La trasmissione Report di domenica 26 novembre aveva rivelato che l’ex vice presidente del Senato, Gasparri – che per una strana coincidenza si era appena dimesso dall’incarico istituzionale nei giorni precedenti – è presidente di Cyberealm srl, una società di cybersecurity con legami con personaggi dell’intelligence israeliana, di cui il Senato non era informato.
Non solo. Il sen. Gasparri è membro anche di commissioni parlamentari “sensibili” come Esteri e Difesa.
In una seconda puntata, Report, domenica 3 dicembre, è tornato sulla vicenda. Tra l’altro dopo aver appreso che Gasparri aveva deferito Report e la Rai alla Commissione di Vigilanza sulla Rai.
Il titolare della società Cyberealm in questione è un italo-israeliano, Leone Ouazana, che è stato direttore delle relazioni istituzionali della Telit.
È utile ricordare che Gasparri era ministro delle Telecomunicazioni proprio negli anni in cui lo Stato cedeva ad una società israeliana la Telit, ossia l’unico produttore italiano di telefoni cellulari e che oggi svolge attività di interesse nazionale per Israele.
Leone Ouzana, ex dirigente dei servizi di intelligence israeliani, ha domicilio a Tel Aviv. E’ il proprietario e fondatore nel 2020 della srl collegata ad altre società del settore delle telecomunicazioni (Melcom srl con sede in via Prato della Signora, a Roma) e consulenza nelle tecnologie informatiche (Atlantica Cyber Security, altra srl con sede in via Barberini, sempre a Roma).
La società Cyberealm, come descritto nella sua pagina di presentazione, è composta “da esperti mondiali con vasta esperienza sul campo del cyber israeliano ecosistema e comunità di intelligence, Cyberealm Cyber Solutions copre l’intera gamma di prodotti e servizi legati alla cyber-intelligence”.
Come rivelato nell’anteprima del servizio, Report ha scoperto che dietro a Cyberealm si nasconderebbe “un altro imprenditore israeliano, molto legato a Ouazana“. Si tratta di Oozi Cats, anche lui ex amministratore di Telit Italia, fino al 2017 quando viene travolto da uno scandalo.
Ma Report ha trovato anche un terzo uomo, anche lui israeliano, ex alto dirigente dei servizi di sicurezza (richiamato in servizio in queste settimane). Si tratta di Arik Ben Aim che nella Cyberealm risulta nel ruolo di “managing partner“.
Nel suo profilo professionale, è lo stesso Arik Ben Aim a spiegare che: “Prima di diventare Managing Partner di Cyberealm, sono stato inviato speciale del Ministro della Difesa israeliano in Medio Oriente e prima ancora ho ricoperto il ruolo di dirigente senior nell’ufficio del Primo Ministro”.
Il Financial Times nel marzo 2018 ricorda che l’azienda tecnologica Telit ha interrotto i rapporti con l’allora amministratore delegato Oozi Cats, in seguito alle accuse di legami con un latitante statunitense di nome… Uzi Katz.
La BBC rivela che il capo di Telit Communications, Oozi Cats, si era dimesso nel 2017 dopo che un’indagine interna all’azienda ha scoperto che aveva nascosto un’accusa statunitense a suo carico.
La Telit ha avviato un’indagine quando si è scoperto che Oozi Cats era in realtà lo stesso Uzi Katz, ricercato per frode negli Stati Uniti.
La società, quotata sul mercato Aim di Londra, ha dichiarato che Cats ha “consapevolmente nascosto” delle informazioni.
Ootzi Cats è uno dei fondatori dell’azienda, che guidava dal 2000. Ma in Italia pochi giorni fa Oozi Cats è stato assolto dal tribunale di Monza per per la presunta bancarotta fraudolenta di Bames-Sem, l’ex Ibm poi Celestica.
Con la vicenda Gasparri-Cyberealm-Israele, riemerge dunque una lunga stagione di passioni e connessioni reciproche tra la destra italiana al governo e l’intelligence israeliana, sul piano del business certo, ma anche su quello politico che espone – e dispone – le informazioni sensibili del nostro paese e personaggi legati a servizi segreti stranieri, in questo caso quelli israeliani.
Un “vizietto” che la destra ha in comune, non a caso, con Renzi e il suo entourage, tra cui il noto Marco Carrai, console onorario di Israele in Toscana, che proprio Renzi, quando era premier, voleva a capo dell’agenzia per la cybersicurezza in Italia suscitando la rivolta dei capi dei servizi segreti italiani.
Stando ad alcuni osservatori estremamente ben informati, nel governo Meloni c’è proprio una grande passione per i servizi segreti e il loro lavoro.
“Giorgia e la passione per gli 007” è infatti uno dei capitoli del nuovo libro di Luigi Bisignani, che affronta e indaga il potere e le logiche del Palazzo da parte di un “sussurratore” che ne conosce bene anche gli angoli più remoti e infrequentabili. In uno degli otto capitoli viene analizzato proprio il rapporto tra l’attuale premier e i servizi segreti, svelando alcune “rogne”, in particolare in materia di intercettazioni.
Molti di questi dettagli spiegano l’atteggiamento complice e servile della politica italiana e della destra verso Israele, nonostante quello che Israele sta facendo ai palestinesi da troppo tempo.
Fonte
Nessun commento:
Posta un commento