Il governo Meloni rilancia il nucleare: il Consiglio dei ministri ha approvato ieri il disegno di legge delega secondo cui i primi reattori saranno messi a punto “verso il 2030”. Un “importante provvedimento per garantire energia sicura, pulita, a basso costo” ha detto Giorgia Meloni. “Il nucleare è vecchio e in declino”, replicano le associazioni ambientaliste.
Le centrali nucleari a FISSIONE, anche se aggiornate e meno grandi, sono vecchie e in declino perché molto costose e perché generano rifiuti altamente radioattivi e pericolosi per molte migliaia di anni.
Peraltro l’Italia entro il 2025 dovrà riprendere i rifiuti radioattivi stoccati in Francia e Regno Unito ma al momento non è presente sul territorio nazionale alcun deposito con standard di sicurezza sufficientemente alti da accoglierle perché dopo 14 anni di procedure non è ancora stato localizzato un deposito per rifiuti radioattivi e tuttavia il Governo Meloni propone un DDL che avvia la normativa per tornare a costruire in Italia centrali nucleari a fissione nonostante 25 milioni di persone il 12 e 13 giugno 2011 votarono contro il ritorno al nucleare.
Peraltro, il 13 dicembre scorso, il Consiglio regionale del Veneto, con voto unanime, ha respinto l’ipotesi di localizzare un reattore nucleare SMR a Marghera.
Si vuole approfittare dell’attuale crisi energetica per mettere in atto una maldestra operazione di greenwashing con la quale si cerca di far passare come innovativa e sostenibile, solo per la dimensione degli impianti e qualche aggiustamento costruttivo, una tecnologia nucleare obsoleta che resta basata sulla fissione dell’uranio.
Di seguito, sull’argomento, diversi articoli del professor Massimo Zucchetti, docente ordinario presso il Politecnico di Torino ed esperto di energia nucleare di fama mondiale, candidato al Nobel nel 2015.
Il “nuovo nucleare” ha un punto in comune con il “vecchio”: spararle grosse
La fusione nucleare riaccende gli entusiasmi (almeno quelli)
Fonte
Nessun commento:
Posta un commento