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23/12/2023

Gaza - In Israele preoccupa “la lentezza” dell’operazione militare. La resistenza palestinese continua. Nulla di fatto all’Onu

A Gaza si combatte casa per casa in tutta la Striscia. Contrariamente ai bollettini dei comandi militari israeliani non ci sono zone “pacificate”. Rinviata ogni tregua, l’offensiva israeliana prosegue lentamente anche in altre aree del territorio palestinese.

Secondo il ministero della Sanità di Gaza, sono state uccise circa 410 persone nelle ultime 48 ore. In particolare, 16 persone sono morte in un bombardamento che ha colpito una casa a Jabaliya (nel nord), mentre altre cinque sono state uccise anche a Rafah, nella parte meridionale della Striscia, al confine con l’Egitto dove sono stati fatti affollare decine di migliaia di profughi.

Il Palestine Chronicle riferisce di un significativo esame della situazione sul campo pubblicato dal giornale israeliano Haaretz. “Il tempo è un elemento critico in qualsiasi piano d’azione militare, ma a Gaza le cose sono diverse”, ha osservato su Haaretz l’analista militare Amos Harel, aggiungendo che: “La manovra di terra a Gaza è iniziata otto settimane fa, ma nelle ultime settimane la maggior parte dei progressi delle forze israeliane (…) è stato ridotto a movimenti abbastanza minori”.

Harel spiega la “lentezza” con la “paura di ulteriori vittime” e il “desiderio di non fare del male ai rapiti (israeliani)”.

Tuttavia, le prove presentate dai gruppi della Resistenza palestinese e i resoconti dei soldati israeliani che hanno operato nella Striscia sembrano indicare che la “lentezza” dell’operazione militare israeliana dipende in gran parte dalla dura resistenza incontrata sul terreno.

In un’area non specificata di Gaza City, le forze armate israeliane (IDF) affermano che le truppe della 14a Brigata Corazzata di Riserva hanno identificato “un gruppo di uomini armati di Hamas e hanno chiamato un attacco aereo”. Nell’area del campo di Shati a Gaza City, la 14a Brigata ha identificato “altri tre uomini armati di Hamas che avevano aperto il fuoco contro di loro. La brigata ha chiamato un attacco aereo per uccidere i tre combattenti”.

Il giornale israeliano Times of Israel così commenta: “Gli incidenti di Gaza City indicano che, mentre l’IDF ha il controllo operativo sull’area, sta ancora combattendo contro le cellule più piccole di Hamas”.

Il bilancio totale dei morti palestinesi a Gaza è salito intanto a 20.057, mentre i feriti sono 53.320. Da parte loro, le forze armate israeliane hanno annunciato l’uccisione di altri due militari.

Nulla di fatto al Consiglio di Sicurezza dell’Onu

il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha chiesto la consegna “su larga scala” di aiuti umanitari a Gaza, senza chiedere un cessate il fuoco immediato, a cui si erano opposti gli Stati Uniti. La risoluzione adottata con 13 voti a favore, nessuno contrario e due astensioni (Stati Uniti e Russia) “chiede a tutte le parti di autorizzare e facilitare la consegna immediata, sicura e senza ostacoli di assistenza umanitaria su larga scala” a Gaza e chiede “urgentemente adottare” misure al riguardo e “creare le condizioni per una cessazione duratura delle ostilità”.

Il testo prevede inoltre l’utilizzo di “tutte le vie di accesso e di circolazione disponibili in tutta la Striscia di Gaza” per la consegna di carburante, cibo e attrezzature mediche in tutto il territorio dell’enclave palestinese.

La risoluzione, frutto di lunghe discussioni sotto la minaccia di un nuovo veto americano, è stata annacquata rispetto alla versione più avanzata proposta domenica dagli Emirati. È scomparso il riferimento a una “cessazione urgente e duratura delle ostilità”, presente nel testo di domenica, così come la richiesta meno diretta, in una versione successiva, di una “sospensione urgente delle ostilità”. Un emendamento russo che voleva rilanciare l’appello per una “sospensione urgente delle ostilità” è stato bloccato dagli Stati Uniti, che hanno posto il veto.

Allarme dell’Organizzazione Mondiale della Sanità su Gaza

Il responsabile dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus. ha sottolineato che “il bilancio devastante della guerra finora non può essere ignorato, compresa la perdita di oltre 20.000 vite umane, soprattutto donne e bambini, e oltre 53.000 feriti“. “La minaccia della fame, della carestia e della diffusione delle malattie incombe, esacerbata dalla decimazione delle strutture sanitarie e dagli attacchi agli operatori sanitari. La scarsità di forniture mediche, cibo, acqua, carburante ed energia aggrava ulteriormente la terribile situazione”

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