Stando a quanto ha reso pubblico “Libreria inserzioni di Meta” – l’archivio creato da Facebook tre anni fa – è possibile capire quanto stanno spendendo, cosa stanno postando e con quali risultati le forze politiche in Italia per questa campagna elettorale.
A seguito dello scandalo Cambridge Analytica, Facebook ha attivato questo servizio per rendere trasparenti le inserzioni pubblicitarie che riguardano temi di natura politica, elettorale o sociale. Oltre alla spesa, la funzione permette di indagare la fascia di età e il sesso delle persone a cui i post vengono mostrati.
Chi ha speso di più per inserzioni su Facebook per ora è il Partito Democratico.
Nell’ultimo mese registrato da Meta (dal 21 luglio al 19 agosto) il PD ha speso 26.358 euro per i suoi post sponsorizzati sulle piattaforme Facebook e Instagram. Il post a pagamento del PD, che attacca le posizioni di Trump e della Meloni sull’aborto, è stato indirizzato solo al pubblico femminile, ha avuto 400-500 mila visualizzazioni ed ha raggiunto soprattutto donne tra 45 e 54 anni (48% del totale degli utenti Meta che hanno ricevuto il post).
Un post sui medici di famiglia ha raggiunto 40-50 mila visualizzazioni, ma in un pubblico maschile e con più di 55 anni.
Dopo il PD, chi sta spendendo di più in pubblicità su FB è la Lega, con una spesa di 23.614 euro. Ma sono soprattutto le personali di Salvini ad essere finanziate tramite l’account pubblicitario “Lega – Salvini Premier”, lo stesso che sponsorizza i post pubblicitari sulla pagina Facebook del partito.
I temi sono quelli di sempre e che dovrebbero funzionare da “acchiappa-like”: stop agli sbarchi di immigrati, azzeramento dell’Iva sui prodotti alimentari e abolizione della legge Fornero. Ma adesso compaiono anche post a favore del nucleare per “l’indipendenza energetica”.
La pubblicità viene indirizzata senza alcun target di età quando si parla di sbarchi di immigrati – ottenendo più di un milione le visualizzazioni con una spesa di 1500-2000 euro. Si sposta invece sui giovani tra 18 e 34 anni quando si parla di taglio dell’Iva sui generi alimentari, e qui viene raggiunto soprattutto un pubblico femminile rispetto a quello maschile (oltre il 60% del milione e rotti di visualizzazioni).
Più modesta l’offensiva social di Fratelli d’Italia con un solo post sponsorizzato,con il quale Giorgia Meloni ha raggiunto oltre un milione di persone: per lo più uomini (62% del totale) e persone adulte (il 71% è over 45).
La presidente di Fratelli d’Italia ha cominciato a postare un video al giorno sulle sue pagine personali, ma senza il supporto della sponsorizzazione. Così come aveva fatto per il video prima pubblicato e poi rimosso dello stupro avvenuto domenica mattina all’alba a Piacenza.
Forte delle sue televisioni, Silvio Berlusconi, investe pochissimo sui social. In totale ha speso 505 euro per una ventina di post pubblicati su Instagram e Facebook. I video sembrano raggiungere soprattutto un pubblico prevalentemente maschile, fatto più di giovani su Instagram e di adulti su FB.
Renzi è molto prudente con i post sponsorizzati su FB, appare invece più attiva la pagina di Calenda, con una spesa di 1.904 euro finanziati da Azione.
La spesa maggiore (1000-1.500 euro) è stata per sponsorizzare un video in cui il leader della coalizione si presenta agli elettori. Il post, chiuso il 20 agosto, ha raggiunto 700-800 mila visualizzazioni, in gran parte maschi (65%). Se aveva l’intenzione di raggiungere i giovani Calenda non sembra aver centrato il target: il 61%, tra uomini e donne, ha più di 55 anni.
Il M5S e Conte finora non hanno speso soldi sulle piattaforma social. Utilizzano solo post gratuiti.
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