Tra le tante vittime della guerra civile siriana figurano sempre più numerosi i profughi palestinesi.
Secondo le notizie a riguardo, in queste ultime ore sono stati uccisi cinque palestinesi in Siria.
Ayman Khartabil è stato ucciso da una esplosione nella zona Jamariya.
La piccola Alma al-Dasoqi, 2 anni, è morta durante gli scontri
scoppiati nella zona Qadsiya. Jasser Mousa è stato ucciso durante un
bombardamento sulla zona di al-Mlieha (Damasco). Anas Mohammad dal campo
profughi di Yarmouk è morto dopo essere stato ferito da una granata.
Wasim Abed al-Hafith, anche lui di Yarmouk, è stato ferito dai
bombardamenti ed è deceduto poco dopo.
La guerra civile in Siria ha già costretto decine di migliaia di
rifugiati palestinesi ad abbandonare di nuovo le proprie case, 65 anni
dopo la Nakba. Sono 85mila i palestinesi che hanno lasciato la Siria per
dirigersi in Libano (dati Onu). Molti di loro vivono nel campo profughi
di Shatila, a Beirut. Nel 1982 in questo luogo e nel vicino campo di
Sabra le milizie cristiane libanesi massacrarono 3 mila palestinesi,
mentre l'area era occupata dall'esercito israeliano che qualche mese
prima aveva invaso il Libano.
Sawsan, una profuga scappata dalla Siria racconta: "Per primo è arrivato
mio marito in cerca di un lavoro. La situazione economica in Siria è
insostenibile. Non esiste più un Paese. Qui in Libano è difficile vivere
ma non avevamo scelta". "Quando la situazione sarà migliorata, voglio
tornare in Siria", prosegue la donna, "Vogliamo che i nostri figli
abbiano un avvenire migliore".
Nonostante gli importanti aiuti che arrivano dall'Unrwa, l'Agenzia delle
Nazioni Unite che assiste i profughi palestinesi, la vita in Libano per
questi rifugiati è piena di ostacoli. Raccontano che il governo
libanese li sottopone a numerose restrizioni, soprattutto impedendo loro
di fare decine di lavori e di esercitare diverse professioni.
Mahmoud Abbas, direttore di un centro giovanile a Shatila spiega: "Il
governo libanese nega ai palestinesi la possibilità d'esercitare i propri diritti, di
istituire associazioni, di muoversi liberamente dentro e fuori dai
campi. I palestinesi non possono avere una casa fuori dai campi
profughi. Questa è una tragedia".
Shatila nacque nel 1948 per accogliere 3000 persone. Ora qui vivono
in 16mila. L'acqua e l'elettricità non sono sempre garantite.
Abbas aggiunge: "Sono condizioni in cui non possono vivere neanche i topi, neanche gli animali... Tantomeno gli esseri umani".
Secondo il governo di Beirut, in Libano ci sono più di un milione di
rifugiati provenienti dalla Siria. Poiché il conflitto siriano non
accenna a diminuire di intensità, Beirut ha dichiarato che non sarà più
in grado di gestire i flussi di persone che varcano il confine.
Servizio redatto anche con informazioni riferite dal quotidiano britannico The Guardian.
Fonte
Nessun commento:
Posta un commento