Presentazione


Aggregatore d'analisi, opinioni, fatti e (non troppo di rado) musica.
Cerco

17/08/2022

Lettera aperta a “il manifesto” in difesa di Edy e della lotta antifascista

Lo scorso 11 agosto il quotidiano sedicente comunista “il Manifesto” ha pubblicato un riprovevole articolo in cui prova a mettere in cattiva luce il defunto compagno Edy Ongaro “Bozambo”.

Non è certo la prima volta che il Manifesto attacca la Resistenza del Donbass o i comunisti, è ben nota la sua posizione di appiattimento sulla linea del Governo italiano, atteggiamento tipico della “sinistra imperiale”.

Voglio anche ricordare che questi strali de il Manifesto spesso sono fatti con argomentazioni patetiche che oltre alla condanna politica ne richiederebbero pure una deontologica.

L’articolo in questione, nel raccontare dei provvedimenti giudiziari avviati contro dei fascisti italiani che sono andati a combattere per Kiev (accusati di essere mercenari), tira in ballo Edy e lo fa con vigliacca ambiguità.

All’interno di un’elencazione di vari nomi di persone per lo più di destra e/o esponenti del tifo organizzato, Edy viene descritto come “ultrà del Venezia [...] dal 2015 tra le fila dei separatisti filorussi”.

Non lo si può descrivere così! Edy era un comunista combattente morto in battaglia difendendo dai nazisti il popolo del Donbass. Edy era un partigiano. Edy era un internazionalista. Edy ha fatto quello che avrebbe dovuto fare ogni antifascista: sollevarsi in armi per resistere contro il ritorno del fascismo. Ha combattuto per sette anni cadendo da eroe.

Ovviamente è vero che Edy fosse un ultrà, ma mettere in evidenza solo un aspetto marginale serve ad omettere gli aspetti principali e a creare un legame con altre persone con cui ha ben poco a che spartire.

Inoltre, va sottolineato che il Donbass è indipendente dal 2014 e la sua lotta contro il fascismo e per la libertà – con il tentativo di costruire delle Repubbliche Popolari – non può certo essere liquidata come “separatismo filorusso”.

Io voglio non solo difendere il buon nome di Edy, ma anche quello delle Brigate Internazionali, baluardo antifascista negli anni ‘30. Quelle in cui ha combattuto Edy sono realmente le eredi delle organizzazioni internazionaliste in cui confluirono volontari da ogni parte del mondo e che – quasi un secolo fa – andarono a combattere contro il fascismo in Spagna.

Al riguardo nessun antifascista può avere alcun dubbio, eppure il Manifesto in questo articolo chiama “brigate internazionali” non i gruppi antifascisti che combattono da otto anni contro il fascismo risorto in Ucraina, ma le bande di nazisti agli ordini di Kiev.

Non si può tollerare che si associno le brigate internazionali al nazismo, si tratta di una sporca infamia revisionista. Questo articolo non è solo un’offesa alla figura di Edy, martire antifascista, ma lo è anche alla memoria delle Brigate Internazionali e in definitiva a tutti gli antifascisti.

Alla luce di ciò, urge un chiarimento con il Manifesto. La gravità dei fatti non consente più margini di ambiguità, ci facessero capire da che parte vogliono stare: con i fascisti o con gli antifascisti.

A il Manifesto facessero la loro scelta in libertà, ma lasciassero in pace gli eroi antifascisti e non abusino del nome delle Brigate Internazionali, della Resistenza e dei partigiani affiancandoli alla feccia nazista.

Fonte

Nessun commento:

Posta un commento