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26/05/2020

Assassini in uniforme, una piaga che accomuna Giamaica e Brasile

Se gli omicidi extragiudiziali sono più che dimezzati negli ultimi anni in Giamaica, rispetto ai picchi record del passato – circa mille persone uccise durante operazioni di polizia dal 2011 al 2013 – il merito va ripartito tra il nuovo capo della JCF (Jamaica Constabulary Force), ex generale dell’esercito che ha smesso di coprire i giustizieri in divisa, e la Indecom, l’agenzia indipendente che indaga sui “police killings” dal 2010.

La svolta avvenne l’anno scorso, quando per la prima volta una Corte giamaicana emise una sentenza di tre ergastoli contro un agente che aveva freddato 3 persone di fila. E da allora, le condanne sono fioccate, mentre prima i poliziotti sotto inchiesta rimanevano pure in servizio, a volte uccidendo di nuovo.

Eppure tutto ciò rischia di essere vanificato da una Corte inglese, che ha l’ultima parola sulle contese giudiziarie dell’isola, come in epoca coloniale.

Brasile e Giamaica, affinità elettive

Terrence Williams, a capo di Indecom fin dalla nascita dell’agenzia, ha dichiarato che i police killings sono stati soprattutto una tara culturale che affliggeva parte della popolazione, la quale giustificava gli omicidi extragiudiziali come misura necessaria per combattere la delinquenza dilagante. E proprio nel ceto medio-basso, si registrarono i maggiori consensi agli abusi della polizia.

Solo dopo l’assedio di Tivoli Gardens nel 2010, che rase al suolo a colpi di mortaio un’intera comunità senza fare distinzioni tra criminali e popolazione civile, e le successive irruzioni nei ghetti di Kingston – nel 2012 e 2013 furono uccise una media di 30 persone al mese – la tendenza popolare cominciò a cambiare, alla luce dei lutti civili che funestarono l’isola in quel fosco periodo.

Le affinità tra le death squads della JCF e le tropas de elite brasiliane, ricorrono frequenti a livello di metodi e scenografia, se analizziamo le stragi passate.

La caratteristica principale che le accomuna, è quella di giustiziare i sospetti sul posto, magari scambiando rubagalline per soldati dei boss, a volte ammazzando anche civili innocenti che hanno la sventura di trovarsi sulla linea di fuoco, o peggio, confusi con pericolosi ricercati.

Le azioni punitive sono poi la specialità della casa: per vendicare un collega ucciso, si compiono raid nei ghetti e nelle favelas, massacrando a casaccio.

Alcuni “esempi” giamaicani: Braeton Hill, colline di Kingston, anno 2001.

7 teenager schedati, individuati di notte, vennero trucidati uno per uno execution style. Fu freddato anche un reporter che aveva pedinato la squadra, al comando di uno dei truci storici della polizia, Reneto Adams, ex sovrintendente.

Amnesty International contó 38 proiettili, di cui 10 estratti dalla testa dei ragazzi.

Successivamente, durante lo scontro a fuoco con una gang, la squadra di Reneto uccise 21 civili presenti sul posto, mentre i criminali la scamparono.

Marzo 2012, ghetti di Denham Town e Cassava Piece a Kingston: in una settimana le incursioni della JCF stroncarono le vite di due scolarette di 12 e 15 anni, Nicketa Cameron e Vanessa Kirkland. Il taxi che trasportava la seconda, scambiato per l’auto di un ricercato, venne crivellato di colpi.

Solo lo scorso anno, grazie alla nuova tendenza delle Corti, i due agenti che spararono sono stati condannati a 15 anni ciascuno. In quella maledetta settimana, vennero trucidati pure due anziani e una madre di famiglia, e per non farsi mancare niente, una donna incinta che aveva risposto male a un poliziotto.

In Brasile, oltre alle truppe speciali della Polizia Militare – nello stato di Rio denominate Bope (Batalhão de Operações Policiais Especiais) il cui logo Faca na Caveira raffigura un pugnale conficcato in un teschio – allietano il quadro le milizie di vigilantes che in genere provengono dagli stessi reparti, a cui i politici ricorrono per fini personali.

La strage di Osasco e Barueri del 2015 nello Stato di São Paulo, dove furono assassinati 19 pregiudicati prelevati dai bar, fu la classica rappresaglia per vendicare due poliziotti uccisi, perpetrata congiuntamente da miliziani e soldati.

Tre anni dopo, 4 di loro vennero condannati a 600 anni in totale.

L’anno prima a Belém, capitale di Pará, le favelas di Terra Firme, Guamà, e Sideral erano state oggetto di un raid della PM, che ne aveva ammazzati 30, tra cui diversi minorenni.

Dulcis in fundo, stato di Rio de Janeiro: a Itaboraí, lo scorso anno, membri del 35° Battaglione istruirono i miliziani che poi uccisero a sangue freddo 10 persone.

Le videocamere filmarono i partecipanti, e la polizia civile confermò le riprese.

Circa il 77% dei civili ammazzati a Rio sono di colore, sovente minorenni, a volte bambini.

Un’altra affinità tra Giamaica e Brasile è il trucco delle planted weapon: armi lasciate appositamente sul luogo delle stragi, attribuite alle vittime. Indecom riconobbe una pistola ritrovata sul luogo del crimine, come la stessa già usata per una messa in scena precedente.

In Brasile armi e munizioni dei vigilantes provengono spesso dagli stocks della Polizia Federale, che dovrebbe fornirle solo alla PM. Così non fu per la mitraglietta HK MP5 in dotazione del Bope, che venne invece utilizzata per falciare Marielle Franco e il suo autista dai miliziani di Escritório do Crime.

The Privy Council

Il sistema giudiziario in Giamaica è basato sul modello britannico: le Corti sono divise su 4 livelli, partendo dalla Parish Court distrettuale patrocinante cause penali e civili, la Circuit Court che giudica crimini su scala nazionale, la Supreme Court, massimo tribunale, ed infine Court of Appeal, la Corte d’Appello.

Sebbene in Giamaica questa sia l’ultimo grado di giudizio, la sua sentenza può essere ribaltata dal Privy Council, un tribunale con sede a Londra che tuttora rappresenta la Regina in tutte le isole caraibiche del Commonwealth di cui fanno parte anche Belize, Bahamas, Trinidad&Tobago, Grenada, St.Vincent, Antigua, Barbados, Cayman ect.

Nel 2013, un alto ufficiale della JCF aveva presentato ricorso vincente in Corte d’Appello contro il suo arresto da parte di Indecom per ostruzione alle indagini; codesta stabilì che l’agenzia non poteva arrestare un membro della JCF senza avvisare prima il capo della polizia.

Indecom si è rivolta al Privy Council che ha annullato la sentenza, aggiungendo però quanto segue: se pur l’agenzia ha diritto di indagare sui crimini dei poliziotti – omicidi compresi – senza l’obbligo di notifica al Comando, non può più arrestarli, compito che da ora in poi torna in esclusiva alla DPP, l’ufficio del Procuratore Generale, il quale in passato spesso e volentieri ha coperto gli indagati.

È la prima volta in 40 anni che una Corte inglese ribalta una sentenza emessa in Giamaica.

Guarda caso, lo ha fatto adesso che i poliziotti stavano cominciando a pagare per i propri crimini.

Depotenziando in tal modo coloro che hanno sconfitto il terrore in uniforme, Londra decide sul destino della sua ex colonia, in barba all’indipendenza concessa all’isola nel 1962.

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