La situazione a Gaza è catastrofica: 16.248 persone uccise, di cui 7.112 bambini, circa 45.000 persone ferite, 1.9 milioni di sfollati, più del 50% delle case distrutte, ospedali e scuole sotto continui bombardamenti israeliani, persino le strutture dell’UNRWA non conoscono pace.
Davanti a questa catastrofe la comunità internazionale ha finora fallito clamorosamente e quegli Stati che pure hanno una forte influenza nello scacchiere internazionale, l’hanno usata verso Israele con il contagocce.
Il Segretario Generale dell’ONU, Antonìo Guterres, dopo essere stato duramente criticato da Israele, fino a chiedere le sue dimissioni, per aver denunciato l’uso sproporzionato della risposta israeliana all’attacco di Hamas del 7 ottobre scorso, utilizza, per la prima volta da quando riveste il mandato, lo strumento concessogli dall’articolo 99 della Carta delle Nazioni Unite, che stabilisce che “Il Segretario Generale può richiamare l’attenzione del Consiglio di Sicurezza su qualunque questione che a suo avviso possa minacciare il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale”.
In una lettera rivolta al Presidente del Consiglio di Sicurezza, Jose Javier de la Gasca Lopez Dominguez, Il Segretario Generale lancia un allarme angoscioso: “Nowhere is safe in Gaza.”
La presa d’atto pubblica, fatta attraverso l’utilizzo dell’articolo 99, che non esista un solo pezzo di terra della Striscia dove la popolazione possa trovare riparo dai bombardamenti e dagli attacchi israeliani, è finalmente un segnale importante che vuole spronare i membri del Consiglio di Sicurezza a uscire dalla ragnatela degli indugi tattico-strategici.
Guterres nella sua lettera scrive: “La comunità internazionale ha la responsabilita di usare tutta la sua influenza per prevenire una futura escalation e per porre fine a questa crisi. Sollecito i membri del Consiglio di Sicurezza affinché facciano pressione per scongiurare una catastrofe umanitaria.
Ripeto il mio appello perché venga dichiarato un cessate il fuoco umanitario. È urgente. La popolazione civile deve essere risparmiata da sofferenze maggiori. Con un cessate il fuoco umanitario, i mezzi di sopravvivenza possono essere ripristinati e l’assistenza umanitaria può essere fornita in sicurezza e in modo tempestivo in tutta la Striscia di Gaza.”
Adesso la palla passa nelle mani del Consiglio di Sicurezza, organo esecutivo delle Nazioni Unite, con poteri di natura conciliativa e coercitiva. Di fatto, se volesse, avrebbe il poter di fermare la guerra.
Se il Consiglio di sicurezza dovesse tentennare, dovrebbe motivarne le ragioni e sconfessare il segretario Generale che, con la sua lettera, denuncia che la guerra in corso a Gaza è una minaccia alla pace e alla sicurezza internazionale.
Con un post su X, l’Alto Rappresentante della politica estera dell’Unione Europea, Josep Borrell, sostiene la richiesta di Guterres, scrivendo che: “Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite deve immediatamente agire per evitare il totale collasso della situazione umanitaria a Gaza”.
Data la situazione drammatica che le persone vivono a Gaza, la tensione crescente che questa guerra ha scatenato a livello internazionale, le piazze piene di manifestanti contro il massacro perpetrato da Israele a Gaza, se dopo questo appello del Segretario Generale dell’ONU il Consiglio di sicurezza dovesse uscire con un nulla di fatto, potremo celebrare il funerale degli organismi internazionali che sono deputati al mantenimento della pace e avere una conferma delle tante perplessità sulla loro efficacia e imparzialità.
Considerata l’immane tragedia che i palestinesi e le palestinesi di Gaza stanno vivendo, l’augurio è quello di essere smentiti e che la popolazione venga salvata da questo furore che sta spianando la Striscia.
Fonte
Nessun commento:
Posta un commento