Che il clima nel Pacifico stia cambiando lo si capisce anche da piccoli episodi. Una nave formalmente della Guardia costiera degli Stati Uniti. La “Oliver Henry”, non ha potuto effettuare una sosta per il rifornimento nel porto di Honiara, capitale delle Isole Salomone, dopo che le autorità hanno ignorato le sue richieste di autorizzazione all’attracco. Il rapporto tra Stati Uniti e Isole Salomone si è complicato negli ultimi mesi, dopo che Honiara ha siglato un accordo di cooperazione nel campo della sicurezza con la Cina.
La nave della marina statunitense Oliver Henry, dopo il diniego nelle Isole Salomone, ha dovuto fare rotta verso Papua Nuova Guinea. Ufficialmente la nave è impegnato in “attività di pattugliamento contro la pesca illegale nel Pacifico meridionale” mentre in realtà è una missione di sorveglianza marittima.
Un sito specializzato descrive come l’equipaggio di Oliver Henry preveda di impegnarsi con le forze di difesa della Papua Nuova Guinea e con i funzionari locali.
“Il gentile benvenuto di Oliver Henry in Papua Nuova Guinea riflette la forte e apprezzata collaborazione tra la Guardia Costiera degli Stati Uniti e la Forza di Difesa della Papua Nuova Guinea”, ha affermato il tenente Freddy Hofschneider, comandante di Oliver Henry. “Non vediamo l’ora di avere maggiori opportunità di lavorare insieme e migliorare la sicurezza e la sicurezza marittima, in particolare con i nostri alleati e partner qui in Oceania”.
La Oliver Henry rientra nel progetto Usa avviato nel 2020 che prevede pattugliamenti più frequenti e più lunghi in un’area in cui la Guardia Costiera degli Stati Uniti ha aumentato la sua presenza negli ultimi 18 mesi. L’allora segretario di Stato americano Mike Pompeo ha dichiarato che “gli Stati Uniti sostengono un Indo-Pacifico libero e aperto”. In un discorso dello scorso anno, il comandante della guardia costiera degli Stati Uniti, l’ammiraglio Karl Schultz, ha sottolineato l’importanza strategica della presenza del servizio nella regione dicendo: “Siamo su una traiettoria in cui l’importanza geostrategica della regione dell’Oceania, è oggi più alta che negli ultimi decenni”.
Alla base del diniego dell’attracco della nave-spia nelle Isole Salomone, c’è il recente incontro tra la vice segretaria di Stato Usa Wendy Sherman con il leader dell’opposizione delle Isole Salomone Matthew Wale e il parlamentare Peter Kenilorea Jr. nella capitale Honiara.
L’Agenzia Nova riferisce che le parti hanno discusso le opportunità per rafforzare il rapporto tra Stati Uniti e Isole Salomone. Peter Kenilorea Jr., figlio dell’ex primo ministro Peter Kenilorea, critica duramente i rapporti del governo dell’attuale premier Sogavare con la Cina e ha criticato aspramente la decisione del governo in carica di rompere i rapporti con Taiwan. Anche Wale è molto critico nei confronti delle relazioni dell’arcipelago con Pechino e ha accusato la Cina di finanziare Sogavare e i deputati che lo sostengono. Durante la visita la Sherman ha anche incontrato il primo ministro Manasseh Sogavare.
L’arcipelago del Pacifico è divenuto negli ultimi mesi uno dei fronti della competizione globale tra Usa e Cina. Il governo ha infatti firmato di recente un patto di sicurezza con Pechino che ha suscitato l’irritazione di Washington, Giappone e Australia.
A causa dell’importanza strategica delle Salomone per il controllo delle rotte marittime nel Pacifico, gli Stati Uniti cercano con ogni mezzo di far pressione sul governo locale perché limiti le conseguenze del patto di sicurezza già firmato con la Cina.
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