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01/06/2024

Guerra in Ucraina - Via libera all’uso di armi NATO in territorio russo. L’Italia “recalcitra”, fino alle elezioni

Anche Stati Uniti e Germania hanno dato il via libera all’utilizzo delle armi fornite dalla Nato all’Ucraina sul territorio della Russia.

“La decisione di Washington e Berlino rappresenta una drammatica inversione di tendenza” commenta il quotidiano tedesco Handesblatt, “un passo che mette il cancelliere tedesco (Scholz) in una situazione difficile. Il cancelliere potrebbe aver preso la decisione giusta, ma è probabile che paghi un prezzo elevato per questo”.

I primi attacchi di armi americane dall’Ucraina sul territorio della Federazione Russa potrebbero iniziare tra poche ore o giorni, scrive il New York Times, citando funzionari statunitensi.

“Aumenterà significativamente la nostra capacità di contrastare i tentativi russi di ammassarsi oltre il confine”, ha detto il portavoce presidenziale ucraino Nykyforov al Guardian in risposta alla domanda sul permesso degli Stati Uniti di colpire sul suolo russo.

“È già diventato ovvio anche per le persone più ingenue che il conflitto in Ucraina è una guerra collettiva dell’Occidente contro la Russia, in cui le forze armate ucraine agiscono esclusivamente come carne da macello per procura” commenta Irina Alksnis su Ria-Novosti.

Anche l’Unione Europea si è schierata a favore dell’uso delle armi pesanti sul territorio russo. “La competenza in materia è nazionale ma su una cosa siamo chiari: l’Ucraina ha il legittimo diritto all’autodifesa e questo, secondo il diritto internazionale, include attacchi a installazioni militari fuori confine – ha detto il portavoce del Servizio di Azione Esterna UE Peter Stano –. “L’Alto rappresentante lavora, come sempre, ad una posizione comune anche su questo dossier ma la decisione finale spetta ai Paesi membri”.

Contrari rimangono per ora solo Spagna e Italia. “Noi non invieremo alcun soldato italiano a combattere in territorio ucraino, così come le nostre armi non potranno essere utilizzate fuori dal territorio ucraino perché questo lo impedisce l’articolo 11 della Costituzione”, aveva ribadito il ministro degli Esteri Antonio Tajani, al suo arrivo al vertice dei ministri degli Esteri della Nato a Praga.

Anche il ministro della Difesa Crosetto è tornato sull’argomento affermando che: “L’applicazione dell’articolo 11 della nostra Costituzione ci impone dei caveat rispetto all’utilizzo delle armi che diamo all’Ucraina: devono essere necessariamente usate per la difesa dell’Ucraina, che significa anche colpire i russi in Ucraina, ma non possono essere utilizzate nel territorio di un altro Paese. È la mia opinione, condivisa dalla premier e dal ministro Tajani, perché parliamo di cose senza precedenti nella nostra storia”.

Insomma il governo italiano, dopo due anni di bellicismo spinto, sembra riluttante a farsi coinvolgere nell’escalation di guerra. Possibile che il clima pre-elettorale e il fatto che la maggioranza dell’opinione pubblica sia contraria a farsi coinvolgere nella guerra in Ucraina, pesino parecchio su queste posizioni. Del resto sappiamo che già il giorno dopo le elezioni le posizioni cambiano di nuovo. In fondo di sparare sul territorio russo “ce lo chiedono i nostri alleati della Nato”. Si accettano scommesse.

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