabiya e che ovviamente ha bombardato l'opinione pubblica italiana ed occidentale per permettere a Usa e Ue di rilanciare il progetto di un intervento militare contro Damasco più volte sventato negli scorsi anni.

Poi però un dubbio ha cominciato a farsi strada: perché il regime di Assad avrebbe dovuto rivelare al mondo di possedere ancora armi chimiche, teoricamente distrutte integralmente nel 2014, per ammazzare poche decine di civili inermi mentre poteva usarle per far fuori qualche migliaio di combattenti jihadisti acquartierati ad Idlib?

Perché suicidarsi con una strage completamente inutile dal punto di vista strategico e militare proprio ora che le forze lealiste, grazie al sostegno dell'aviazione russa e delle forze inviate da Hezbollah e dal Libano, hanno riconquistato una grossa fetta del territorio siriano mettendo all'angolo Stato Islamico ed al Qaeda e i relativi sponsor internazionali?

Poi più di una fonte – nelle redazioni dei quotidiani e delle tv occidentali, per fortuna, sopravvive ancora qualche giornalista dotato di memoria e di spirito critico – ha ricordato che in questi ultimi anni i cosiddetti 'ribelli' (per la nostra stampa mainstream "ribelli" quando combattono contro Assad massacrando la popolazione siriana ma ovviamente "terroristi" quando massacrano la gente nelle nostre città...) hanno più volte usato armi chimiche di diverso tipo contro i loro nemici, l'ultima volta contro le milizie curde in Iraq poche settimane fa.

E poi, ancora, uno stuolo di esperti, scienziati, medici ha cominciato ad affermare, sulla base delle immagini diffuse dai cosiddetti 'caschi bianchi' (detti anche "la protezione civile di al Qaeda") e dalle testimonianze diffuse da alcuni testimoni e da alcuni soccorritori sul posto, che ad aver ucciso quasi 100 persone a Khan Sheikhoun non era stato il Sarin bensì il cloro o qualche altro agente chimico soffocante. D'altronde se fosse stato usato qualche agente nervino simile al Sarin i soccorritori intervenuti senza protezioni sarebbero morti a loro volta nel giro di pochi minuti, il che non è accaduto, e il numero delle vittime sarebbe stato infinitamente maggiore.

Se per usare il Sarin sarebbe stato necessario l'uso di vettori come razzi o missili in dotazione a eserciti ben organizzati – quindi i lealisti siriani o i russi, accusa il coro dei sostenitori della versione diffusa dall'Osservatorio, anche se in realtà molti esperti affermano che basterebbe un mortaio alla portata dei jihadisti – il cloro o agenti simili non richiedono mezzi particolarmente sofisticati.

Questo vuol dire che finalmente abbiamo la verità su quanto è accaduto – cioè, come sostiene la Russia, che un bombardamento dell'aviazione siriana ha colpito un deposito di armi chimiche stoccato dai jihadisti in mezzo al villaggio provocando le esalazioni e quindi la strage? No, la verità probabilmente non emergerà mai in maniera netta e completa. Ma di elementi per mettere in dubbio e smontare la versione ufficiale ce ne sono una montagna.

Può sembrare molto cinico che si debba discutere di questo invece di indignarsi per i morti o di condannare "il nuovo Hitler" contro cui la crociata lanciata dal "mondo civile e democratico" non sembra avere fine. E probabilmente lo è, ma d'altronde il mondo occidentale dimentica di indignarsi per stragi assai più efferate, soprattutto per quelle compiute dai nostri eserciti o da quelli dei nostri alleati, governati da regimi spesso anche più autoritari e sanguinari di quello siriano.

Il rischio è che questa indignazione a orologeria, questa esecrazione telecomandata e basata su informazioni fittizie e su versioni manipolate dei fatti serva non a imporre democrazia e giustizia, a combattere la guerra e ad evitare altre morti, ma a legittimare coloro che vorrebbero lavare il sangue di Khan Sheikhoun con altro sangue, riattizzare una guerra che stanno perdendo facendo appello ai sentimenti e alle emozioni giustamente suscitate da quelle immagini dei bambini in agonia tanto insistentemente diffuse dai nostri media. I volti dei bambini morti sotto i bombardamenti dei caccia sauditi in Yemen o di quelli statunitensi a Mosul, invece, non li vedrete mai...


"QUESTA ERA UNA SCUOLA PRIMA CHE L'OPPOSIZIONE ARMATA ANTI ASSAD LA TRASFORMASSE IN FORTINO: DENTRO I FUSTI AGENTI TOSSICI".
Lucia Goracci, tg3. Dicembre 2016
Video: https://www.youtube.com/watch?v=EBHmtcDIY9g

Carla del Ponte: "i ribelli siriani hanno usato armi chimiche"
https://www.youtube.com/watch?v=7KnbZcZbqtY

Fonte

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