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02/03/2023

Cos’è la Pridnestrovia/Transnistria nel mirino della Nato

In conseguenza della situazione in Ucraina e dei tentativi di destabilizzazione del governo atlantista e filo NATO della Moldavia, in queste ultime settimane la tensione nella regione moldava è a livelli altissimi con enormi potenzialità di sfociare in una situazione di guerra.

Con queste sintetiche documentazioni e informazioni, intendo contribuire a dare alcuni sommari dati storici e elementi per far comprendere la realtà pridnestroviana, un nodo geopolitico irrisolto che si trascina da 33 anni.

La Pridnestrovie una piccola realtà dell’Europa orientale, sempre più sottoposta ad una aggressione politica, economica, militare e spesso violentemente mediatica.

La questione Transnistria rappresenta una situazione indubbiamente complessa, delicata ed anche dolorosa, trattandosi di popoli fratelli. Ritengo che sia utile come compito informativo e storico, portare una informazione corretta e far conoscere documentazioni e storia di quella parte della contraddizione, rappresentata dalla piccola Repubblica Moldava della Pridnestrovie.

Una realtà che è considerata uno degli “stati canaglia” dall’imperialismo, dalla NATO e dalle forze liberiste occidentali, per questo è sottoposta ad un pesante embargo e sanzioni commerciali da decenni.

Negli ultimi anni molte ONG e la Fondazione Soros hanno intensificato campagne mediatiche in Internet, su riviste e in convegni internazionali, i cui echi sono arrivati fino in Italia. Le motivazioni sono le solite di sempre, che vanno bene per ogni occasione: diritti umani, corruzione, violazione delle regole della comunità internazionale, mancanza di “democrazia”, traffici illeciti, non disponibilità alla NATO, ecc. ecc.

La memoria va immediatamente a Serbia, Iraq, Bielorussia, Afghanistan, Zimbabwe, Libano, Siria, Libia, Yemen, Cuba, Grenada, Venezuela, Nicaragua, Eritrea, Iran, Corea Nord, ecc. ecc. Questo dovrebbe già essere sufficiente per porsi domande e cercare di capire qualcosa di più, nulla di più di questo… ma almeno questo, poi ciascuno si farà una sua opinione.

Un lavoro di dare voce a chi viene “silenziato” conoscendo bene quali sono i meccanismi devastanti della messa in isolamento di una realtà, di un paese e di un popolo, partendo come sempre dal presupposto politico e concettuale di lavorare per la solidarietà e soluzioni pacifiche delle contraddizioni geopolitiche tra i popoli.

Ed anche in questo caso ciò che auspichiamo è un processo di soluzione graduale e pacifica delle problematiche tra le leadership della Moldavia e della Transnistria, come era stato fino all’arrivo del nuovo governo atlantista e liberista della Maia Sandu, ex funzionaria della Banca Mondiale e affiliata alla Fondazione Soros.

Informazioni storiche generali sulla Repubblica Moldava Pridnestrovie

Area Totale 4,163 kmq. Perimetro 851 km. Popolazione 800,000 (Moldavi 34%, Russi 28%, Ucraini 26%). Lingue Ufficiali: Moldavo, Russo, Ukraino. Moneta Rublo Trans-Dniester – Capitale – Tiraspol

Breve storia

Nell’estate del 1989, forze nazionaliste moldave che si rifacevano al fascismo romeno, anticomuniste e antislave, sostenute e finanziate dai circoli imperialisti occidentali, avevano preso in mano la situazione nel paese, occupando il vuoto di potere creatosi con l’indipendenza dall’URSS, della ex Repubblica Socialista Sovietica della Moldavia, teorizzando l’espulsione della popolazione russofona e l’integrazione con la Romania del post socialismo.

Quando i nazionalisti moldavi a Chisinau e in altre città moldave iniziarono a gridare nei loro raduni che tutti i non-moldavi venissero deportati, divennero evidenti i loro programmi anti-slavi, e quando la leadership della nuova Moldavia post sovietica, stabilì la creazione di uno stato etnicamente puro e la rottura violenta con l’Unione Sovietica, la popolazione della Transnistria insorse contro l’aggressivo nazionalismo militante.

Vennero creati dei Consigli Locali delle Collettività dei lavoratori e altre organizzazioni sociali per dirigere la resistenza contro il nazionalismo sciovinista moldavo-rumeno. Nella regione ci fu una risposta unita e concorde, con manifestazioni di piazza e scioperi contro le leggi discriminatorie introdotte dalle autorità di Chisinau.

Ma il nazionalismo in Moldavia cresceva. La nuova leadership Moldava adottò una serie di leggi e decreti che tentarono di imporre la Moldavia come un secondo stato rumeno. Il rumeno venne dichiarato lingua ufficiale, venne introdotto l’alfabeto rumeno al posto di quello cirillico usato tradizionalmente in Moldavia, e la bandiera rumena, il tricolore, divenne la bandiera ufficiale della Repubblica Moldava. L’inno rumeno veniva trasmesso ogni mattina alla radio nazionale.

Gli slogan del cosiddetto Fronte Popolare iniziarono a diventare realtà. Dmitry Matyushin, ucciso a Chisinau solo perché parlava russo, fu la loro prima vittima. I deputati del Trans-Dniester del Consgilio Supremo della Moldavia vennero ostracizzati sia politicamente che fisicamente. Il risultato fu che lasciarono il Parlamento moldavo per formare il Consgilio Supremo provvisorio della Repubblica Moldava del Trans-Dniester, Transnistria.

