Il governo ancora una volta dimostra di non avere nessuna intenzione di contrastare la violenza di genere e le discriminazioni oltraggiose che si manifestano con violenza nella nostra società. Questo perché la violenza di genere è pienamente parte della loro cultura stigmatizzante e oscurantista.
Ce lo dimostra Rossano Sasso, deputato della Lega, che ha annunciato nei giorni scorsi una risoluzione alla Camera, che dovrebbe essere discussa in settimana, in cui chiede che il Governo intervenga affinché vengano stipulate delle linee guida che vietino di parlare di orientamento sessuale e identità di genere nelle scuole.
Sasso e altri deputati come Laura Ravetto da tempo portano avanti questi discorsi assurdi e infondati su una famigerata “ideologia gender”. Il deputato Sasso sottolinea con fermezza che questa “ideologia” debba rimanere al di fuori della scuola italiana.
La verità è che il loro obiettivo è minare su tutti i piani una possibile introduzione dell’educazione alla sessualità e all’affettività nelle scuole, perché educare al rispetto e alle differenze non è certo nei loro interessi.
Quali sono i modelli di riferimento della Lega? Si ergono a paladini morali in cui prevale la visione “tradizionale” della famiglia. Ma cosa esattamente si intende per famiglia tradizionale? Proviamo molta rabbia nel leggere queste parole, perché questo tipo di cultura conservatrice, alimenta un vortice di violenza, discriminazioni e oppressione.
A Palermo, in questi giorni, un ragazzo di 33 anni si è tolto la vita, perché non era libero di esprimersi per quello che era, perché aveva paura di essere umiliato, subire violenze o atti discriminatori.
Questa non è solo una tragica morte, ma è frutto di una società malata e segnata dall’assenza di spazi e strumenti culturali e sociali per dare una prospettiva di vita dignitosa alle libere soggettività, soprattutto nelle periferie, nei contesti abbandonati a sé stessi e confinati nella miseria dalle istituzioni.
Un abbandono che riguarda soprattutto il centro sinistra, che oggi si dice opposizione alla destra reazionaria e bigotta che va a braccetto con i “ProVita & Famiglia”.
Questa sinistra, però, fino a ieri portava avanti le stesse politiche di taglio e di smantellamento del pubblico, non ha mai fatto in modo che in Italia l’educazione alla sessuo-affettività diventasse obbligatoria, lasciando il deserto in cui oggi la destra sguazza.
Oltre al dramma della scuola sappiamo che nella sanità pubblica e nei consultori non troviamo personale formato (a volte non troviamo personale e basta), spazi e servizi accessibili e adeguati per i bisogni delle donne, delle ragazze e di tutte le libere soggettività. Oltretutto sappiamo che i farmaci bloccanti (salva vita!) per le persone trans sono costantemente ostacolati e le terapie ormonali costosissime.
Il governo, rifiutando le direttive dell’OMS in merito all’educazione alla sessualità, devia da un discorso scientifico e limita i ragazzi e le ragazze dal poter costruirsi degli strumenti che gli permettano di accrescere le loro capacità relazionali ed emotive. L’educazione sessuale è considerata da anni parte integrante dei diritti sessuali della persona.
Noi di Donne de Borgata continuiamo a sostenere che nelle scuole è fondamentale l’introduzione dell’educazione alla sessualità e all’affettività, continuare parlare di diritti della comunità LGBTQ+ e rendere gli studenti capaci di riconoscere le discriminazioni che possono subire soprattutto nelle scuole, sui posti di lavoro e nei quartieri.
Così come è fondamentale darci gli strumenti per non sentirci più vittime di questa società che isola e individualizza, ma una collettività forte che può cambiare le cose.
Per fare ciò proponiamo delle iniziative legate ad una educazione alla sessualità più libera, in cui ognuno possa avere degli strumenti per costruire le proprie relazioni in maniera rispettosa delle collettività e consapevole.
Questo governo non ci fa paura, ci vediamo a scuola!
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