di Guido Salerno Aletta
I nuovi "aiuti europei", di cui si parla tanto in
questi giorni, non saranno altro che i soliti Fondi erogati sotto
stretto controllo dalla Commissione, con procedure talmente cavillose
che non si riescono mai a spendere tutti.
Da qualche settimana questi Fondi sono stati ribattezzati: ora va di moda chiamarli "Grants",
per distinguerli dai "Loans": questi sarebbero invece dei prestiti come
quelli erogati dal MES, il cosiddetto Fondo "Salva Stati".
Per
fare vedere che l'Unione europea ci aiuta davvero, che è generosa con
chi ha bisogno, ormai si dice che beneficeremo di erogazioni a "Fondo
perduto", come se si trattasse di un regalo. È una Bufala, e vedremo
perché.
Si comincia con i fiocchetti: non si parla più "Recovery Fund", un termine che fa troppo pensare alla crisi in corso.
Il
programma proposto dalla Commissione, che si riferisce agli anni
2021-2027, andrà ad integrare il Quadro finanziario che riguarda il
medesimo periodo. Il titolo è roboante: "Europe's moment: Repair and Prepare for the Next Generation", fa tanto insegna da bar che invita ad un aperitivo a prezzi scontati, da Happy hour.
Nel
complesso, in questi sette anni, il budget di spesa dell'Unione europea
sarà incrementato di 750 miliardi di euro. Di questi, 500 miliardi
saranno erogati come aiuti a Fondo perduto, mentre altri 250 miliardi
saranno concessi a titolo di prestito.
La prima questione è chiarire chi verserà questi 750 miliardi al bilancio europeo, tenendo conto che questa somma si aggiungerà ai circa 1.100 miliardi già previsti
nel Quadro finanziario. Tra l'altro, ancora non c'è intesa sulla
ripartizione del mancato contributo netto della Gran Bretagna, che con
la sua uscita dall'Unione ha determinato un buco di circa 10 miliardi
l'anno: in pratica, bisogna trovare entrate per 70 miliardi di euro,
solo per pareggiare le spese.
Per raccogliere tra i Paesi Membri i
750 miliardi di euro del Programma straordinario, in questo periodo
settennale, la Commissione propone di raddoppiare le entrate proprie dell'Unione,
portandole al 2% del PIL. Non solo si raddoppieranno i versamenti
dell'IVA che gli Stati girano all'Unione, ma si prevede di introdurre
nuove tasse: da quella sulla plastica non riciclata a quella su
determinate emissioni inquinanti.
Per contribuire a questo
programma straordinario di 750 miliardi, l'Italia dovrà versare 96,3
miliardi. Bisogna essere precisi di questi tempi, viste le Bufale che
girano: questa cifra risulta dalla Table A1 Allocation Key, allegata al "Commission Staff Working Document", (Brussels 27.5.2020, SWD(2020) 98 final).
Quanto riceverebbe l'Italia, a fronte dei 96,3 miliardi che dovrebbe versare?
Sempre in questa tabella, in cui però non vengono distinti i Grants dai
Loans, le erogazioni a Fondo perduto dai Prestiti, ci spetterebbero 153
miliardi di euro, con un beneficio netto di 56,7 miliardi: sarebbe un
aiuto sostanzioso, concesso in considerazione del fatto che siamo stati
inseriti nella categoria "S", quella degli Stati ad alto debito.
Messa così, riceveremmo più denaro di quello che verseremmo: l'Europa è assai generosa.
Il trucco c'è, ma non si vede subito: succede così dappertutto, soprattutto nei documenti da mettere in mano ai politici.
Sul
totale di 153 miliardi di aiuti di spettanza dell'Italia, i "Grants",
le erogazioni a Fondo perduto, arriverebbero ad 81,8 miliardi; in
aggiunta ci sarebbero 71,2 miliardi di "Loans", prestiti.
Su Twitter, il Commissario europeo Paolo Gentiloni, ha confermato che la
somma che verrebbe erogata all'Italia a Fondo perduto sarebbe di 81,8
miliardi di euro. I prestiti sarebbero invece pari a 90,9 miliardi e non
a 71 miliardi di euro. La somma complessiva di aiuti di spettanza dell'Italia sarebbe infatti di 172,7 miliardi e non di 153 miliardi
come risulta dalla tabella citata. In pratica, cambia solo la quota dei
debiti che l'Italia potrebbe contrarre, ma non la somma che riceverebbe
a Fondo perduto.
Eccola qui, la "seconda" fregatura per
l'Italia: mentre con le nostre tasse dovremo versare 96,3 miliardi di
euro, riceveremo solo 81,8 miliardi a Fondo perduto. Tra il dare e
l'avere ci rimetteremo 14,5 miliardi.
La "prima" fregatura per l'Italia la conosciamo bene, da un pezzo: da decenni siamo contributori netti del bilancio europeo.
Nel 2018, ad esempio, abbiamo versato tasse per 17 miliardi di euro
ricevendo fondi per 10,3 miliardi. Il costo netto è stato dunque di ben
6,7 miliardi di euro. Nei sette anni del prossimo Quadro finanziario ci
rimetteremo all'incirca 47 miliardi di euro. Una somma che si andrà ad
aggiungere a quanto abbiamo versato in più finora.
In totale,
mettendo insieme la "prima" e la "seconda" fregatura, nei prossimi sette
anni ci andremo a rimettere circa 61,5 miliardi di euro.
Si
arriva così al ridicolo: se l'Italia dovesse chiedere prestiti europei
per 71 miliardi di euro, come ci viene generosamente prospettato, non
faremmo altro che indebitarci per una somma che abbiamo praticamente già
versato per intero.
A Fondo perduto, ci sono solo i versamenti dell'Italia all'UE: altri 14,2 miliardi di euro.
Aiuti Europei, Bufale & Mozzarelle
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