Le politiche sconsiderate della leadership moldava di allora, formata per la maggior parte da rappresentanti del Fronte Popolare, accelerarono il processo di ristabilimento di uno stato autonomo nel territorio del Trans-Dniester.

In seguito, il governo della Moldavia tentò di risolvere le contraddizioni con la violenza. A partire dal 1990, ci furono vari tentativi di risolvere il conflitto con la Transnistria con atti di forza, che portò a numerose perdite tra la popolazione civile.

La guerra civile lanciata dalla Moldavia nel 1992 fu il culmine della violenza reazionaria nazionalistica, in questo contesto si scatenò una breve ma dura guerra civile, che tra marzo e giugno provocò circa 1.500 morti tra i due fronti, l’intervento delle truppe della quattordicesima armata russa di stanza nella parte transnistriana, pose fine al conflitto e permise alla piccola neonata Repubblica di non essere invasa dalle forze reazionarie scioviniste dell’epoca.

Durante la guerra, ci furono 800 morti e 3.000 feriti della Pridnestrovie, ma anche gravi danni materiali, dato che la guerra si svolse nel suo territorio.

Il popolo del Trans-Dniester, che stava combattendo per difendere la propria repubblica, ebbe il supporto delle forze patriottiche di tutte le ex-repubbliche sovietiche. La Russia prese parte attiva per fermare le operazioni militari sulle sponde del Dniester e la nuova Moldavia sciovinista e antisovietica, fu costretta a fermare la guerra e iniziare i negoziati.

Il risultato fu la divisione fisica della Repubblica Moldava della Pridnestrovie dalla Moldavia, con un confine amministrativo ma di fatto piantonato dalle due parti, seppure con facilitazioni di spostamento delle persone, che da allora hanno vissuto come due stati indipendenti.

L’esperienza storica della Repubblica Autonoma Sovietica Socialista Moldava (MASSR, 1924-1940) servì come impianto storico per la costituzione dello stato pridnestroviano, dato che è anche situato sullo stesso territorio.

Nel giugno del 1990, gli esponenti sciovinisti di Chisinau dichiararono decaduto e illegale il Patto “Molotov-Rippentropp” e il decreto del Soviet Supremo dell’USSR del 1940 sullo stabilimento della Repubblica Sovietica Socialista Moldava sul territorio della Bessarabia e della RSSM, riconoscendo così legittimo il ristabilimento dello stato nel territorio dell’ex RSSM.

La regione transnistriana situata sulla riva sinistra del fiume Dniestr, la cui popolazione era prevalentemente di origini russe e ucraine, insieme alla stragrande maggioranza dei moldavi lì presenti, si opposero ai processi di distruzione e assimilazioni astoriche, e indirono nell’estate del ’90 un referendum per autonomizzarsi legislativamente da questi eventi; votarono il 95,8 % degli elettori, e il 75,3 % votò per la formazione della Repubblica Sociale Sovietica Moldava della Transnistria.

Il 2 settembre 1990 il secondo Congresso dei deputati transnistriani, proclamò la definitiva nascita della Repubblica Moldava Pridnestrovie (RMP), eleggendo un Soviet Supremo di 50 eletti e I. Smirnov venne eletto come primo suo presidente.

Il nome stesso della Repubblica ha il significato dell’aspirazione dei transnistriani di proteggere e preservare i diritti della comunità moldava, la sua cultura e tradizioni, all’interno delle leggi repubblicane.

La regione è sempre stata fortemente industrializzata e specializzata nella produzione di armamenti pesanti, eredità dell’Unione Sovietica, ma oggi la situazione è di profonde difficoltà, causa la situazione politica difficile, il contestato status giuridico internazionale e un embargo totale.

I confini della RMP sono controllati da truppe di frontiera pridnestroviane e dogane, tutto il territorio della Transnistria è soggetto alla legislazione emanata dalla Costituzione della Repubblica Moldava di Pridnestrovie.

Durante gli anni è divenuto uno stato a tutti gli effetti con un Presidente eletto legalmente, il principale corpo legislativo è il Consiglio Supremo della Repubblica, il governo viene eletto e diretto dal Presidente, con una Corte di Giustizia, mass media con Radio, TV e giornali, con una propria bandiera, un Esercito, un corpo di polizia e un Inno nazionale.

La Costituzione della RMP, adottata da un referendum nazionale nel 1996, stabilisce che la “Repubblica Moldava di Pridnestrovie è uno stato indipendente, sovrano, democratico, legale”. La Costituzione stabilisce anche che nella Repubblica sono riconosciuti e protetti equamente i diritti politici, religiosi e delle minoranze, le proprietà di diversi tipi: proprietà dello stato, proprietà privata, e altre.

Nel Referendum del 2006, quasi il 98% degli elettori ha appoggiato il percorso per l’indipendenza.

I maggiori partiti rappresentati nel Consiglio Supremo sono il Partito della Repubblica che ottiene mediamente l’80% dei voti, poi ci sono due Partiti Comunisti (PKPe PKC) con l’8%, il Partito Indipendente con il 4% e il Partito del Rinnovamento con il 2%.

In questi decenni si sono svolte molte trattative con la Repubblica Moldava, intensificatesi negli anni delle presidenze comuniste e socialiste, con la presenza di organismi internazionali tra cui l’OSCE, per trovare una soluzione alle controversie, dirimere le divergenze e ritrovare prospettive di collaborazione pacifica e congiunta. Purtroppo negli ultimi anni con le presidenze atlantiste e filo NATO dei governi della Maia Sandu, tutto si è fermato e sono riprese politiche provocatorie, ostili e di aperto scontro, fino ad arrivare ai giorni nostri, con venti di nuove ostilità e guerra.

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