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21/12/2023

Sulle armi italiane all’Ucraina il Parlamento voterà a cose fatte

Abbiamo già scritto di come, mediante un sotterfugio, il Consiglio dei ministri abbia deciso la proroga per tutto il 2024 della “cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti alle autorità governative dell’Ucraina”. Aggirando il voto parlamentare entro il 31 dicembre, il decreto è stato autorizzato dal solo Copasir lo scorso 19 dicembre. Adesso circolano voci secondo cui il Parlamento voterà sull’invio di armi a febbraio o forse l’11 gennaio. Praticamente a cose fatte.

Il decreto con cui l’Italia fornisce armamenti all’Ucraina impegnata nella guerra contro la Russia, era già stato un anomalia con la quale l’allora governo Draghi, ha garantito l’invio di armi e attrezzature all’Ucraina senza limiti di tempo. Di fronte alla scadenza del decreto, il governo ha disposto una proroga, che doveva passare al vaglio del Parlamento ma che verrà discussa a cose fatte.

Questo espediente consente infatti di coinvolgere formalmente il Parlamento ma senza affrontare a ogni invio una discussione in aula e un voto alla Camera e al Senato. Una discussione che, come noto, è serio motivo di imbarazzo sia per il governo che per una parte dell’opposizione (il Pd, Italia Viva, Calenda) che hanno votato a favore dell’invio di armi di Ucraina nonostante una costante opposizione nel paese verso questa scelta di coinvolgimento dell'Italia nella guerra in Ucraina.

L’esponente del Pd, ex ministro della Difesa ed ex presidente del Copasir Lorenzo Guerini ha commentato positivamente il sotterfugio a cui è ricorso il governo: “Bene la continuità negli aiuti militari all’Ucraina decisa oggi in consiglio dei ministri per il 2024. Il sostegno all’Ucraina è necessario per giungere a una pace giusta e rispettosa della sovranità territoriale e della libertà del popolo ucraino”.

Ma anche dentro la maggioranza, in particolare la Lega, è noto che si siano palesati alcuni mal di pancia sull’invio di armi all’Ucraina.

Per questo il decreto dovrebbe essere discusso in aula entro febbraio, ma alcune fonti parlano addirittura dell’11 gennaio. Comunque a decisioni già prese. Si va in guerra ancora prima di averne potuto discutere in Parlamento. Ce lo chiede la Nato!

Se dentro il Parlamento i deputati voteranno ancora a favore della guerra invece che per un cessate il fuoco e contro la prosecuzione del conflitto inviando armi, fuori dal Parlamento troveranno ad attenderli al varco anche in questa occasione le forze che si oppongono alla guerra e all’invio di armamenti all’Ucraina. Chi vota a favore del decreto non venga poi a chiedere sconti e voti alle elezioni.

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